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Coronavirus, operatori ippica al Mipaaf: 'Corse si tengano a porte chiuse'

28 febbraio 2020 - 08:45

Gli operatori dell'ippica chiedono al Mipaaf di far disputare le corse di ippica a porte chiuse nei territori coinvolti dall'emergenza Coronavirus.

Scritto da Fm
Coronavirus, operatori ippica al Mipaaf: 'Corse si tengano a porte chiuse'

L'emergenza Coronavirus continua a tenere banco anche per le sue ripercussioni sul mondo dello sport, ippica in testa.

Gli operatori del settore, così come già deciso per il calcio, chiedono infatti di disputare gli eventi in programma "a porte chiuse".

A cominciare dal Siag – Sindacato italiano allenatori guidatori, che scrive una lettera indirizzata a Francesco Saverio Abate a capo del dipartimento delle Politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca, la Direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell'ippica. 

"Vista la possibilità data al calcio di giocare a porte chiuse nei territori in cui le manifestazioni sportive sono bloccate, chiediamo di far tenere le giornate di corse a porte chiuse negli impianti di Milano, Padova, Torino, Albenga, Bologna e Treviso (che nei giorni scorsi hanno rinviato gli appuntamenti già in calendario a data da destinarsi e comunque fermato le attività fino al 1° marzo, Ndr).
Ad oggi gli animali non hanno nessuna restrizione nel viaggiare, corrono in altre piazze dove non c’è nessun blocco regionale, e questo ci sembra inverosimile.
Riteniamo ingiusto e inutile che il nostro  sport sia trattato diversamente dagli altri".
 
 
Sulla stessa linea c'è Sergio Celin, portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa, che invece si rivolge direttamente al sottosegretario alle Politiche agricole con delega all'ippica, Giuseppe L'Abbate. "In questo periodo drammatico per tutta l'Italia, a causa della psicosi del Coronavirus che ha sconvolto il nostro vivere quotidiano, ritengo che l'unica nota 'positiva' (se così vogliamo chiamarla) di quanto sta accadendo attorno a noi sia la riscoperta dello spirito di comunità che avevamo 'smarrito' a causa dell'avvento dei vari social, e il tornare a capire quanto ancora siano importanti e fondamentali i rapporti umani non 'virtuali'!
Considerata la chiusura 'forzata' degli ippodromi italiani, la inviterei a lanciare degli spot televisivi per sfatare le varie fake news che stanno creando solo dello squallido ed insensato 'terrorismo', precisando che i cavalli non sono portatori di alcun genere di virus (come del resto tutti gli altri animali, anzi sono loro a rischio contagio per causa di noi umani, vedi il caso del morbo della cosidetta 'mucca pazza'), ma, anzi chi li frequenta può solo trovare del beneficio per la sua salute e negli equilibri psico/fisici, considerato che i cavalli sono da sempre una formidabile 'medicina' naturale per noi umani.
I cavalli ti fanno scoprire il valore del silenzio, ti fanno capire che molte parole non servono a nulla (quante ne 'sprechiamo' ogni giorno noi umani!), sanno conservare dei valori che noi umani abbiamo 'dimenticato' nel tempo e per stare meglio con noi stessi. Sarebbe sufficiente un affettuoso abbraccio quotidiano con il nostro adorato cavallo, che ci 'parla' con i suoi occhi e se solo fossimo più umili nel riuscire a seguirne l'esempio, sicuramente vivremo in un mondo migliore.
Concludo con questa frase: 'Senza di me un cavallo rimane tale, nobile e fiero. Ma io, senza il mio cavallo, sono semplicemente un uomo'".
 
 
Pochi giorni fa anche Pierluigi D'Angelo, presidente di Ippodromi partenopei, gestore di Agnano, ha lanciato un appello al ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova e al sottosegretario di Stato con delega all'ippica Giuseppe L'Abbate. 
 

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