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Ippica a porte chiuse, D'Angelo: 'Prefetture chiariscano norme per centri allenamento'

04 marzo 2020 - 16:56

Pierluigi D'Angelo, presidente di Ippodromi partenopei, chiede delucidazioni sulle misure per il contenimento del Coronavirus da adottare negli ippodromi dotati di centri di allenamento.

Scritto da Fm
Ippica a porte chiuse, D'Angelo: 'Prefetture chiariscano norme per centri allenamento'

Dopo il rinvio di molti convegni di corse, in ossequio alle misure governative per il contenimento del Coronavirus, il mondo dell'ippica si interroga su come proseguiranno le attività degli ippodromi nei prossimi giorni.

Anche in vista del nuovo decreto in uscita fra poche ore, che secondo le prime bozze circolanti dovrebbe prevedere, oltre alla chiusura di scuole e università fino al 15 marzo, anche la sospensione di manifestazioni ed eventi di qualsiasi natura, sia in luogo pubblico che privato, che “comportino affollamento di persone e che non garantiscano il rispetto della distanza di sicurezza/interpersonale di almeno un metro”.

Solo ieri, il ministero delle Politiche agricole ha invitato le società di corse che operano nei territori colpiti dal virus a rivolgersi alla Prefettura per richiedere le autorizzazioni, caso per caso, e assicurare il monitoraggio delle attività svolte.

 

E oggi, a tal proposito, chiede ulteriori delucidazioni Pierluigi D'Angelo, presidente di Ippodromi partenopei, gestore di Agnano, che pochi giorni fa, proprio da queste pagine, aveva chiesto di disputare le corse in programma a porte chiuse
"Credo che nella predisposizione dei decreti sugli ippodromi vadano diversicati quelli che hanno al loro interno centri di allenamento per i cavalli, come Milano, Roma e Napoli, e quelli che non li hanno.
I primi, infatti, ospitano anche degli affittuari, i proprietari dei cavalli: ecco, loro possono entrare negli impianti durante le giornate di corse oppure no?
E i fornitori, gli operatori, i veterinari?
Sono punti da chiarire, perché potrebbero danneggiare il settore e causare sgradevoli malintesi.
Andrà quindi specificato cosa si intende per 'porte chiuse'.
Le Prefetture devono definire con precisione quali comportamenti dovranno osservare le società di corse nei confronti di questi casi specifici". 

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