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L'ippica a Bellanova: 'Covid-19, risorse anche per la nostra filiera'

06 aprile 2020 - 08:22

Il mondo dell'ippica chiede al ministro Bellanova lo stanziamento di risorse a sostegno della filiera, finora esclusa dai bonus inclusi nei decreti sul Covid-19, a differenza di altri comparti dell'agricoltura.

Scritto da Fm
L'ippica a Bellanova: 'Covid-19, risorse anche per la nostra filiera'

Fra i tanti settori colpiti dall'emergenza Covid-19 e dalle restrizioni lavorative connesse c'è l'ippica, già allo stremo delle forze ormai da anni.
Con il fermo delle corse, e delle relative scommesse, il comparto infatti ha visto calare ulteriormente le risorse a disposizione, e a un mese dall'inzio del lockdown torna a chiedere l'attenzione del ministero delle Politiche agricole.


L'occasione è offerta da un intervento del ministro Teresa Bellanova alla trasmissione "Non è la D'Urso", su Canale 5, dove ha posto l'accento sull'emergenza alimentare, sui bandi lanciati per l'acquisto di latte fresco e formaggio da destinare agli indigenti ed assicurare un minimo di sostegno alla filiera produttiva.

E che ne è del sostegno a quella ippica, si chiedono gli operatori?

SIAG: 'ALLENATORI GUIDATORI COME COLTIVATORI DIRETTI" - Da qui segue l'invito rivolto dal Siag al ministro Bellanova a "provvedere al riconoscimento della categoria degli allenatori guidatori come coltivatori diretti" e a "regolarizzare tutte le questioni riguardanti i professionisti: diritto d’immagine e riconoscimento attraverso iscrizioni in albi professionali e conseguente cassa previdenza".
Il Siag quindi, dicendosi "pronto al cambiamento per ripartire con regole chiare trasparenti a tutela di tutto il settore e del sistema ippico" chiede di discutere "qualsiasi decisione politica riguardante il comparto di concerto con tutte le categorie appartenenti alla filiera".
 

ANAG: "RIPRENDERE LE CORSE A PORTE CHIUSE" - A lanciare l'allarme sulla rinnovata crisi del settore alla luce della pandemia del Covid-19 è anche Ottavio Di Paolo, presidente dell'Anag - Associazione nazionale allenatori galoppo.
"La chiusura delle corse, che implica l'impossibilità di contare su future entrate, unita all'ingiustificabile ritardo dei pagamenti agli operatori da parte del Ministero, ha creato uno stato di allarme che rende sempre più difficile la continuità delle nostre attività.
Il galoppo italiano unito, Ang (Agri, Anac, Anag, Fia, Sire, Uif) ha chiesto di intervenire con urgenza per superare quelle procedure burocratiche che stanno paralizzando il settore ed erogare - entro e non oltre il 14 aprile - tutte le spettanze dovute agli operatori fino al 31 dicembre 2019. Si ricorda che tale intervento non richiede alcun esborso aggiuntivo allo Stato in quanto trattasi di denaro già stanziato in virtù delle leggi finanziarie 2019/2020 e già disponibile nei bilanci dello Stato. In mancanza di tale risoluzione ci riterremo costretti, nostro malgrado, ad intraprendere un'azione legale a tutela della sopravvivenza e degli interessi del settore".
L'Anag - di concerto con l'Ang - ha chiesto al Mipaaf la riapertura a porte chiuse delle corse, "sottolineando il fatto che le corse dei cavalli, oltre ad essere considerate come manifestazioni sportive, sono l’ultimo tassello di una filiera produttiva che dà sostentamento a migliaia di famiglie. Un proprietario di cavalli, ha come unica fonte possibile di guadagno le corse stesse. Se il proprietario non ha la possibilità di percepire un utile, non può pagare la pensione al proprio allenatore, che a sua volta non può pagare il suo personale, così come i suoi fornitori, portando l’intero settore ad un inevitabile default.
Per questo, lo svolgimento delle gare a 'porte chiuse' garantirebbe la sopravvivenza del settore, anche se sappiamo bene che la ripartenza dipenderà, in primis, dall’andamento dell’epidemia ed in secondo luogo dalle restrizioni imposte dal Governo.
Abbiamo richiesto, inoltre, che tutto il montepremi stanziato per l'anno in corso venga interamente recuperato, aumentando il numero di corse a giornata ed il relativo montepremi delle corse stesse. Si è proposto quindi di includere le corse dei cavalli fra quelle attività che potranno riprendere dopo il 13 di aprile".
La proposta che prevedeva la possibilità, secondo legge, di ripartire almeno 2 mesi di montepremi tra tutti gli operatori ippici, "per ora è stata ritenuta non prioritaria", evidenzia l'associazione, che avrebbe voluto inserire tale ipotesi come condizione nel caso in cui non si ripartisse con le corse a porte chiuse neanche dopo 4 maggio. "Come si evince dalle previsioni degli esperti sull’andamento dell’epidemia in Italia, il termine del lockdown potrebbe verificarsi tra giugno e luglio.
Se questo dovesse realizzarsi, per il nostro settore sarebbe devastante.
Per questo motivo, a nostro sommesso avviso, puntare tutto sulla sola riapertura delle corse potrebbe essere una strategia rischiosa e prevedere, quindi, un aiuto per il nostro settore sembra l’unico salvagente per la sopravvivenza.
Diverso sarebbe stato qualora il Mipaaf avesse previsto un aiuto per il nostro settore già in fortissima crisi, concentrandosi, invece, solamente sulle attività agricole. Nel Dpcm del 17 marzo 2020, infatti, si evincono esclusivamente misure ed indennità in favore del settore agricolo e della pesca (come da art.30 e art.78): agli operai agricoli a tempo determinato, non titolari di pensione, che nel 2019 abbiano effettuato almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo, è riconosciuta un’indennità per il mese di marzo pari a 600 euro; per far fronte ai danni diretti e indiretti derivanti dall’emergenza Covid-19 e per assicurare la continuità aziendale delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, è istituito un Fondo con una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2020 per la copertura totale degli interessi passivi su finanziamenti bancari destinati al capitale circolante e alla ristrutturazione dei debiti, per la copertura dei costi sostenuti per interessi maturati negli ultimi due anni su mutui contratti dalle medesime imprese, nonché per l’arresto temporaneo dell’attività di pesca.
Purtroppo l’attività di allenamento dei cavalli da corsa non rientra tra le imprese agricole. Per cui gli allenatori non beneficeranno di alcun aiuto, né gli artieri ippici potranno ottenere l’indennità di 600 Euro o l’aiuto della cassa integrazione, perché le attività dovranno continuare.
Si può notare che altri settori governati dal nostro Ministero, come l’agroalimentare, hanno visto aumentare il loro fatturato dall’inizio del Covid-19 ed hanno avuto aiuti, mentre il nostro settore, già fortemente in crisi, con un inspiegabile ritardo dei pagamenti dovuti, a fronte di uno stop forzato, ha ricevuto aiuti pari a zero.
Poiché l’Anag ha a cuore i diritti degli Allenatori, ci tiene a ribadire che la nostra figura professionale avrebbe dovuto avere un aiuto per sopravvivere, così come tutte le altre figure presenti nell’intera filiera ippica e che è inaccettabile che la manovra economica non includa il nostro comparto", conclude Di Paolo.
 
 
HORSE ANGELS: "SETTORE IN GINOCCHIO" - Un altro grido d'aiuto arriva anche da Horse angels, organizzazione di volontariato per la tutela del cavallo, che scrive al ministro Bellanova. "Abbiamo appreso direttamente dal sito Mipaaf, in data 2 aprile, che 'la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso e fertilizzanti è consentita su tutto il territorio nazionale o almeno dove non prevalga una norma locale, indipendentemente dal codice Ateco. La risposta al quesito, data dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, la stessa autorità che ha emanato il Decreto, è chiara e netta'. Così la ministra Teresa Bellanova: 'Questa crisi ci sta portando via persone care e limitando la libertà di uscire di casa, di vedere i propri amici, di portare un saluto a familiari anziani. Sta impedendo a molte persone di lavorare e contribuire al bilancio familiare. Portare fiori e piante nelle nostre case, sui nostri balconi, nei nostri giardini può essere un modo per regalarci un po' di bellezza in queste giornate passate a casa, aiutando nel contempo un settore che è realmente in crisi e che rischia di buttare al macero gran parte della produzione di questa stagione'.
Ministra Bellanova, la crisi ha messo in ginocchio i maneggi, molti cavalli sono alla fame, i proprietari o gestori delle strutture sono disperati.
Questa quarantena ha messo in ginocchio anche la salute mentale di molti italiani. Andare in maneggio, consentirebbe alle persone di recuperare la salute mentale e aiutare nel contempo un settore che è realmente in crisi e che rischia di buttare al macero i già pochissimi cavalli che ci sono in Italia.
La ringraziamo anticipatamente se vorrà curarsi anche del nostro settore che, in quanto zootecnico, è di competenza del suo Ministero e non ha beneficiato al momento di nessun bonus Cura Italia", scrive la responsabile dell'Odv, Roberta Ravello, ricordando che la petizione lanciata per chiedere l'istituzione di un fondo salva cavalli e salva mestieri, ha raccolto finora oltre 19mila firme.
 
 

LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE UE - Nel frattempo, la Commissione europea ha adottato una seconda serie di proposte ambiziose per mitigare l'impatto socioeconomico del coronavirus nei settori della pesca e dell'acquacoltura. Ma non in quello ippico. Per questa serie aggiuntiva di misure, la Commissione ha consultato ampiamente con gli Stati membri, il Parlamento europeo e il settore nelle ultime settimane. Il pacchetto di misure temporanee specifiche comprende: sostegno ai pescatori per l'arresto temporaneo delle attività di pesca a causa del coronavirus; sostegno agli agricoltori di acquacoltura per la sospensione o la riduzione della produzione dovuta al coronavirus; sostegno alle organizzazioni di produttori per lo stoccaggio temporaneo di prodotti della pesca e dell'acquacoltura; una riallocazione più flessibile delle risorse finanziarie nell'ambito del programma operativo di ciascuno Stato membro e una procedura semplificata per la modifica dei programmi operativi rispetto all'introduzione delle nuove misure.
A condizione che la proposta della Commissione sia adottata dal Consiglio e dal Parlamento europeo senza modifiche, le spese per operazioni sostenute nell'ambito delle misure specifiche relative al coronavirus saranno ammissibili retroattivamente dal 1o febbraio 2020 al 31 dicembre 2020. Le operazioni sostenute devono essere conformi all'ammissibilità condizioni stabilite nel regolamento. Pertanto, gli Stati membri possono già iniziare a selezionare e sostenere tali operazioni.
 
 
 

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