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Ippica, L'Abbate (Mipaaf): 'Governo sollecitato a consentire ripresa dal 22 maggio'

19 maggio 2020 - 07:45

Il sottosegretario Giuseppe L'Abbate (Mipaaf) rende noto di aver sollecitato il Governo a consentire la ripresa delle corse ippiche dal 22 maggio.

Scritto da Redazione
Ippica, L'Abbate (Mipaaf): 'Governo sollecitato a consentire ripresa dal 22 maggio'

"Alla luce delle modifiche richieste dal Comitato tecnico-scientifico, che il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha prontamente recepito, rimodulando il protocollo elaborato, con la ministra Teresa Bellanova - che ringrazio - abbiamo formalmente sollecitato il presidente Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza a permettere la riapertura delle corse ippiche in tempo di Covid-19 a partire dal 22 maggio.
Confidiamo di ricevere una risposta in tempi brevi. Ci auguriamo, ovviamente, positiva".


A scriverlo è il sottosegretario al Mipaaf Giuseppe L'Abbate, che così risponde alle sollecitazioni sempre più pressanti e numerose arrivate dalla filiera ippica per un'immediata ripresa delle corse negli ippodromi, a porte chiuse. 


"L'ippica veniva già da un momento difficile e le difficoltà del Covid-19 ne hanno aggravato la situazione, portando a galla la rabbia di tanti operatori. Comprendo lo stato d'animo di tutti e passerò oltre a qualsiasi frase: il mio unico interesse è il rifiorire del comparto ippico. Sono certo che non sarò solo nell'intento di portare nuovamente in alto lo splendore dell'italianità a cavallo. Avanti!", conclude L'Abbate.
 
L'APPELLO DI TROTTO E GALOPPO -  Intanto, per tentare di abbreviare i tempi, le associazioni del galoppo Ang (Anac, Anag, Agri, Fia, Sire, Uif) e del trotto Anact, insieme con il Comitato di crisi ippica Covid 19, hanno inviato una lettera al ministro Teresa Bellanova, ribadendo la propria preoccupazione per le migliaia di posti di lavoro che sono attualmente a forte rischio. "Come già più volte affermato le corse dei cavalli non sono uno sport, ma sono l'attività che mantiene l'intera filiera ippica per la maggior parte agricola; per questo motivo l’ippica da sempre dipende dal Mipaaf e non dal Dicastero dello sport. Chiediamo da parte del Governo rispetto per i nostri lavoratori che tutti i giorni alle 5 del mattino iniziano ad accudire i cavalli o passano le notti a vegliare le fattrici che devono partorire.
Non ci possiamo rassegnare ad essere ignorati dal Governo e ad essere considerati un semplice sport.  Chiediamo quindi spiegazioni per il comportamento delle istituzioni nei nostri confronti. Hanno ormai aperto quasi tutte le attività anche a rischio contagio certamente più significativo di quello, come dimostrato dai fatti, praticamente inesistente delle corse a porte chiuse. Dal prossimo 3 giugno poi, riapriranno giustamente anche le frontiere, con rischio però di contagio chiaramente infinitamente superiore a quello delle corse a porte chiuse. Assodato quindi che non è un motivo di pericolo di contagio, perché non riaprire un'attività produttiva a tutti gli effetti come quella delle corse dei cavalli? Il concetto di corse come attività produttiva è stato ben compreso ed applicato da tutte le nazioni europee e dal resto del mondo che hanno riaperto o stanno riaprendo in questi giorni l'attività delle corse dei cavalli svincolandola dagli sport come ad esempio il calcio o altri, proprio perché attività produttiva che mantiene le filiere di riferimento. 
L'ippica senza corse muore e di conseguenza moltissime famiglie perderanno il lavoro Ang e le associazioni firmatarie del trotto chiedono quindi, per rispetto di tutti i lavoratori e gli operatori della filiera ippica, che le corse riprendano al più presto con l'immediata comunicazione della data di riapertura: il settore si merita una risposta definitiva. In assenza di riscontri certi temiamo atti di disperazione che non riusciremmo a controllare".
 

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