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Anact, consiglieri vs presidente: 'Suo progetto di riforma mai approvato'

02 novembre 2020 - 08:55

I consiglieri dell'Anact puntano il dito contro il progetto di riforma ippica presentato dal presidente Ubaldo La Porta, mai sottoposto né approvato dal Consiglio dell'associazione degli allevatori del trotto.

Scritto da Fm
Anact, consiglieri vs presidente: 'Suo progetto di riforma mai approvato'

L'abbiamo scritto solo pochi giorni fa, riportando le dichiarazioni del sottosegretario con delega all'ippica Giuseppe L'Abbate, che in un'intervista esclusiva ha ripercorso per Gioconews.it gli ultimi atti compiuti per ri-avviare la riforma del settore, lanciando un appello alla filiera, affinché "resti unita".

E invece, le divisioni che in questi anni hanno frammentato il comparto, incidendo probabilmente anche sul suo rilancio, continuano a proliferare. Non solo, in certi casi, in opposizione al Mipaaf, o fra una rappresentanza e l'altra, ma a volte, purtroppo anche fra i membri dello stesso organismo.
È il caso dell'Anact - Associazione nazionale allevatori cavallo trottatore, dove è in atto una frattura fra il presidente Ubaldo La Porta e alcuni dei suoi consiglieri.
Oggetto del contendere proprio il progetto di riforma presentato da L'Abbate.

Come si legge in una nota, La Porta ribadisce "l’assoluta opportunità di procedere nel senso della creazione di un’agenzia pubblica cui assegnare tutte le competenze e le funzioni originariamente proprie dell’Unire, poi dell’Assi e oggi del Mipaaf, arricchite da quelle che l’attualità fa emergere come necessarie a garantire la conservazione della unità dell’intero comparto e la sua possibile autosufficienza futura.
L’Agenzia, da costituire ai sensi dell’art. 8, d. lgs. 30 luglio 1999, n. 300, è una struttura che svolge attività a carattere tecnico-operativo di interesse nazionale, in atto esercitate da ministeri e enti pubblici, operante al servizio delle amministrazioni pubbliche e dovrebbe, nel caso di specie, sviluppare, con rapidità e efficacia, nuove forme di gestione del settore, improntate a criteri imprenditoriali con l’obiettivo, nel medio periodo, di massimizzare la sua capacità di produrre ricchezza, emancipandosi, via via, nei prossimi anni, dal sostegno pubblico diretto".
Una proposta presentata nell'ambito di un "incontro" in videoconferenza con alcuni rappresentanti del settore, il deputato Salvatore Capone e Saverio Abate, capo del dipartimento delle Politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca del ministero delle Politiche agricole, in cui il presidente dell'Anact ha anche evidenziato "la necessità di evitare assolutamente il frazionamento della filiera e soprattutto di non assumere decisioni affrettate, non ponderate e non condivise con gli operatori del settore, che avrebbero quale unica, certa, conseguenza la paralisi a breve del sistema ippico intero. Ho rimarcato, infine, la necessità di un’attività di concertazione e confronto costante con le categorie su qualunque ipotesi differente da quella primariamente proposta affinché si possa arrivare, comunque e in qualunque forma, a una riforma complessiva destinata a durare nel tempo, godendo delle risorse e del sostegno necessari non già al mero mantenimento dell’esistente ma al suo sviluppo e alla sua crescita".
I funzionari, dal canto loro, "hanno convenuto su tale impostazione e sulla necessità che qualunque ipotesi di riforma debba passare attraverso il democratico confronto con le categorie ippiche tutte, per cercare di sintetizzare nel modo migliore i diversi interessi in gioco. L’onorevole Capone ha inoltre precisato che ad oggi non esiste alcuna proposta di riforma di iniziativa ministeriale che possa trovar spazio nella prossima legge finanziaria né esiste un’attuale volontà del ministro di sostenere ipotesi di riforma che non siano l’esito di un confronto leale e democratico tra la Pubblica Amministrazione e gli operatori. Si è, poi, dichiarato disponibile a valutare qualunque altra soluzione che vada nella direzione della concordata composizione di tutti gli interessi in gioco, “lavorando insieme” e senza contrapposizione. Le ipotesi di lavoro, ha proseguito Capone, all’attenzione del Ministero sono, dunque, plurime: tra esse certamente quella avanzata dal sottosegretario e quella da noi proposta.
 Il lavoro da fare è ancora lungo e difficile; gli equilibri sono molto delicati e il terreno estremamente scivoloso", si legge nella nota di La Porta.
 
Le dichiarazioni di La Porta, seguite dalla pubblicazione di un progetto di riforma ippica denominato Arsi ha scatenato le ire di alcuni consiglieri Anact - Jacopo Brischetto, Ciro Cesarano, Dario De Angelis, Natale Lo Cicero, Enrico Tuci - che dichiarano:  "Il documento pubblicato non è mai stato presentato, né sottoposto, né tantomeno approvato dal Consiglio Anact.
Una così decisa opposizione al percorso riformatore intrapreso dal sottosegretario L’Abbate non è mai stata sottoposta al Consiglio Anact né, tantomeno, agli allevatori del trotto.
I consiglieri Anact firmatari di questo documento non possono nuovamente tollerare che tutte le iniziative del neo presidente vengano prima nascoste al Consiglio e poi pubblicizzate attraverso canali che niente hanno di istituzionale.
Le prese di posizione e le proposte del dottor La Porta sono da intendersi a titolo personale nel momento in cui non siano state ratificate dal Consiglio Anact né sostenute dagli allevatori del trotto attraverso i propri rappresentanti".
Per poi concludere: "Nell’intervento del dottor La Porta si legge che 'qualunque ipotesi di riforma debba passare attraverso il democratico confronto' e si citano 'decisioni affrettate non ponderate e non condivise con gli operatori del settore'.
Ci sembra che questo sia proprio il nostro caso.
 Abbiamo spesso sentito parlare il dottor La Porta dell’importanza della 'collegialità' eppure oggi ci troviamo pubblicato un documento, un progetto, una sigla, Arsi appunto, di cui mai avevamo sentito parlare.
 Riteniamo assolutamente inappropriate, vista la delicatezza dell’argomento e la sua importanza istituzionale, le modalità degli interventi realizzati spendendo il nome di Anact e le tempistiche utilizzate, ancor più dal momento che ancora non si conoscono nei dettagli i contenuti del percorso riformatore intrapreso dal Ministero".
 

 

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