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Ippica, Fise: 'Superare il divario tra cavallo agricolo e sportivo'

19 novembre 2020 - 12:45

In commissione Agricoltura alla Camera la voce della Federazione italiana sport equestri nell'ambito dell'esame della proposta di legge Gadda sull'ippicoltura.

Scritto da Mr
Ippica, Fise: 'Superare il divario tra cavallo agricolo e sportivo'

Prosegue in XIII commissione alla Camera l'esame della proposta di legge, sulla disciplina dell’ippicoltura e delega al Governo per l’adozione di disposizioni volte allo sviluppo del settore, della deputata di Italia viva Maria Chiara Gadda. In particolare si susseguono le audizioni degli operatori del comparto. Mercoledì 18 novembre è stata la volta della Fise (Federazione italiana Sport equestri) e dell'associazione Appaloosa. Le istanze non si discostano da quelle già avanzate da Anac, Ang e Anct o Ippodromi associati.

“È necessario riuscire a coniugare il mondo del cavallo sportivo con quello agricolo”. Con questo auspicio Marco Di Paola, Presidente della Fise è intervenuto nel corso dell’audizione in commissione agricoltura della Camera dei Deputati, nell’ambito della seduta in videoconferenza per l’esame della proposta di legge Gadda.

“La necessità, a più voci richiesta dal mondo degli sport equestri - ha aggiunto Di Paola - è quella di vedere applicata a coloro che impiegano il cavallo come prima risorsa delle proprie attività la normativa che riguarda il ruolo di allevatori. Serve assolutamente superare questo divario normativo – ha argomentato il numero uno della FIise – perché è assolutamente evidente il ruolo degli sport equestri nella crescita e quindi anche nell’allevamento e nell’addestramento del cavallo, che viene trasformato da ‘prodotto agricolo’ in atleta nel corso di un percorso lungo quasi otto anni".

"Se questo aspetto legislativo non verrà superato rischieremo di pregiudicare lo sviluppo dell’intero comparto del cavallo sportivo. È assolutamente necessario riconoscere un vero e proprio status giuridico a chi si occupa dell’addestramento del cavallo e della sua ‘trasformazione’, inserendo questa figura nella filiera agricola, non solo per ciò che riguarda i cavalli nati in Italia, ma anche per quelli nati all’estero e successivamente impiegati in Italia”, ha concluso Di Paola.

 

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