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D'Alessandro (Lotteria Italia): 'Gioco possibile supporto per rilancio economia'

16 maggio 2020 - 07:53

Roberto D’Alessandro, presidente della Lotteria Italia, riapre il dibattito sul gioco pubblico, ecco un estratto del suo articolo della rivista Gioco News di maggio.

Scritto da Roberto D’Alessandro, presidente della Lotteria Italia
D'Alessandro (Lotteria Italia): 'Gioco possibile supporto per rilancio economia'

"Il blocco delle attività ha causato (e causerà) un crollo verticale delle entrate fiscali, determinato prevalentemente, in prima battuta, dall’azzeramento quasi totale dei tributi indiretti sul consumo (Iva, accise sui carburanti, ecc.). 

Un Paese fermo produce poco e consuma poco, tranne che per lo stretto sostentamento (con l’esclusione delle piattaforme di retail a domicilio). Successivamente, il rallentamento delle entrate fiscali deriverà dalla condizione di grave squilibrio finanziario delle aziende, determinato dalla brusca interruzione della continuità produttiva, che non potrà che incidere sulle capacità di raccolta del gettito, naturalmente favorito, per far fronte all’emergenza, dalla sospensione dei versamenti degli acconti di imposta. Sul lungo periodo, per altrettanto, la flessione delle entrate sarà resa ancor più critica da una prevedibile contrazione degli utili delle imprese, soprattutto se inserite in una filiera produttiva based abroad e, dunque, fortemente condizionate dall’andamento dei mercati esteri, taluni colpiti anche duramente. In similitudine con quanto verificatosi nell’anno 1945, con la costituzione di un comitato interministeriale per la ricostruzione post-bellica, ci si appresta a varare riforme anche importanti per traghettare il Paese nel suo futuro, mai come ora denso di incognite".


Ne è convinto Roberto D’Alessandro, presidente della Lotteria Italia, che in un articolo pubblicato sul numero di maggio della rivista Gioco News - consultabile integralmente a questo link - riapre il dibattito sul gioco pubblico alla luce del "fermo obbligato" di oltre due mesi per assicurare il contenimento del Covid-19, un fermo che ha risparmiato solo i gratta e vinci e in parte anche lotto e lotterie. 
 
Ma quali sono gli scenari per il prossimo futuro per il gioco, chiamato a rinnovarsi ancora una volta, anche alla luce del decreto sulla riapertura delle attività nella fase post-emergenza Covid-19 appena approvato?
 
IL RICORSO AL GIOCO - "Forse proprio da un’incognita, come il risultato di un gioco, si potrebbe pensare di ripartire nel tentativo di restituire un po' di ossigeno alle esangui casse dello Stato.
La soluzione non è una novità: nel corso degli ultimi anni, restando ad un’analisi fredda dei dati, è possibile affermare come l’introito derivante dal gioco sia divenuto - in modo crescente - sempre più cospicuo. Sulle Vlt, il prelievo è salito all’8,5 percento attuale, il gettito per lo Stato nel 2020 sarebbe stato pari a 7,8 miliardi, con una previsione al rialzo verso gli 8 miliardi nel 2021; analoghe stime attribuivano al gioco del lotto proventi per 2,5 miliardi nel 2020 e 2021. Del pari, inevitabilmente, il decreto 'Cura Italia' prevede una proroga di sei mesi per la celebrazione delle gare per l’aggiudicazione delle concessioni di slot e Vlt, che avrebbero dovuto tenersi entro il 31 dicembre 2020, con un ulteriore, conseguente perdita di gettito.
Ai tempi del dopoguerra, il gioco costituì un formidabile catalizzatore per rilanciare, se non i conti pubblici, qualcosa che vale di più: la speranza. Attualmente, le alternative che potrebbero mettersi in campo per pensare di fornire un supporto, pur con ogni limite derivante dalla limitatezza delle risorse disponibili e del gettito atteso che, verosimilmente, non potrà che rimanere depresso nelle proprie prospettive, potrebbero sostanziarsi, tra l’altro, in un rilancio del Totocalcio, già previsto dalle norme in vigore e sinora inattuato, e nell’eventuale istituzione di una lotteria 'di scopo'.
Le misure non sono alternative, prefiggendosi scopi diversi", rimarca D’Alessandro.
"Il rilancio del Totocalcio è previsto, da ultimo, dall’art. 1, comma 634, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di stabilità per il 2019), che ha introdotto la possibilità di riformare i concorsi pronostici sportivi con un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. La disposizione consente di individuare i concorsi pronostici sportivi e le scommesse a totalizzatore sportive e non sportive (Reg. Mef 2 agosto 1999, n. 278) per cui disporre la sospensione o la chiusura definitiva.
I dati economici, pertanto, mostrano un continuo trend al ribasso dei valori riferiti ai concorsi pronostici sportivi, la cui raccolta è stata in calo costante nel corso degli ultimi anni in conseguenza di una pluralità di fattori che, fondamentalmente, si riconducono all’aumento complessivo dell’offerta di gioco disponibile, non disgiunta dal richiamo, manifestato dal pubblico dei giocatori, verso vincite più frequenti, anche se di basso importo, ovvero per vincite con percentuali di probabilità molto basse ma con un jackpot plurimilionario.
Il nuovo Totocalcio, per il quale sono stati attivati taluni tavoli istituzionali, ancora aperti, dovrebbe fondarsi su nuova formula di gioco con l’introduzione di jackpot più elevati ed una maggiore frequenza di vincite di importi più modesti ma diffusi. Tale risultato potrebbe essere conseguito mediante l’abbinamento con eventi sportivi plurimi e diversificati, necessariamente connessi con il mondo del calcio ma distribuiti su più piattaforme. Come noto, infatti, ciò che ha segnato la differenza rispetto al passato è dato dalla interconnessione globale di tutte le esperienze che, nel nuovo mondo alle porte, non potrà che incrementarsi per l’impossibilità (almeno nell’immediato) di riaprire gli stadi a una completa fruizione da parte dei tifosi.
Fondamentale, quindi, si rivelerà la selezione degli eventi di gioco da individuare secondo un indice di preventiva identificazione, basata sulla relativa popolarità e, nel contempo, la possibilità di scegliere puntate differenti per ciascuno di essi. Inoltre, grazie alle ultime modifiche apportate al sistema normativo, una percentuale fissa della posta di gioco è destinata alla società Sport e Salute, per un impiego dei relativi fondi la promozione ed il sostegno di attività sportive, culturali, sociali, quanto mai importanti in un momento nel quale le risorse disponibili dovranno trovare un’allocazione, quanto mai prima, efficiente. Peraltro, nessun gioco come il Totocalcio risulta associato, nella memoria storica della tradizione nazionale, alla devoluzione del ricavato alle indicate finalità, che vedono nascere il 5 maggio 1946 la prima schedina, sotto la gestione della chiamava schedina Sisal (Sport Italia Società A responsabilità Limitata). Il gioco verrà poi nazionalizzato nel 1948, per il sostegno dello sport per gli anni a venire", ricorda il presidente della Lotteria Italia.
"L’altra soluzione percorribile si pone anch’essa nel solco della continuità e della tradizione. Le lotterie nazionali sono state storicamente legate ad eventi difficili od episodi luttuosi della vita nazionale. Ne furono organizzate per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze e l’ultima, tra le più significative, proviene dall’iniziativa promossa per il terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, in occasione della quale le somme raccolte furono destinate ai territori martoriati dall’evento. In passato, anche altri settori hanno beneficiato della salvifica provvidenza di queste riffe, ora più che mai alla ribalta grazie, da ultimo, alla ormai nota 'lotteria degli scontrini', cui fa da contraltare, nelle ultime disposizioni di recente introduzione, la costituzione di un fondo per le attività di controllo da parte di 'agenti sotto copertura', per prevenire il gioco da parte di minori, impedire l'esercizio abusivo del gioco con vincita in denaro e contrastare l'evasione fiscale e l'uso di pratiche illegali.
Le soluzioni ci sono e si potrebbero implementare anche attraverso il potenziamento sul piano tecnologico e il ricorso massiccio a strumenti di identificazione e di tracciamento dei flussi finanziari, che circolano sulle piattaforme di gioco e che, non di rado - come accaduto proprio per il terremoto di L’Aquila - hanno visto giungere sul territorio una porzione esigua delle risorse rese disponibili, poiché dirottate verso altre finalità che, seppur idealmente meritevoli di analoga attenzione, non ne costituivano esplicito destinatario.
Sul piano del metodo, tuttavia, bisogna essere chiari: il gioco, sul piano ontologico, non produce direttamente ricchezza ma ne consente una redistribuzione. Del pari, il mondo che ne gestisce il funzionamento esprime una base occupazionale che merita attenzione. Di conseguenza, in un momento di grosse incertezze e di forti asimmetrie economiche e sociali, lo strumento del gioco può essere utilmente impiegato esattamente per la finalità appena indicata, non senza che lo Stato, che ne deve garantire trasparenza e legalità, si appropri di una quota, che possa essere utilizzata per fungere da nuova finanza pubblica, cui attingere per iniziative che sostengano l’economia in difficoltà e fronteggino gli scompensi sociali che ci attendono dietro l’angolo della crisi".
 
 
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