"C’è molto da fare, auspichiamo che ci sia quanto prima l’emanazione di un testo unico, in modo tale da semplificare anche il lavoro di investigazione e prevenzione.". Così il generale Giuseppe Arbore, capo del III reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza, alla Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico nell'audizione svoltasi oggi, 26 maggio.
"L’operazione della Guardia di finanza", è l'incipit del generale, "è a tutela del mondo del gioco. Il mondo del gioco legale ha avuto una progressiva espansione, riuscendo a erodere mercato all’illegalità: siamo passati dai 17 miliardi del 1999 ai 100 miliardi del periodo prepandemia. Nel contempo anche il gioco online si è sviluppato, con un’accelerazione registrata proprio nel periodo della pandemia, tanto che nel 2020 la raccolta complessiva generata dal gioco online ha superato la raccolta fisica".
Il settore del gioco, spiega ancora Arbore, "è un mondo da tutelare e da controllare, perché gli interessi ad esso connessi sono molteplici, soprattutto da parte della criminalità, ma senza escludere l’interesse dei giocatori. Un sistema legale tutela di più il giocatore, sia in ragione del pay-out, sia a tutela del gioco minorile. Poi vi è anche l’aspetto delle entrate erariali, fondamentalmente ancorate al prelievo unico erariale, all’imposta sulle scommesse e all’imposta sugli intrattenimenti".
Toccando il punto del gioco illegale, il rappresentante della Gdf spiega qual è il modus operandi attuale delle organizzazioni criminali, che principalmente "cercano di gestire direttamente il gioco ponendo la sede in paesi poco collaborativi, con controlli meno elaborati del nostro, che garantiscono molto spesso l’anonimato e l’impossibilità di ricostruire la catena societaria per andare a scoprire i reali responsabili. Gestire un’impresa di scommesse consente di muovere masse di denaro molto importanti, favorendo operazioni di riciclaggio", anche se "l’esperienza investigativa evidenzia il persistere di forme tradizionali di criminalità, come l’estorsione, l’imposizione di macchine artefatte".
Emerge tuttavia una nuova tendenza legata allo sviluppo tecnologico, con la criminalità che si affida "alla creazione di software non certificati che riescono a ridurre ad esempio il pay-out, mentre si stanno diffondendo anche centri di raccolta misti, che offrono canali illeciti al fianco di quelli leciti, a volte all’insaputa dei giocatori. Accanto a questi ci sono i totem, che grazie a deviatori consentono di accedere a siti di gioco legali e non legali. Il livello tecnologico", spiega Arbore, "è ormai molto elevato, le organizzazioni criminali si appoggiano a esperti di informatica che servono spesso anche organizzazioni in contrasto con loro, questo perché il mercato è così ampio che non si è creata ancora una vera e propria concorrenza tra le organizzazioni criminali".
E ripotando il testo di una intercettazione legata ad una recente operazione investigativa, spiega poi come la pensa un mafioso, oggi: “io cerco i nuovi adepti delle migliori università mondiali, e tu vai ancora alla ricerca di quattro scemi in mezzo alla strada”.
Elenca quindi una serie di operazioni che hanno portato "negli ultimi 3 anni all'individuazione di quasi 3 miliardi di base imponibile sottratta alla tassazione". E spiega che "il nostro approccio è quello di ricostruire tutti i flussi finanziari, il nostro fine ultimo è quello di togliere linfa vitale alle organizzazioni e ristorare l’erario. È chiaro che i nostri controlli sono tesi a verificare il corretto adempimento fiscale, il possesso delle concessioni, verificare la corretta pubblicità, l’accesso di minori, ma anche la verifica dei corretti adempimenti contro il riciclaggio".
Aggiunge quindi, sempre illustrando l'operatività del suo ordinamento militare, che "la guardia di finanza da diversi anni realizza e affina un continuo processo di analisi, per fare interventi sempre mirati, verso target caratterizzati da alto profilo di rischio. Emana piani operativi che contiene geolocalizzazioni, analisi dei reparti speciali, percorso operativi ben determinati. Dati, informazioni, elementi devono essere funzionali".
"Due sono i piani operativi: uno dedicato ai giochi, anche online, e uno al settore scommesse. Ci vuole tanta tecnologia, che è fondamentale. Ci siamo dotati già da qualche anno di una 'Dorsale informatica', realizzata da Sogei, che consente di far dialogare le nostre banche dati consentendo un percorso di analisi guidando l’operatore sul palco. Abbiamo poi inserito il 'Gara', che sta per Gambling risk analysis, che riesce a geolocalizzare ciascun apparecchio, dando un alert sulla raccolta e su possibili anomalie. Un meccanismo che si arricchisce delle nostre esperienze".
"Un’attenzione particolare viene rivolta al gioco online, in particolare ai conti gioco. Ci sono giacenze rilevanti sui conti gioco, anche di 500mila euro, questo perché un criminale può utilizzare il conto gioco in alternativa al conto bancario". E spiega la partecipazione della Gdf all’Uis, Unità investigativa scommesse sportive, e al Gis, il gruppo investigativo scommesse".
"Centrale nella nostra strategia", continua, "è l’aggressione patrimoniale, anche in questo caso ci siamo dotati di uno strumento informatico. L’applicativo 'Molecola' consente di individuare la sproporzione tra i redditi di una compagnia, individuando proventi leciti e proventi illeciti. La confisca di un’impresa mafiosa è semplice quando l’impresa è mafiosa, ma molto spesso non è così: l’organizzazione criminale si insinua in un’impresa legale. In quest’ultimo caso si deve bonificare l’azienda, non aggredirla".
"Il sistema di prevenzione si basa su un comportamento attivo di soggetti privati che devono fornire un contributo informativo (banche, consulenti…) eliminando quella zona grigia animata da imprenditori che non si fanno domande. Fra i soggetti oggi obbligati ai fini di antiriclaggio troviamo gli operatori di gioco online, gli operatori di gioco fisico e i soggetti che gestiscono le case da gioco, tra i quali troviamo una sensibilità sempre maggiore, almeno stando ai dati delle segnalazioni che ci sono giunte: nel 2017 abbiamo avuto 2600, mentre nel 2021 siamo arrivati a 7659 segnalazioni (incremento attribuibile al forte incremento di segnalazioni legate al gioco online). Nell’ultimo triennio", aggiunge, "abbiamo verbalizzato e sequestrato beni per 27 milioni di euro".
"La nostra vigilanza è anche sul web. Il territorio virtuale è assimilabile a quello fisico. Qui opera il nostro nucleo speciale, anche attraverso software di analisi del web e del dark web".
"Questo interesse istituzionale", continua Arbore avviandosi ad alcune considerazioni finali, "ha fatto sì che, nel tempo, vi sia stato uno stratificarsi di norme. C’è molto da fare sul piano dell’armonizzazione delle norme, auspichiamo che ci sia l’emanazione di un testo unico, in modo tale da mettere a sistema tutte le norme, questo rende più facile il rispetto delle norme da parte delle imprese, e da parte di queste norme è chiamato a farle rispettare. Noi da parte nostra lo sforzo l’abbiamo fatto, abbiamo anche redatto un manuale in due volumi nel quale abbiamo messo a sistema tutte le informazioni, la giurisprudenza, in modo da consentire alle nostre unità operative di poter agire con velocità e precisione. Da ultimo la cultura del gioco, cerchiamo di veicolare nelle scuole la cultura del gioco legale. L’illegalità reca un ulteriore danno al giocatore patologico, mettendogli a disposizione minori opportunità di vincita".
Nella parte finale dell’audizione alcuni interventi dei senatori presenti, tra i quali Elio Lanutti, che sottolinea come il vero tallone d’achille delle organizzazioni criminali siano le tracce che lasciano dietro di sé. Lo sviluppo di queste tracce tramite un’indagine patrimoniale è la strada maestra, come spiegavano, ancora 40 anni fa, Giovanni Falcone e Turone, invitando a seguire il denaro”.
Arbore conferma che “ ‘follow the money’ è il nostro diktat” e che “in una fase di crisi c’è stata maggiore attenzione, quindi “abbiamo messo assieme un sistema collaborando con tutte le forze di polizia, per creare un osservatorio sui rischi delle infiltrazioni. Un osservatorio che ha funzionato. La circolarità informativa è fondamentale. La pluralità delle forze di polizia è un valore aggiunto, che mette a sistema una pluralità di competenze”.
“Sapendo che la domanda di gioco è anelastica immaginavamo che il giocatore, soprattutto quello patologico, in mancanza di gioco fisico avrebbe cercato di giocare anche nell’illegalità”.
A Michelina Lunesu loda l’organizzazione eccellente della Guardia di finanza e chiede al generale Arbore cosa di può fare di più contro la criminalità, il rappresentante della Guarda di Finanza spiega che “i sequestri vengono fatti in tutta Italia, non farei una graduatoria di regioni, così come la propensione al gioco. Esiste però una correlazione tra raccolta gioco e Pil, e quando il rapporto appare non coerente, allora c’è un problema da approfondire, perché può esserci un fenomeno di riciclaggio. Questo è un esempio di come la mappatura socioeconomica di questi dati ci permette di indirizzare molto la nostra attività. Cosa si può fare di più? Banche dati come questa, l’interoperabilità di banche dati, intelligenza artificiale che consente di orientare risorse verso target di ‘sicuro rendimento’, e passatemi il termine aziendalistico.
Al videpresidente Cangini, che chiede, tra il resto, se è pensabile una banca dati unica a disposizione di tutte le forze di polizia Arbore risponde che “per quanto riguarda ai minori il problema è molto ampio. “Il minore può aver accesso facilmente a internet, anche con identità di altri. A mio avviso anche sul territorio virtuale dovrebbe essere applicata una certificazione dell’identità, così come avviene sul territorio reale”.
Ortis, infine, ricorda l’audizione della dottoressa Pacifici chiedendo al generale Arbore se effettivamente vi è stato un aumento del gioco online, dato che Pacifici sosteneva invece il contrario.
“I dati di Adm confermano un incremento del gioco online, mentre la raccolta fisica conferma un aumento del gioco illegale fisico. Chiaro che durante la pandemia ci si è rivolti all’online, posso dare solo il dato che deriva dalla nostra attività investigativa. Una cosa è certa: la pandemia ha messo in sofferenza il mondo imprenditoriale legato al gioco, nel 2018 esistevano 11.139 società, che sono scese a 8.176 nel 2020. Che la domanda sia anelastica lo dicono tutti i ricercatori, e in questa non incide molto il momento di contingenza, e questo è quello che emerge dalle nostre attività investigative”.