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Gioacchini (Giocondabet): 'Serve andare oltre la formazione'

21 settembre 2021 - 14:31

Nel suo intervento al convegno di Enada organizzato da GiocoNews, Paolo Gioacchini (Giocondabet) evidenzia l'esigenza di saper personalizzare perché 'al giocatore piace essere coccolato'.

Scritto da Daniele Duso
Gioacchini (Giocondabet): 'Serve andare oltre la formazione'

Rimini - “In un settore come il nostro, dove l’innovazione tecnologica è una parte importante, credo che non ci sia altra scelta di essere prepareti all'approccio al cambiamento.”. Così Paolo Gioacchini, presidente di Giocondabet nel suo intervento al convegno su “La sfida dell’integrazione: multicanalità a misura di gestore”, organizzato dalla testata GiocoNews nella giornata di apertura di Enada Rimini, oggi, 21 settembre.

"È il momento di agire", spiega Gioacchini, "Io sono nato nel mondo dei flipper elettromeccanici. Già, oggi parliamo di online, ma in mezzo c’è stato il mondo, con prodotti decisamente tecnologici come le vlt, nei confronti dei quali mi ricordo anche la resistenza alle innovazioni che introducevano". Ma è questo il punto, secondo Gioacchini, "un gestore che opera in questo settore se non si cala nel cambiamento è destinato a scomparire. Fa parte anche di un processo evolutivo".

"Il nostro mondo è fortemente radicato nel territorio, e sappiamo che rappresenta un mondo importante per sviluppare questo business. Il cambiamento non è mai facile, stiamo cercando di fare leva su quella che è la nostra esperienza nel mondo del gioco, facendo leva sul nostro rapporto con il territorio.

"Abbiamo un modo di lavorare vecchio che nell’online non può portare beneficio. Siamo abituati a installare un apparecchio e poi attendere che possa andare in autonomia. Ciò accade nello slot, non accade nell’online. Nell'online dobbiamo essere bravi a personalizzare. Una delle cose che ci siamo detti noi di Giocondabet è di fare leva con il territorio, sapendo che il giocatore vuole essere coccolato.

"Serve qualcosa di più della formazione, serve imparare a fare un lavoro nuovo. Il mercato si muove e più che formazione serve conversione. In alternativa si rischia di non dare un senso al progetto. Abbiamo preso una concessione, chi è qui in sala sa quante volte questo sia stato un tema attuale, abbiamo visto tante esperienze di gestori che hanno fatto scelte di questo genere. Il gestore che ragiona da concessionario è un gestore evoluto. Nel nostro piccolo cerchiamo di essere veloci e dinamici, cercando di avvicinare i due mondi.

"Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia e non veder tutte le difficoltà che ci stanno creando politiche come la questione territoriale, sono tutti elementi che ci aiutano a capire dove stiamo andando, anche per quelle che sono le attitudini delle persone, dei nuovi giocatori. In uno dei tanti incontri un politico ha detto che le slot sono un prodotto ormai morto, mi ha procurato una riflessione, non è che sia effettivamente così? Saper intercettare questi segnali ci è utile, sono segnali che vanno colti, chi ha l’entusiasmo e la passione per il mondo del gaming deve porsi queste questioni".

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