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Pubblicità gioco e Premier league, al vaglio divieto fra 3-5 anni

04 luglio 2022 - 10:38

Il divieto di pubblicità di gioco sulle maglie della Premier league inglese potrebbe essere attuato – parzialmente – fra 3-5 anni. In Italia fu dato solo un anno.

Scritto da Redazione
Pubblicità gioco e Premier league, al vaglio divieto fra 3-5 anni

Una soluzione intermedia, e graduale.

Potrebbe essere quella adottata nel Regno Unito dalla Premier league – la massima serie calcistica – e dal Governo, a proposito delle sponsorizzazioni degli operatori di betting sulle maglie dei giocatori.

Dopo i rumours di qualche giorno fa che ipotizzavano l'abolizione del divieto di pubblicità proposto inizialmente nell'ambito dell'ormai prossima riforma della normativa nazionale sul gioco, ora la strada da percorrere sembrerebbe quella della “via di mezzo”.

Stando a quanto scrive Sky News, i vertici della Premier League avrebbero suggerito all'Esecutivo britannico di eliminare gradualmente le pubblicità di betting dalla parte anteriore della maglia nei prossimi anni, ma di consentirle sulle maniche, in quanto meno visibili.

Tale tipo di accordo consentirebbe ai club di evitare la debacle finanziaria con un'improvvisa scomparsa delle entrate collegate al settore dei giochi.
Quanto alle tempistiche tale cambiamento potrebbe attuarsi in una forbice compresa fra i tre e i cinque anni, per consentire ai club di tener conto della scadenza degli accordi commerciali esistenti.
 
Chris Philp, il ministro del Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport responsabile del gioco d'azzardo, starebbe prendendo in considerazione la proposta, che di sicuro ha forti ripercussioni sul gotha del calcio inglese: quasi la metà dei club della Premier league, tra cui Newcastle United e West Ham, sono stati sponsorizzati da società di scommesse la scorsa stagione.
 
Uno scenario che non può non far pensare all'Italia, dove si è parlato più volte dell'ipotesi di sospendere almeno temporaneamente il divieto di pubblicità al gioco introdotto nel 2018 dal decreto Dignità, stabilendo che  i contratti di pubblicità allora in corso potessero essere applicabili fino alla scadenza, e comunque per non oltre un anno.
Quindi consentendo un margine temporale di adattamento decisamente inferiore. Con tutte le conseguenze del caso.
 

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