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Mipaaf pubblica circolari trotto e galoppo, polemiche sui limiti di età

11 dicembre 2021 - 08:48

Pubblicate dal Mipaaf le circolari di programmazione di trotto e galoppo, operatori pronti a ricorrere al Tar per l'abbassamento dell’età limite di carriera nel trotto.

Scritto da Francesca Mancosu
Mipaaf pubblica circolari trotto e galoppo, polemiche sui limiti di età

Sono appena state pubblicate e già sono al centro delle polemiche le circolari di programmazione del trotto per il 2022-2023 e del galoppo per il 2022.


Le circolari, disposte con un decreto del ministero delle Politiche agricole firmato dal direttore generale Oreste Gerini, seguono "la necessità di definire i criteri della programmazione tecnica delle corse, al fine di assicurare i riferimenti idonei per la selezione ippica, per l’attività delle scuderie e degli ippodromi", fornendo in particolare per il trotto, "indirizzi generali che consentano di realizzare le esigenze tecniche del settore e di dare certezza agli operatori ippici, favorendo l’introduzione di prescrizioni volte a favorire programmazioni omogenee per fascia di età e la formulazione di corse maggiormente omogenee".

Le circolari sono consultabili nella loro interezza a questi link: trotto e galoppo

A destare sconcerto fra gli operatori sono innanzitutto le nuove norme per il trotto, a cominciare dal ritorno all’età limite di carriera di 8 anni per le femmine e 10 per i maschi e castroni (il precedente era, rispettivamente, di 10 e 14 anni) e dalla suddivisione del montepremi, con l’11 percento riservato ai cavalli di 2 anni, il 28 percento ai 3 anni, il 24 percento ai 4 anni, il 20 percento ai 5 e 6 anni, e, infine, il 17 percento agli anziani.
Tali regole saranno in vigore fra 20 giorni.

Una domanda quindi sorge spontanea: che fine faranno i cavalli che in base alla circolare saranno considerati "fuori quota" fra pochi giorni?
Se lo chiede anche Roberta Ravello, dell'organizzazione di volontariato senza scopo di lucro Horse Angels. "Più di 600 cavalli iscritti ai ruoli saranno senza 'lavoro' dal primo gennaio prossimo, e non potendo più correre, dove finiranno?
Piste private, corse su strada e macellazione sono le ipotesi più accreditate. Qualcuno forse finirà nel circuito dell'equitazione ma, trattandosi i più di cavalli non abituati alla sella, c'è l'annoso problema della riconversione, che per essere affrontato decorosamente, abbisognerebbe di fondi dedicati per massimizzare le chance dei cavalli di trovare una nuova vita post corse nel mondo del cavallo da sella.
Purtroppo, al solito si direbbe, il calendario di programmazione corse non si preoccupa del fine carriera dei cavalli, e questo è un grave handicap che si ripercuote gravemente sulla credibilità etica della filiera.
C'è chi annuncia ricorso, chi annuncia proteste, chi annuncia che fermerà la scuderia. Chi ha voluto questa programmazione? Risposta: chi ci guadagna di più? Gli allevatori sembrerebbe. Sono quelli che hanno maggiore interesse al ricambio rapido dei 'prodotti' della corsa, dal momento che sono loro che vendono i cavalli 'nuovi di pacco' per un nuovo giro di pista.
Così non finirà mai lo scempio dell'ippica fino a che non ci saranno teste pensanti e agenti per il bene dell'ippica tutta, senza guardare al piccolo orticello personale. Bene collettivo che non può prescindere dal mettere al centro il cavallo e la sua tutela: prima, durante e dopo le corse".
 
 

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