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Speciale elezioni e gioco: Genova e la 'questione legge regionale'

07 giugno 2022 - 09:39

Seconda puntata dello speciale di GiocoNews sulle elezioni amministrative: riflettori puntati su Genova e l'attuazione della legge regionale sul gioco.

Scritto da Francesca Mancosu
Speciale elezioni e gioco: Genova e la 'questione legge regionale'

Ultima settimana di campagna elettorale per i candidati in lizza per le elezioni amministrative del 12 giugno, e nuova puntata dello speciale di GiocoNews pubblicato sull'ultimo numero della rivista Gioco News (consultabile nella sua interezza online a questo link). 

Dopo L'Aquila, è la volta di Genova, città che è stata una delle prime in Italia a dotarsi di un regolamento specifico sul gioco, senza dimenticare che nella sua regione, la Liguria, la normativa in materia è attualmente sospesa "sine die", ormai dal 2018.

Una situazione che ha spinto Mettiamoci in gioco, la campagna nazionale diretta al contrasto e alla diffusione del gioco d’azzardo, a chiedere ai candidati sindaco liguri di: “adottare e/o deliberare per mezzo di leggi e/o regolamenti locali/regionali/nazionali/ordinanze sindacali ogni e qualunque forma di disciplina che sia in grado di contrastare il dilagare del fenomeno e delle sue degenerazioni di carattere sociale ed economico anche in ordine alla individuazione di luoghi sensibili presenti o di futura ubicazione sui territori determinandone le debite distanze minime da rispettare da strutture di vendita e punti gioco d’azzardo di ogni ordine e grado; aggiornare e tenere sotto controllo le statistiche sul numero di apparecchi, consumi e spesa nel territorio; promuovere (anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni del Terzo settore specializzate) momenti di formazione istituzionale circa i pericoli prodotti dalla pratica e dall’abuso dei giochi, nonché di sensibilizzazione sui temi rivolti ai giovani e alla cittadinanza; attuare, attraverso gli organi preposti, controlli finalizzati al divieto di gioco ai minori di anni 18 presso tutte le strutture che vendono gioco d’azzardo; contingentamento dei tempi di accesso a Vlt e slot nei locali commerciali”.

Un appello a cui risponde Ariel Dello Strologo, scelto dal Partito democratico e dal Movimento cinque stelle, uno degli contendenti della poltrona di primo cittadino attualmente ricoperta da Marco Bucci, supportato dal centrodestra.

"Partiamo da un dato recente: a Genova c'è una slot machine ogni 150 persone. A ciò si aggiunge il gioco d'azzardo online, che è cresciuto esponenzialmente, triplicando le proprie vittime durante il lockdown. Di conseguenza, sono più che quadruplicati i soggetti ludopatici in carico al Sert: dai 116 del 2011 si è arrivati ai 523 del 2020. In questo preoccupante scenario rileviamo una grave assenza: in Comune manca da tre anni l'assessore ai Servizi sociali. Non c'è più tempo da perdere, è una figura che va necessariamente ripristinata al più presto", esordisce Dello Strologo.
"Naturalmente, chiederemo lo sblocco della legge regionale per poter rendere operativo il regolamento comunale. Contemporaneamente riprenderemo in mano quel regolamento per ragionare sull'opportunità di aumentare le distanze dai luoghi più sensibili, portando a 500 metri la distanza minima dei centri scommesse e degli spazi per il gioco con vincita in denaro da istituti scolastici di qualsiasi grado, luoghi di culto, centri socio-ricreativi e sportivi, strutture residenziali o semi residenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale. E quindi oratori, discoteche, biblioteche, musei, giardini e parchi pubblici.
Ragioneremo anche sugli orari di apertura e di funzionamento delle sale gioco e degli apparecchi di intrattenimento e svago con vincita in denaro, non solo limitandone l'accesso tra le ore 19.30 e le ore 9 ma introducendo ulteriori fasce orarie diurne protette. 
Considereremo l'ipotesi di alzare a 21 anni l'età minima consentita per l'utilizzo di apparecchi di intrattenimento e svago con vincita in denaro.
Valuteremo la possibilità di introdurre ristori economici per attività commerciali, come bar e tabaccherie, che rinuncino a ospitare apparecchi di intrattenimento e svago con vincita in denaro, prevedendo sgravi fiscali su imposte comunali.
Inoltre chiederemo ai direttori generali di Asl3 di potenziare i servizi del Sert finalizzati a contrastare la ludopatia. Intendiamo anche realizzare punti di ascolto in tutto il territorio cittadino, che possano offrire ai soggetti ludopatici la possibilità di poter trovare conforto e supporto in maniera anonima. Promuoveremo la creazione di una banca dati delle varie forme di dipendenza dal gioco. 
Ciò detto, un'azione che una città deve compiere, se davvero vuole liberarsi dalla piaga della ludopatia e del gioco d'azzardo, è quella di arricchire il territorio di punti di aggregazione, spazi sociali, aree ricreative in cui la socialità diventi un valore e un'opportunità. Per questo pensiamo a un nuovo welfare giovanile collegato a una rete di servizi che includono salute, trasporti, biblioteche e spazi di socialità e per lo sport. Una città per tutte e tutti è anche quella che combatte le dipendenze e aiuta a uscirne. Combatte il gioco d’azzardo e la ludopatia, pratica una politica di riduzione del danno, valorizza il mutuo aiuto, l’educazione scolastica preventiva e l’azione decisiva del volontariato e dell'associazionismo solidale". 
Ariel Dello Strologo quindi illustra il suo programma complessivo di governo.
"Lavoreremo per cucire su misura per Genova una nuova identità, fondata sull'equilibrio tra tutte le sue componenti. La renderemo di nuovo una città inclusiva e accogliente, per tutte e tutti, per i nativi genovesi e per i nuovi genovesi. Una città dove si possa scegliere di rimanere a vivere o di trasferirsi per costruire un progetto di vita, lavoro e famiglia.
Lo faremo allargando gli orizzonti, investendo in un futuro che riporti Genova a essere forte, competitiva e attrattiva e, allo stesso tempo, riducendo le distanze, quelle fisiche e quelle sociali, quelle tra le persone, quelle dentro la città e quelle tra la città e il resto del mondo.
Daremo un nuovo significato al patto tra istituzioni e cittadini, per ricucire le frammentazioni e le ferite sociali, economiche e demografiche. Per dare un futuro ai giovani e agli anziani un presente. Per restituire a ciascuno il rispetto della propria individualità e della collettività a cui appartiene. Per assicurare risposte rapide ed efficienti a una comunità attiva e inclusiva.
Coniugheremo uno sviluppo economico sostenibile e una redistribuzione equa della ricchezza prodotta, per garantire occupazione, crescita economica, giustizia e solidarietà sociale nel rigoroso rispetto dell’ambiente, tutti principi garantiti dalla nostra Costituzione", assicura.
"Raggiungeremo questi obiettivi dando vita a un sistema educativo e di formazione di alta qualità, dall’età prescolare alla formazione universitaria, accessibile a tutti. Un sistema moderno e competitivo, focalizzato sulle specificità e sulle competenze presenti nella nostra città (a cominciare dal mare in tutte le sue declinazioni e dall’innovazione tecnologica, ad esempio). Un sistema che da un lato permetta ai giovani, genovesi e non, di formarsi e sviluppare le capacità e gli strumenti necessari per potersi costruire un futuro lavorativo nella nostra città. E dall’altro sappia attrarre imprese, capitali e intelligenze, per dare vita e opportunità a nuovi insediamenti imprenditoriali.
Crediamo in un’idea di città che mette al centro la persona e che, con azioni di radicale innovazione, misura i propri interventi e investimenti sulla base dell’efficacia e del risultato sociale. Vogliamo innanzitutto investire su una strategia di servizi sociali che operi su diversi versanti, dal sostegno economico, all’abitazione, alla salute, all’educazione, alle solitudini. Perché le povertà, anche per effetto della pandemia, non coincidono più solo con fasce marginali della popolazione, ma riguardano migliaia di genovesi, determinando incertezza e insicurezza.
Per questo serve un vero e proprio Piano Regolatore degli interventi sociali costruito in sinergia con il terzo settore e il volontariato e che abbia come obiettivo non solo l’erogazione di prestazioni ma soprattutto la prevenzione, la presa in carico globale delle persone e dei loro bisogni. Armonizzando programmi nazionali, regionali e locali in una più forte sussidiarietà".
 
 

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