skin

Gioco, Tar Lazio conferma limiti orari di Roma: 'Adeguata istruttoria'

18 dicembre 2018 - 15:59

Il Tar Lazio conferma la validità dell'ordinanza sul gioco firmata dal sindaco di Roma, Virgina Raggi, a giugno 2018.

Scritto da Fm
Gioco, Tar Lazio conferma limiti orari di Roma: 'Adeguata istruttoria'

 

Il sindaco di Roma Capitale ha legittimamente esercitato i poteri riconosciutigli dall’ordinamento” e l’ordinanza impugnata “contiene un puntuale riferimento alle esigenze di tutela della salute pubblica e del benessere individuale e collettivo dei cittadini, al cui soddisfacimento è preordinata, attraverso la lotta alla dipendenza da gioco cui è strumentale la riduzione oraria degli apparecchi per il gioco lecito in tutto il territorio comunale”.

Questi alcuni dei motivi per cui il Tar Lazio ha respinto una serie di ricorsi di società di gioco per l'annullamento dell'ordinanza del sindaco di Roma Capitale del 26 giugno 2018, avente ad oggetto “La disciplina degli orari di funzionamento degli apparecchi di intrattenimento e svago con vincita in denaro di cui all'art. 110, comma 6, del Tulps, installati nelle sale gioco e nelle altre tipologie di esercizi, autorizzati ex artt. 86 e 88 del Tulps”.

 

Nella sentenza poi si evidenzia che “dall’esame dei dati in possesso dell’Amministrazione è risultata 'evidente una significativa diffusione del gioco d’azzardo, con un elevato numero di aperture di sale da gioco autorizzate ex art. 86, comma 1, del Tulps (pari ad oggi a circa 587) e Scia/Comunicazioni di installazione, produzione, importazione e gestione anche indiretta, autorizzate ex art. 86, comma 3, del Tulps di apparecchi di cui all’articolo 110, commi 6 e 7, del Tulps (pari ad oggi a circa 1062) e di sale ex art. 88 Tulps di competenza della Questura di Roma (pari a circa 1.116)'.
Sono state, infine, richiamate anche fonti scientifiche, come lo studio sulle 'Dipendenze comportamentali/gioco d’azzardo patologico: progetto sperimentale nazionale di sorveglianza e coordinamento/monitoraggio degli interventi', curato dal Ministero della Salute.
Nel corso degli anni sono stati altresì acquisiti dagli Uffici numerosi dati, non menzionati nelle premesse del provvedimento, come quelli forniti dalla stessa Agenzia delle Dogane e dei Monopoli al sindaco di Roma Capitale, che, in data 12.4.2017, aveva chiesto, proprio al fine di 'intraprendere a livello locale azioni concernenti la regolamentazione delle sale per il gioco pubblico', informazioni e dati tra cui la 'quantificazione complessiva della raccolta monetaria annua per il gioco lecito negli anni 2014, 2015, 2016 e primo trimestre dell’anno in corso, distinguendo l’ammontare di cui sopra per ciascuna tipologia di gioco in ogni singolo municipio' e la 'distribuzione territoriale dei punti di raccolta di gioco (per ogni singola tipologia) e degli esercizi specializzati (bingo, sale vlt, Centri di scommesse, sale Polivalenti ecc) nei territori dei Municipi'”.
 
 
Per i giudici, risulta “rispettato il principio di proporzionalità, così come appare garantito un idoneo contemperamento degli interessi: da una parte la tutela della salute e del benessere individuale e collettivo, dall’altra la libertà di iniziativa economica e la tutela del lavoro.
È, infatti, evidente che un’illimitata o incontrollata possibilità di accesso al gioco accresce il rischio di diffusione di fenomeni di dipendenza, con conseguenze pregiudizievoli sia sulla vita personale e familiare dei cittadini, sia a carico del servizio sanitario e dei servizi sociali, chiamati a contrastare patologie e situazioni di disagio connesse alle ludopatie.
Occorre, infine, precisare che l’ordinanza impugnata determina gli orari di funzionamento degli apparecchi di intrattenimento e svago con vincita in denaro, ovunque installati e collocati, mentre ne sono esclusi tutti i giochi che non avvengono tramite apparecchi o che non erogano vincite in denaro, per cui tali orari non riguardano l’apertura e la chiusura delle sale bingo, ma il funzionamento di detti apparecchi, ove nelle stesse fossero installati.
L’uniformità degli orari per il funzionamento degli apparecchi per tutte le tipologie di esercizi che possano prevederli, così come l’orario indifferenziato per tutto il territorio comunale, appaiono ragionevolmente giustificati e del tutto proporzionati rispetto all’intento di prevenire la trasmigrazione degli utenti dall’una all’altra tipologia di esercizi, ovvero dall’una all’altra zona del territorio comunale, fenomeni che verosimilmente si verificherebbero invece in caso di diversificazione di orari e di zone.
Tanto ad ulteriore riprova della logicità e della proporzionalità delle limitazioni orarie previste”.
 

Articoli correlati