La settimana appena iniziata sarà importante per due delle regioni più “calde” per le sorti del comparto del gioco legale.
Ovviamente parliamo del Piemonte, dove domani, 29 giugno, riprende la discussione del consiglio regionale sul disegno di legge presentato dalla Giunta per eliminare la retroattività della legge varata dal precedente Esecutivo, nel 2016. Per quella che si preanuncia (ancora) come una vera e propria battaglia, non solo per la questione in sé, ma anche per l'impressionante numero di emendamenti – ben 900mila, un record, probabilmente – presentati dalle forze di minoranza, decise a bloccare il prosieguo dei lavori e l'avvio della discussione generale.
Con una strategia – quella dell'ostruzionismo – che potrebbe però essere minata, almeno in parte, dal ricorso al cosiddetto “canguro”, un “super emendamento” della maggioranza concepito appositamente per “saltare” gli emendamenti della minoranza, o almeno una parte di essi.
In concomitanza con l'esame del Ddl, i lavoratori piemontesi torneranno a manifestare sotto Palazzo Lascaris, la sede del Consiglio, con un presidio convocato dalle ore 9.
Nelle stesse ore, accadrà lo stesso in Emilia Romagna, di fronte alla sede del consiglio regionale a Bologna, dove ad essere in presidio saranno le imprenditrici e le lavoratrici del comitato Donne in gioco, dalle 10 alle 13, per sollecitare una risposta della Regione alla
proposta di concedere di un anno almeno per le sale che ancora devono ricevere la lettera di chiusura da parte dei Comuni, in modo da avere il tempo adeguato per potersi ricollocare, alla luce dell'impossibilità di farlo fra 2020 e 2021 per il lockdown del comparto.
Una proposta consegnata nelle mani del capo di Gabinetto Giammaria Manghi ai primi di giugno e, per il momento, rimasta lettera morta.