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Corte Conti, Bplus presenta ricorso per revocazione contro sanzione da 335 milioni

16 aprile 2015 - 08:06

Dopo quello in Casssazione, il concessionario Bplus ha presentato ricorso per la revocazione per errore di fatto alla Corte dei Conti. La società, assistita dal professor Stefano Vinti e dagli avvocati Andrea Scuderi, Carmelo Barreca e Ferruccio Barone – chiede l’integrale annullamento del verdetto d’appello sulle maximulte slot e un nuovo giudizio da discutere alla Corte dei Conti del Lazio.

Scritto da Gt
Corte Conti, Bplus presenta ricorso per revocazione contro sanzione da 335 milioni

Alla base dell’istanza contro la sanzione da 335 milioni "una falsa percezione della realtà che emerge al contrario dal semplice riscontro di documenti esibiti". Bplus chiede di dichiarare che "nulla è dovuto a titolo di danno erariale" e contesta la sanzione calcolata dai giudici contabili, basata "su deduzioni e motivazioni, oltreché immotivatamente discrezionali, comunque radicalmente viziate da numerosi errori di fatto". Il danno da disservizio causato dalla mancata connessione degli apparecchi sarebbe stato attribuito "in maniera del tutto distante dalla realtà, mentre dagli atti del giudizio risultava che il servizio di connessione era stato assicurato" per la gran parte del parco macchine. Bplus fa presente che proprio l’illecito sanzionato dalla Corte - aver utilizzato per la raccolta un certo numero di apparecchi ancora privo di connessione - ha comunque generato entrate erariali: "Qualunque ipotetico danno da disservizio rimarrebbe assorbito per compensazione con gli enormi vantaggi ricevuti, con conseguente totale ribaltamento ed annullamento della sentenza impugnata.

E i conti, come si legge nel ricorso sono i seguenti: "Seguendo il criterio della mancata connessione quale indice totale del mancato controllo e del conseguente disservizio (senza tenere conto dei dati 'inesistenti' del gateway), il danno complessivo da liquidare in capo a Bplus non poteva in nessun caso essere superiore a 87 milioni di euro. Il motivo revocatorio conduce quindi inevitabilmente o all'annullamento della sentenza ovvero a un fortissimo ridimensionamento del danno per cui vi è stata condanna". 

Inoltre la concessionaria sostiene che, sebbene ” dagli atti del giudizio risultava che il servizio di connessione era stato assicurato” per la maggior parte delle macchine allacciate alla rete, per la Corte si sia comunque verificato un danno da disservizio, un giudizio “del tutto distante dalla realtà”. Del resto, la creazione della rete delle newslot ha comunque assicurato ingenti entrate erariali: “Qualunque ipotetico danno da disservizio rimarrebbe assorbito per compensazione con gli enormi vantaggi ricevuti, con conseguente totale ribaltamento ed annullamento della sentenza impugnata”.

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