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Nuovo Dpcm: cosa si può fare e cosa no nel gioco pubblico

26 ottobre 2020 - 10:24

Oltre all'online, il Dpcm 'salva' alcune modalità di gioco fuori dalle sale dedicate: sì a slot, lotterie e scommesse in tabaccherie e bar, eccetto restrizioni locali.

Scritto da Redazione
Nuovo Dpcm: cosa si può fare e cosa no nel gioco pubblico

Lockdown totale per tutti gli ambienti di gioco "dedicati", ma spazio - ancora - per tutte le altre forme di gioco consentite all'interno dei pubblici esercizi che rimangono aperti, sia pure al netto delle varie restrizioni orarie, nazionali e locali.

All'indomani dell'emanazione dell'ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri per il contenimento dell'emergenza Covid-19, si delinea una nuova mappa del gioco pubblico, fortemente compromessa e seriamente discriminata.

Come confermano gli addetti ai lavori e i rappresentanti di categoria: "Il Governo nel nuovo Dpcm ha individuato dei luoghi in cui non si può giocare - sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò - ma le attività di gioco restano consentite, ovviamente al netto delle restrizioni locali".
Queste le parole con cui, in un commento a GiocoNews.it, Giorgio Pastorino, presidente del Sindacato totoricevitori sportivi, prova a fare chiarezza sul lockdown di fatto sancito per il mondo del gioco con l'ultimo provvedimento firmato dal premier Giuseppe Conte, nella giornata di domenica 24 ottobre, e valido fino al prossimo 24 novembre.
 
Misura contro cui si sono scagliate subito le rappresentanze di categoria, che hanno chiesto l'introduzione di limiti orari - come quelli già decisi per altri tipi di attività - e che hanno generato non poca confusione fra gli esercenti del settore e tutte le parti della filiera.
"Per ora ad essere colpite sono solo le sale dedicate - che evidentemente il Governo a ritenuto essere a maggior rischio di assembramento. Ma restano permesse, nei bar come nelle tabaccherie/totoricevitorie il funzionamento delle slot, la vendita di gratta e vinci e lotterie, e la raccolta di scommesse nei corner. È stato così anche nel lockdown di primavera, fino a quando l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, con un'apposita circolare, ha mano a mano specificato i prodotti permessi e quelli no", prosegue Pastorino.

È ovvio che su queste ultime misure incombe lo spettro di nuove, ulteriori restrizioni, dopo che il premier Conte ha annunciato la possibilità di concordarne altre di concerto con le Regioni, contrarie a chiudere alle 18 bar e ristoranti come poi è stato deciso, ma non alle sale gioco, già oggetto di chiusure e limitazioni - vedi Lombardia e Umbria - prima dell'avvento del Dpcm firmato ieri.
 
Sullo sfondo, come per il lockdown di primavera, resta il gioco online, l'unico totalmente esente dalle normative anti-Covid.
 
Intanto, sembrano stringersi le maglie per i gli indennizzi promessi dal Governo alle categorie più colpite dal nuovo Dpcm.
Il vice ministro all'Economia, Antonio Misiani, ha annunciato l'intenzione di ampliare la platea delle imprese interessate "superando il limite di 5 milioni di fatturato" e prevendo  "contributi più generosi per le attività di settori completamente bloccati. Ci sarà quindi una differenziazione tra chi può tenere aperto fino alle 18 e chi invece deve bloccare la propria attività h24".
Il nuovo provvedimento, che prenderà la forma di un decreto e dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 ottobre, secondo le stime avrà impatto su 350 mila imprese nel settore della ristorazione, bar, spettacolo e sport, "quelle interessate dalle misure restrittive".
 
Una risposta all'appello lanciato da tante rappresentanze dei settori penalizzate dal Dpcm, gioco in testa, ma chissà se questa volta il gioco avrà davvero "ristoro".
 
IL GIOCO VIETATO E QUELLO CONSENTITO - Quindi, almeno per ora si potrà continuare a giocare online, a comprare tagliandi della lotteria e gratta e vinci, a giocare tutti i giochi di ricevitoria, per esempio. Per le slot, l'unica possibilità saranno i bar, ma fino alle 18 e laddove possibile. Come noto, sicuramente non in Lombardia, dove il governatore Attilio Fontana fino al 6 novembre ha fermato sia le sale gioco che le slot installate nei bar: stop su cui pende il verdetto del Tar che per alcuni ricorsi ha programmato la discussione in camera di consiglio il 3 e per altri il 17 novembre.
Niente slot anche in Liguria, che lo scorso 21 ottobre aveva fissato gli orari delle sale dalle 5 alle 18, fino al 13 novembre, per poi chiarire nelle Faq pubblicate sul sito della Regione che a dover cessare non era solo l'attività delle sale ma anche il funzionamento degli apparecchi installati nei bar e nelle tabaccherie.
In Umbria si attende la pronuncia del Tar sull'ordinanza della governatrice Donatella Tesei che, anticipando il Governo, aveva vietato il gioco, sancendo lo stop anche alle slot machine sistemate negli esercizi commerciali.
Altra questione è quella del gioco collegato agli ippodromi. Il nuovo Dcpcm infatti ha ripristinato il divieto di assistere alle corse, con il ritorno dei convegni "a porte chiuse", fatto che ferma, almeno per il momento, la possibilità di scommettere nelle agenzie con sede negli impianti. Facendo salva, ovviamente, quella di puntare online.
 
I CONFINI DEL TEMPO LIBERO E DELL'INTRATTENIMENTO - Vediamo, nel complesso, quali sono i nuovi limiti in vigore fino al 24 novembre per la gran parte delle attività quotidiane, con l'obiettivo di salvaguardare quelle ritenute "essenziali": la scuola e il lavoro.
Fermo restando ancora e sempre che quelle ancora consentite vedono l'obbligo del distanziamento e dell'utilizzo delle mascherine sia all’aperto, sia al chiuso.
Primo punto: la chiusura di bar e ristoranti alle 18, compresa la domenica, con la "possibilità di consegna a domicilio nonché, fino alle ore 24, la ristorazione con asporto", sempre con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze del locale. Restano aperti gli esercizi di
somministrazione di alimenti e bevande "nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, all’interno degli ospedali e negli
aeroporti".
Restano aperti senza limiti d'orario, ma impedendo ai clienti "di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni" i negozi di generi alimentari, i centri commerciali, le farmacie, i saloni di bellezza, i parrucchieri e i barbieri, i negozi al dettaglio come calzature, abbigliamento, accessori, librerie, profumerie.
Gli unici a dover osservare la chiusura totale, oltre alle sale gioco, ai parchi tematici e di divertimento, ai centri culturali, centri sociali e centri ricreativi, sono i cinema e teatri, con la sospensione "degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto". I musei restano aperti, così come gli altri "luoghi della cultura", fra cui le aree archeologiche e i siti monumentali.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici, la capienza resta
fissata all’80 percento, con la raccomandazione per i cittadini di "non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi".
Rimangono consentiti gli spostamenti tra i comuni e fra le regioni, fatti salvi provvedimenti locali, specifiche firmate dai governatori, come in Campania.
Quanto allo sport, si può ancora svolgere attività sportiva di base e attività motoria in genere purché all’aperto "presso circoli sportivi, pubblici e
privati", senza creare assembramenti e rispettando le distanze. Stop a calcio, calcetto, basket, attività sportiva dilettantistica di base, scuole e
l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto nonché tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto, anche se aventi carattere ludico-amatoriale.
Niente pubblico negli stadi, niente gare degli sport individuali e di squadra, in luoghi pubblici e privati, ma restano consentiti "eventi e competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Coni, dal Comitato Paralimpico e dalle rispettive federazioni sportive nazionali".
 

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