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Legge Stabilità, il governo cambia le norme sui giochi: eliminato aumento Preu e riduzione payout

13 dicembre 2014 - 14:45

Il governo ha presentato alla quinta commissione Bilancio del Senato un maxi emendamento ai commi dell’articolo 3 della legge di Stabilità relativi al gioco che prevedono una profonda riscrittura di quelle uscite dalla Camera dei Deputati e relative alla tassazione dei Ctd, al Preu su Vlt e slot e alla lotta al gioco illegale. Dalle nuove misure il governo conta di incassare 937 milioni di euro.

Scritto da Anna Maria Rengo
Legge Stabilità, il governo cambia le norme sui giochi: eliminato aumento Preu e riduzione payout

 

Di particolare rilievo, il fatto che il 'vecchio' comma 22, quello che alzava il Preu sul slot e Vlt rispettivamente al 17 e al 9 percento, e che rendeva possibile la riduzione del payout in misura non inferiore al 70 e all'81 percento, è stato sostituito da un nuovo comma 22, secondo il quale "relativamente alle attività disciplinate nei commi 20-bis e 21 si applicano le disposizioni di cui all’articolo 15-ter del decreto legge 1° luglio 2009 numero 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009 numero 102”.

 

LA REGOLARIZZAZIONE DEI CTD - L’emendamento prevede che al comma 20 si anteponga un comma 20 bis secondo il quale in attesa dell’attuazione dell’articolo 14 della delega fiscale è consentita a regolarizzazione dei centri attivi in Italia senza concessione attraverso una serie di condizioni. Non oltre il 31 gennaio 2015 devono inoltrare all’Agenzia delle Dogane dei Monopoli una “dichiarazione di impegno alla regolarizzazione fiscale”. L’Adm a sua volta trasmette alla Questura territorialmente competente le domande pervenute”. “La regolarizzazione fiscale si perfeziona con il versamento dell’imposta unica di cui al decreto legislativo 23 dicembre 1998 e “con la presentazione della domanda al titolare dell’esercizio (…) è riconosciuto il diritto, esclusivamente fino alla data di scadenza, nell’anno 2016, delle concessioni di Stati vigenti per la raccolta delle scommesse".

Il titolare dell’esercizio o del punto di raccolta, viene inoltre previsto, deve comunicare i propri dati e l’esistenza dell’attività di raccolta (…) al Questore e “chiunque esercita un punto di raccolta di scommesse (….) deve essere in possesso rei requisiti soggettivi corrispondenti a quelli richiesti per il rilascio della licenza”.  Se il Questore ne accerta l’insussistenza, “dispone la chiusura immediata dell’esercizio o del punto di raccolta”.

 

 

LE SANZIONI PER LE SLOT – L’emendamento inasprisce anche le sanzioni per chi non collega le slot alla rete, portando da 1.500 a 3.000 euro l’importo forfettario che deve pagare e dal 3 al 6 percento l’aliquota di prelievo.

 

 

LA RIDUZIONE DEGLI AGGI AI CONCESSIONARI – Secondo il governo occorre tuttavia migliorare gli obiettivi di finanza pubblica e anticipare un più organico riordino della misura degli aggi: intanto, con il comma 26 bis introdotto, è stabilita in 500 milioni di euro su base annua la riduzione, a decorrere dal 2015, delle risorse statali a disposizione, a titolo di compenso, dei concessionari e dei soggetti che secondo le rispettive competenze, operano nella gestione e raccolta del gioco praticato mediante apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, del Tulps.”. Quindi dal 1 gennaio “ai concessionari è versato dagli operatori di filiera l’intero ammontare della raccolta di gioco (…) al netto delle vincite. I concessionari (…) versano altresì annualmente la somma di 500 milioni di euro, entro i mesi di aprile e di ottobre (…) e (…) nell’ambito delle funzioni pubbliche loro attribuite, ripartiscono con gli altri operatori di filiera le somme residue (…) rinegoziando i relativi contratti”.

 

 

IL SOSTEGNO ALL’OFFERTA DI GIOCO – Con il comma 26 ter viene prevista, “in considerazione del generale dovere di conservazione dei valori patrimoniali pubblici, nonché di quello particolare di assicurare il miglioramento dei livelli di servizio in materia di giochi pubblici”, che il Mef, su proposta dell’Adm consenta con decreto “l’adozione di ogni misura utile di sostegno dell’offerta di gioco, incluse quelle che riguardano il prelievo, la restituzione in vincita e la posta di gioco, nei casi in cui la relativa offerta di specifici prodotti denoti una perdita di raccolta e di gettito erariale, nell’arco dell’ultimo triennio, non inferiore al 15 percento all’anno”.

 

 

LA RELAZIONE TECNICA – Nella relazione tecnica, il governo osserva che le norme in materia di giochi contenute nella Stabilità puntano al “forte contrasto al fenomeno della raccolta parallela di scommesse, “all’abbassamento dei limiti di vincita e del simmetrico aumento del prelievo fiscele da gioco, per i giochi praticabili con apparecchi delle tipologie Awp e Vlt” e “al forte contrasto al fenomeno di gioco praticato mediante Awp che, apparentemente conformi ai parametri operativi legali, in realtà operano o staccate (…) o manomesse”.

 

Quanto all’emersione dei Ctd, si ipotizza un gettito di 397 milioni di euro, cui aggiungere sanzioni per 240 milioni di euro, a cui aggiungere poi anche l’innalzamento dell’aliquota e dell’imposta di cui al comma 23.

  

Quanto al gettito atteso dalle slot scollegate o manomesse, si attendono 213.525.000 annui, e dai totem 328.500.000, per un totale di 540.000.000. “Riepilogando, il complesso delle disposizioni di cui all’emendamento in rassegna determina un maggior gettito di 937 milioni di euro”.

 

 

Il governo osserva inoltre che “fino a che l’Agenzia dei monopoli ha avuto dei margini di manovra e di intervento propri di un’azienda di Sttato è stato relativamente semplice porre in essere (…) misure di intervento capaci di adeguare la struttura delle diverse offerte di gioco alle dinamiche concorrenziali”. Ma l’accorpamento Aams-Dogane “ha mostrato il limite che frena la possibilità di interventi adeguativi”. Per questo ”si ritiene necessario intervenire per assicurare che assets di Stato rilevanti (…) non si depauperino per declino competitivo dei loro contenuti”.

 

IL BANDO SUL LOTTO – In un altro emendamento, il governo anticipa al 2015 il bando di gara per la rassegnazione della gestione del gioco del lotto e ne fissa le condizioni essenziali: “durata della concessione di nove anni, non rinnovabile; selezione basata sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e, quanto alla componente prezzo, base d’asta, per le offerte al rialzo, di 700 milioni di euro; versamento del prezzo indicato nell’offerta del concorrente risultato primo in graduatoria nella misura di 30 milioni di euro, all’atto di aggiudicazione, nell’anno 2015, nella misura di 250 milioni nell’anno 2016 (…); facoltà per il concessionario aggiudicato di utilizzare la rete di telecomunicazioni per prestazioni, dirette o indirette, di servizi diversi dalla raccolta del gioco del lotto e degli altri giochi numerici a quota fissa purché compatibili con la raccolta stessa a giudizio dell’Adm; aggio per il concessionari pari al 6 percento della raccolta; obbligo di aggiornamento tecnologico del sistema della rete e dei terminali di gioco secondo standard qualitativi che garantiscono la massima sicurezza e affidabilità”.

Le maggiori entrate stimate confluiranno nel Fondo per gli interventi strutturali di politica economica.

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