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Il Mef dopo Durigon: stesse deleghe e partito per il nuovo sottosegretario

27 agosto 2021 - 08:25

All'indomani delle dimissioni del sottosegretario con la delega ai giochi, il settore rimane sospeso ma ecco cosa accade e cosa cambia per il comparto.

Scritto da Ac
Il Mef dopo Durigon: stesse deleghe e partito per il nuovo sottosegretario

 

Non si può certo dire che le dimissioni del sottosegretario leghista Claudio Durigon siano arrivate come un fulmine a ciel sereno, anzi. Tenendo conto che la vicenda "politica" (ma soprattutto mediatica) legata alla sua dichiarazione sul parco di Latina da dedicare al fratello del Duce si trascinava da ormai 22 giorni, duranti i quali sono state invocate le dimissioni da più parti, all'interno della stessa maggioranza di governo (a partire dai leader M5s e Pd, Giuseppe Conte ed Enrico Letta), ma anche dal mondo delle associazioni, dell’antimafia, della società civile (Anpi in testa). E con Il Fatto Quotidiano che aveva addirittura lanciato una raccolta firme per chiedere di allontanate il sottosegretario che ha ricevuto oltre 162mila adesioni.

Del resto, va detto, lo stesso Durigon era già uscito ammaccato dall'intercettazione ambientale in cui sembrava ammettere un coinvolgimento politico nella scelta del generale della guardia di finanza che indagava sulla vicenda dei 49 milioni di euro contestati alla Lega che aveva portato ai primi slanci contro il sottosegretario leghista. E che ora, sommandosi alle dichiarazioni (ritenute) filo-fasciste (non da Durigon, che sul punto ha precisato il suo anti-fascismo), hanno fatto traboccare il vaso portando la lega a decidere per un passo indietro del suo uomo di governo. O, meglio, un passo "di lato" come è stato definito da lui stesso.

COSA CAMBIA PER POLITICA E GIOCHI - E ora cosa accade al Mef e - di conseguenza - al comparto del gioco pubblico, che aveva come referente politico proprio Durigon in virtù della delega conferitagli appena qualche mese fa? Dal punto di vista formale e degli equilibri politici, nulla cambia rispetto a prima. Nel senso che a prendere il posto del dimissionario Durigon sarà sempre un leghista il quale, subito dopo il giuramento, riceverà automaticamente le stesse deleghe che erano già state assegnate a quella stessa "poltrona" al Dicastero dell'Economia. Non si tratta dunque di ricominciare completamente da zero, con il nuovo sottosegretario che dovrà gestire i vari dossier già aperti da Durigon e dal suo staff. Tra i quali, come noto, c'è anche quello dei giochi con una promessa di riforma avanzata dall'esecutivo. E a proposito di staff: questo, in effetti, potrebbe essere l'unico punto di potenziale discontinuità rispetto al passato, tenendo conto che il nuovo arrivato, come sempre accade, potrà decidere se affidarsi al team di tecnici ed esperti già in sella al Mef, oppure se rivedere la squadra attraverso uomini di propria fiducia, pur provenendo dallo stesso partito del suo precedecessore. In ogni caso la strada è già segnata e tutti i settori che attendevano risposte da quel sottosegretariato, almeno, non corrono il rischio di attendere tempi lunghi come avviene durante la costituzione di un nuovo governo. Anzi, secondo quanto apprende GiocoNews.it da fonti governative, il successore di Durigon dovrebbe rendersi noto già nell a prossima settimana, tenendo conto dell'urgenza di portare avanti i vari dossier in una fase così delicata come quella della ripartenza post-covid e dell'approssimarsi dei lavori sulla Legge di Bilancio.

Certo non può sfuggire come il cambio di guardia, pur nella continuità generale sopra indicata, potrà comunque comportare un cambiamento di visione nei confronti dei giochi, tenendo conto della delicatezza del tema. Guardando infatti ai "papabili" per la poltrona di sottosegretario, si parla dei due leghisti Massimo Bitonci, che ha ricoperto lo stesso ruolo nel primo governo Conte (pur non ricevendo la delega ai giochi, all'epoca assegnata al pentastellato Alessio Villarosa), ed Edoardo Rixi, già viceministro a Infrastrutture e Trasporti nel precedente esecutivo, salvo poi dimettersi, proprio come Durigon, per un procedimento nei suoi confronti. Ma nulla è stato ancora deciso e si saprà soltanto nelle prossime ore, quando la lista dei papabili potrebbe veder emergere altri nomi. In ogni caso, in base al nome che verrà scelto dal leader leghista Matteo Salvini (al quale spetto l'ultima parola), potrà cambiare l'approccio o la visione nei confronti dei giochi. Pensando, per esempio, che un profilo come quello di Bitonci è sempre stato contrario nei confronti del gioco (con un passato come sindaco "no-slot") mentre quello di Rixi si è dimostrato più cauto, per esempio nella gestione del "caso Liguria", quando era attivo a livello regionale e locale. Certo è, comunque, che lo stesso Bitonci avrebbe già il vantaggio di conoscere - nel bene e nel male - le dinamiche relative al settore, tenendo conto che toccò proprio a lui farsi portavoce in Parlamento dei lavori del governo Conte 1 sulla riforma dei giochi, andando addirittura a legittimare il tanto discusso accordo ratificato in Conferenza unificata dall'ex sottosegretario Pier Paolo Baretta. In ogni caso, bisogna prima attendere di conoscere chi prenderà il posto di Durigon, per poi capire la direzione che il nuovo sottosegretario intenderà prendere.

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