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Tassa scommesse: raggiunto tetto per il 2021, ma potrebbe tornare con la legge di Bilancio

28 ottobre 2021 - 10:27

Adm comunica ai concessionari il raggiungimento del limite massimo per il 2021 della tassa dello 0,5% sulla raccolta di scommesse, ma il prelievo potrebbe tornare con la legge di Bilancio.

Scritto da Fm
Tassa scommesse: raggiunto tetto per il 2021, ma potrebbe tornare con la legge di Bilancio


"Nel mese di agosto è stato raggiunto il suddetto limite massimo di 50 milioni di euro previsto per l’anno in corso. Pertanto, per l’ultimo quadrimestre 2021, non sono dovute somme da accantonare al Fondo".

È quanto si legge nella comunicazione inviata dalla direzione Giochi dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ai concessionari per le scommesse fisiche e online, a proposito del Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale - il cosiddetto Fondo Salvasport - in vigore sino al 31 dicembre 2021 e finanziato con una tassa dello 0,5 percento sulla raccolta del betting, introdotta lo scorso maggio dal decreto Rilancio del precedente Governo.

Come è noto il finanziamento è determinato nel limite massimo di 40 milioni di euro per l'anno 2020 e 50 milioni di euro per l'anno 2021.

Se i concessionari non dovranno versare altri fondi per quest'anno, non vuol dire che il tema non cessi di essere dibattuto.
Prima di tutto nei tribunali amministrativi, dove è ancora oggetto di ricorsi. Si attende a giorni il verdetto del Tar Lazio dopo l'udienza del 20 ottobre, nella quale sono stati discussi quattro ricorsi in merito: la metà sono stati mandati in decisione, per gli altri due invece è stato sancito il rinvio, con la fissazione di una nuova udienza.
 
Ma non solo. Di tassa sulle scommesse si è parlato recentemente anche nelle Aule della politica, con un emendamento (il 6.1) presentato dal senatore del Partito democratico Francesco Verducci all'articolo 6 del disegno di conversione in legge del decreto per l'estensione del green pass al momento al vaglio in sede referente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama.
In sostanza, tale emendamento prevede che i concessionari di scommesse non abbiano alcun possibile vantaggio se la dotazione fissa del fondo Salvasport (50 milioni di euro) sarà raggiunta grazie all'arrivo di risorse da parte di Sport e Salute, e dunque, almeno secondo la formulazione attuale, potrebbero avere uno sconto rispetto allo 0,5 percento che devono pagare.
L'articolo 6 del Ddl introduce infatti misure a favore del settore sportivo dirette, da un lato, a rinviare di un mese il termine per l’utilizzo, da parte della Società Sport e Salute, dei fondi destinati al pagamento delle indennità per i collaboratori sportivi connesse all’emergenza Covid-19, in considerazione della complessità della procedura che coinvolge anche l’Inps e, dall’altra, vista la grave crisi che continua ad attraversare il settore sportivo a causa dell’emergenza pandemica, a mantenere all’interno del sistema sportivo le risorse stanziate e non utilizzate, destinandole a fondi dedicati, al fine di sostenere i collaboratori sportivi nel periodo di emergenza sanitaria.In particolare, con il riversamento al Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano, le risorse potranno essere utilizzate per sostenere la maternità delle atlete non professioniste, per garantire il diritto all’esercizio della pratica sportiva quale insopprimibile forma di svolgimento della personalità del minore e per incentivare l’avviamento all’esercizio della pratica sportiva delle persone disabili mediante l’uso di ausili per lo sport. Con il riversamento al Fondo per il rilancio del Sistema sportivo nazionale, invece, le risorse potranno essere destinate ad assicurare un ulteriore sostegno all’attività sportiva di base, anche attraverso finanziamenti a fondo perduto da attribuire alle associazioni e società sportive dilettantistiche.

Il tema della tassa sulle scommesse sportive poi potrebbe riproporsi ulteriormente nell'ambito della prossima legge di Bilancio, al centro del Consiglio dei ministri di oggi, 28 ottobre.
Nei giorni scorsi infatti il presidente della Figc – Federazione italiana giuoco calcio, Gabriele Gravina, aveva anticipato le "trattative"in corso con il Governo per inserire nella prossima legge di Bilancio alcune misure a supporto del settore, con effetti anche sul comparto del gioco pubblico.
Fra le ipotesi allo studio infatti ci sarebbe la sospensione fino al 30 giugno 2023 del divieto di sponsorizzazione da parte operatori del betting – chiesta anche la scorsa estate proprio da Gravina e anche dal presidente del Coni, Giovanni Malagò - e la creazione del "Fondo Salvacalcio" attraverso la destinazione, sempre fino al 30 giugno 2023, della quota dell'1 percento della raccolta sulle scommesse sportive. Riproponendo quindi, aumentata, proprio la vituperata tassa sulle scommesse.
Il fondo da 100 milioni sarebbe gestito dalla Figc per sostenere anche il mondo dilettantistico, del calcio femminile e del settore giovanile e scolastico.
 
Un'ipotesi tutt'altro che peregrina, considerando che ai primi di settembre la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, in occasione del Consiglio nazionale del Coni - Comitato olimpico nazionale italiano, aveva annunciato i lavori del Governo per la sospensione temporanea del decreto Dignità varato nel 2018 dal primo Esecutivo Conte, che ha sancito lo stop alle sponsorizzazioni delle società sportive da parte degli operatori di scommesse e giochi. 
 
Tuttavia, per ora, la disposizione non figura nel testo esaminato dal Cdm, ma i lavori parlamentari che lo attendono sono lunghi.  

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