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Manovra, Mef studia bandi entro settembre 2022 e ampliamento diritti per l'online

25 novembre 2021 - 12:27

I tecnici del ministero dell'Economia e delle Finanze al lavoro sull'emendamento sul gioco alla legge di Bilancio per il 2022.

Scritto da Anna Maria Rengo
Manovra, Mef studia bandi entro settembre 2022 e ampliamento diritti per l'online

Proroga onerosa per (tutte) le concessioni in scadenza e ampliamento del numero di licenza per il gaming online. Sono questi alcuni dei punti su cui dovrebbe intervenire la prossima Manovra, ancora in fase di definizione.

Entro il 29 novembre la presentazione degli emendamenti in commissione Bilancio in Senato, con le prime anticipazioni in materia di ippica che sono già state rese note. La maggiore attesa, però, è su quanto i relatori presenteranno. E, soprattutto, su quanto il Governo vorrà e potrà fare, in materia di gioco, andando a intervenire, con un emendamento che si suppone sarà presentato in Senato, soprattutto sul tema più spinoso: la proroga delle concessioni di gioco in essere, tema che è strettamente legato all'indizione delle gare e, naturalmente, anche al riordino dell'offerta di gioco, argomenti sui quali il sottosegretario all'Economia con delega al gioco, Federico Freni, si è diverse volte soffermato, sia in audizione in commissione parlamentare di inchiesta sul gioco che in diversi incontri pubblici. E sottolineando, da un lato, la necessità di prorogare le concessioni vigenti, con tutte le difficoltà connesse a prevederne di più lunghe di un anno, dall'altro l'esigenza di portare al più presto in Parlamento un disegno di legge delega in materia di gioco, già entro fine anno.
In questo contesto, tra le ipotesi al vaglio del ministero, c'è innanzitutto l'indizione delle gare entro il 15 settembre 2022: una data che vale per slot, Vlt e gioco online.

Da segnalare, per quanto attiene il gioco online, che il bando che verrà emanato non prevede più 40 concessioni, ma 100, un allargamento del numero fortemente auspicato anche dal direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli Marcello Minenna, così da consentire al mercato italiano di restare competitivo. Sono comunque 20 in meno rispetto alle 120, numero massimo attualmente previsto. La base d'asta non sarà inferiore a 1 milione di euro per ogni diritto, rispetto ai 2,5 milioni che erano stati previsti dalla legge di Bilancio per il 2020.

Ecco invece i numeri che si intende mettere a bando per gli apparecchi "fisici": 200mila diritti per le slot, da collocare anche in sale scommesse e bingo; 50mila diritti per le Vlt, 35.000 diritti per le slot da colllocare in bar e tabacchi, 2.500 diritti per l'esercizio di sale dobe collocare gli apparecchi comma 6.
In tutti questi caso, le concessioni dureranno nove anni, non rinnovabili.

LA PROROGA ONEROSA - L'emendamento al vaglio del ministero punta anche al superamento del contenzioso attuale in materia di decadenza delle concessioni arrivate appunto a scadenza naturale senza che sia stato indetto un bando, prevedendo anche che le concessioni vigenti per slot e Vlt siano prorogate sino alla data della sottoscrizione delle nuove concessioni, in maniera onerosa a partire dal 1° aprile del 2022, e lo stesso vale per le concessioni del gioco online, ma con un pagamento, pari a 365 euro al gioco, che decorre dal 1° gennaio del 2023.

LE SCOMMESSE - Entro il 15 settembre del prossimo anno, sempre secondo l'ipotesi che si sta studiando, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli indirà anche la gara per la raccolta scommesse, prevedendo un introito di almeno 410 milioni di euro. Pure in questo caso, occorre prorogare le concessioni vigenti (in realtà scadute il 30 giugno del 2016) fino all'aggiudicazione di quelle nuove e in maniera onerosa.

IL BINGO - L'emendamento del governo punta invece ad anticipare il bando per le concessioni del gioco del bingo, fissato dalla legge di Bilancio 2021 al 31 marzo del 2023. L'obiettivo è di allinearlo agli altri bandi di gara.

LE MISURE SULL'IPPICA - Il Mef sta pensando anche al sostegno della filiera ippica, eliminando l'attuale disparità di trattamento all’interno del comparto scommesse e allineando la tassazione delle scommesse a quota fissa sulle corse dei cavalli a quella delle sportive (pari al 20 percento della spesa per il canale fisico e al 24 percento per il canale online) e virtuali (pari al 22 percento della spesa per entrambi i canali). In tal modo si incentiverebbero i concessionari a promuovere il prodotto e si faciliterebbe il passaggio al mercato autorizzato da parte di giocatori, attualmente attratti dall’offerta non autorizzata dei siti offshore.

 

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