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Riordino gioco in Cdm, ma la 'questione territoriale' non aspetta

28 marzo 2022 - 11:26

Il prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe essere decisivo per l'avvio del riordino del gioco, ma fra maggio e agosto molte leggi regionali - se non prorogate - dispiegheranno i propri effetti.

Scritto da Fm
Riordino gioco in Cdm, ma la 'questione territoriale' non aspetta

La settimana appena iniziata dovrebbe essere davvero quella “giusta” per vedere la legge delega del Governo per il riordino del gioco pubblico sotto la lente del Consiglio dei ministri.

Un atto fondamentale per portare il testo all'esame del Parlamento e poter dare all'industria del gioco un orizzonte in più al quale guardare con fiducia.

Un iter da avviare al più presto anche per poter indire i bandi delle concessioni, per le quali probabilmente arriverà una nuova proroga, si spera non onerosa, e anche per dare una risposta sul fronte dei territori.

Come evidenziato anche dal recente evento organizzato dalla confederazione “Alleati per la legalità” per la presentazione del Manifesto per la cultura del gioco legale nel Lazio,  in cui gli operatori e i politici presenti hanno convenuto di dover pensare a una proroga ulteriore della normativa regionale e offrire “un supplemento di riflessione su questi temi” in attesa della riforma nazionale.

 
Una riflessione da estendere a molte altre regioni, che porti ad uno stand-by delle leggi in procinto di dispiegare pienamente i propri effetti nei prossimi mesi.
A cominciare dalla Calabria, dove il 3 maggio il distanziometro regionale entrerà in vigore per le sale da gioco e le sale scommesse (sono escluse le tabaccherie in cui gli apparecchi sono installati in un'area sotto controllo visivo del titolare), mentre il 12 agosto in provincia di Trento diventeranno fuorilegge le sale dedicate poste nelle vicinanze dei "luoghi sensibili" (come già accaduto due anni fa per i locali generalisti), ed il 31 agosto – come ribadito nell'evento promosso dagli “Alleati per la legalità” - nel Lazio avrà termine la proroga per i generalisti (a febbraio 2024 e 225 toccherà ai dedicati, in base alle autorizzazioni già concesse alle sale).
 
L'anno prossimo, precisamente il 31 luglio 2023, poi  si ripresenterà lo stesso problema nelle Marche, con il termine della proroga disposta pochi mesi per consentire agli operatori del territorio di adeguarsi ai paletti imposti della legge regionale sul gioco varata nel 2017.
 
E in agenda c'è anche la scadenza del 30 giugno, quando finiranno i 90 giorni di sospensione delle concessioni già in essere per i generalisti (in origine in scadenza il 30 marzo) disposti in ossequio al decreto Cura Italia, tre mesi dopo la fine dello stato di emergenza per il contenimento del Covid, in Emilia Romagna, Friuli Venezia e Lombardia.
 
Le prossime settimane quindi saranno davvero decisive per dipanare questi nodi. Il sì del Consiglio dei ministri al testo della legge delega per il riordino potrebbe essere la chiave di volta e “costringere” le Regioni a congelare tutto, come già fatto dalla Liguria nel 2018, con la proroga “sine die” fino alla riforma nazionale del settore dell'attuazione del distanziometro. O quantomeno a riaprire davvero il dialogo con il settore, visto anche quanto auspicato dallo stesso Federico Freni, il sottosegretario al ministero dell'Economia e delle finanze con delega ai giochi, che ha ribadito la volontà di: “Mettere ordine, con regole uniformi per l’esercizio del gioco, comporterà necessariamente il coinvolgimento di Comuni e Regioni nella pianificazione della dislocazione territoriale della rete di raccolta che dovrà fondarsi su un complessivo ridimensionamento dell’offerta e su una distribuzione territoriale dei punti di gioco che risulti sostenibile sotto il profilo dell’impatto sociale e dei controlli a salvaguardia sia della legalità, sia dei soggetti più vulnerabili, minori e affetti da disturbo da gioco d’azzardo patologico”.
Nella convinzione che  “le riforme vadano portate avanti tutti insieme, in un dialogo continuo tra operatori, Enti locali e lo Stato”.
 
L'unica strada possibile, ma che va percorsa alla maggior velocità possibile, per poter assicurare la tenuta di un comparto già sufficientemente provato da due anni di pandemia, e da tutto quello che l'ha proceduta.
 

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