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Prelievo Adm scommesse ippiche per Fondo Salvasport, Ippodromi al Tar

13 ottobre 2020 - 07:00

Le società di corse aderenti a Federippodromi ricorrono al Tar Lazio contro l'applicazione alle scommesse ippiche della tassa dello 0,5% introdotta per finanziare il Fondo Salvasport previsto dal Dl Rilancio.

Scritto da Fm
Prelievo Adm scommesse ippiche per Fondo Salvasport, Ippodromi al Tar

Mentre si attendono gli esiti delle interlocuzioni avviate dal sottosegretario Giuseppe L'Abbate con Agenzia delle dogane e dei monopoli e ministero dello Sport per evitare che le scommesse ippiche “subiscano” la tassa dello 0,5 percento prevista dal decreto Rilancio, per finanziare il Fondo Salvasport, le società di corse si portano avanti e si organizzano in autonomia, presentando ricorso al Tar Lazio.

Il ricorso è stato iscritto a ruolo nella mattinata di oggi, 13 ottobre, e notificato ad Adm, che con una determina del direttore generale Marcello Minenna ai primi di settembre ha stabilito le modalità dell'importo da versare, Coni e ministero delle Politiche agricole.

 

A spiegarne la ratio in anteprima a GiocoNews.it è l'avvocato Vittorio Largajolli, dello studio professionale Lp Roma Boutique Legale, in rappresentanza delle società di corse aderenti a Federippodromi.
“Al centro del ricorso ci sono tre problematiche. In primis un eccesso di potere per illogicità e irragionevolezza, oltre che per disparità di trattamento, in quanto le aziende del comparto ippico vedono tassare le 'proprie' scommesse come quelle sportive ma, al tempo stesso, non essendo riconosciute (giustamente) come parte del sistema sportivo Coni, vengono escluse dai beneficiari del fondo istituito dal decreto del Ministero dello sport in applicazione del Dl Rilancio. Un paradosso.
Inoltre, il provvedimento di Adm è emesso in contraddizione con la previsione di legge che statuisce il fondo Salvasport (art. 217 decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, co. 1, della Legge 17 luglio 2020, n. 77, c.d. 'Decreto Rilancio'), nella quale non era previsto in alcun modo che si dovesse attingere alle scommesse ippiche, che sono peraltro completamente diverse da quelle sportive, sia come genesi che come normativa", rimarca l'avvocato Largajolli.
 
Altra questione: la destinazione dei proventi derivanti dalle scommesse ippiche è già  disciplinata dall'articolo 12 comma 2 del Dpr n° 169 del 1998, norma tutt'ora vigente per cui le scommesse ippiche sostengono l'allevamento, il miglioramento degli ippodromi e l'organizzazione delle corse. Quindi, la previsione di Adm sarebbe in contrasto con una norma di rango superiore, qual è appunto il Dpr n° 169.
In più, questo prelievo, forzoso ed illegittimo, va a incidere oltre che sul comparto ippico anche sulla remunerazione degli ippodromi, che per una parte è strettamente collegata alla raccolta di gioco sul totalizzatore nazionale e sulle scommesse a quota fissa, quindi andrebbe a diminuire il margine per gli ippodromi”, conclude il legale delle società di corse ippiche.
“È inspiegabile il corto circuito che ha indotto l'Agenzia delle dogane e dei monopoli a inserire anche le scommesse ippiche nel decreto direttoriale relativo alla nuova tassa dello 0,5 percento sul betting. Per tutte queste ragioni, chiediamo la sospensiva sul decreto direttoriale e l'annullamento di questa ultima parte, ci aspettiamo un intervento ad adjuvandum del Mipaaf”.
 

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