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Sponsorizzazione Nazionali: Rossi 'Nessun aggiramento norme pubblicità'

14 ottobre 2016 - 09:34

Il sottosegretario Rossi risponde sulla questione della sposorizzazione delle Nazionali di calcio da parte di un bookmaker.

Scritto da Sm
Sponsorizzazione Nazionali: Rossi 'Nessun aggiramento norme pubblicità'

Nessun aggiramento delle norme sulla pubblicità del gioco nell'accordo tra Figc e Intralot. Lo sottolinea il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, rispondendo alla Camera all'interpellanza presentata da alcuni deputati pentastellati, 'Iniziative volte ad estendere l'applicazione delle disposizioni limitative della pubblicità del gioco d'azzardo anche alla pubblicità indiretta'. Rossi ricorda che "con la legge 28 dicembre 2015, n. 208, cioè la legge di stabilità 2016, sono state introdotte misure più restrittive, in particolare sulla pubblicità dei giochi pubblici, le quali, oltre a ribadire la validità dei princìpi dettati dalla cosiddetta 'legge Balduzzi', in vigore già da gennaio 2013, fissano ulteriori limitazioni per gli operatori di gioco e non solo, nel rispetto dei principi sanciti in sede europea. È stata, infatti, vietata la pubblicità di giochi con vincite in denaro nelle trasmissioni radiofoniche e televisive generaliste dalle ore 7 alle ore 22 di ogni giorno, ad esclusione delle lotterie nazionali ad estrazione differita. Sono state escluse dal divieto soltanto le forme qualificate come forme di comunicazione indiretta e derivanti dalle sponsorizzazioni in alcuni settori, tra i quali quello dello sport (comma 939 dell'articolo 1 della legge che ho citato precedentemente). Nel ricordare, quindi, quanto prevede la normativa in vigore e passando al caso segnalato dagli interpellanti circa l'accordo di sponsorizzazione tra la nazionale di calcio e la società di scommesse Intralot, è opportuno, innanzitutto, premettere che la Federazione Gioco Calcio, che è una delle cinque grandi federazioni calcistiche europee, ha personalità giuridica di diritto privato e, come tale, si muove in autonomia. Nel fornire chiarimenti sulla questione la Federazione ha rilevato come altre istituzioni e organizzazioni sportive, nazionali ed internazionali, abbiamo anch'esse concluso importanti accordi di sponsorizzazione con il settore del betting e come in Europa ci siano numerose federazioni calcistiche sponsorizzate da marchi del settore, tra le quali le federazioni inglese, francese, spagnola e portoghese. Rileva la Federazione che i marchi dei maggiori operatori del settore hanno da tempo una vastissima diffusione pubblicitaria, godendo di ampi spazi mediatici, anche con l'intervento di popolari artisti". 

Riguardo all'accordo sottoscritto con Intralot, "la Figc rileva come si tratti di una partnershi commerciale limitata rispetto alle prerogative concesse abitualmente ad altri sponsor. La sponsorizzazione, infatti, è limitata alle sole nazionali maggiori (nazionali A e Under 21) e non prevede l'utilizzazione di immagini di calciatori né l'apposizione del marchio sulle maglie né su altro materiale tecnico. Con riferimento particolare alla partita disputata dalla nazionale con la Spagna, non è apparso neppure alcun cartellone pubblicitario riferito alla Intralot. Preso atto anche di quanto riferito dalla Federazione, ritengo che non appaiono elementi per considerare l'episodio riferito nell'interpellanza un aggiramento del divieto di pubblicità stabilito dalla norma, rientrando piuttosto nei casi di esclusione dal divieto specificatamente individuati dal comma 939 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2016. Relativamente al collegamento tra il mondo delle scommesse e i recenti scandali legati al calcio scommesse, come riportato nell'interpellanza, ci si limita ad osservare che in essa non sembra distinguersi il gioco legale dal gioco illegale specie quello praticato su Internet da società con sede in Paesi esteri che operano sul territorio dello Stato in modo illecito. Al riguardo si ricorda tra l'altro come il primo scandalo scommesse che ebbe vasta eco sugli organi di informazione si registrò negli anni 1979-1980, mentre le scommesse sportive sono state legalizzate in occasione dei mondiali di Francia del 1998. Recenti inchieste della magistratura, per esempio quella denominata dirty soccer, hanno documentato il fatto che le scommesse illegali connesse al cosiddetto match fixing vengono alimentate su reti di bookmakers stranieri o su siti illegali, quindi al di fuori del circuito concessorio nazionale. Dalle notizie di stampa relative alla citata dirty soccer è emerso che l'indagine ha preso avvio anche sulla base di una segnalazione dell'Agenzia demanio e monopoli riguardo alla partita Juve Stabia-Lupa Roma nell'ambito della collaborazione costante dell'Agenzia sia con l'autorità giudiziaria e le forze di polizia sia con l'apposita struttura costituita presso il Ministero dell'interno (Uiss). Tale segnalazione è stata possibile solo perché le scommesse sono affluite al circuito legale di gioco. I flussi di gioco che transitano nella rete ufficiale dell'Agenzia sono tracciati e monitorati perché affluiscono al totalizzatore nazionale. Solo l'agenzia, tramite il partner tecnologico Sogei, possiede il totale della raccolta sulla rete italiana ed è in grado di controllare ogni singola giocata, l'avvenimento oggetto di scommesse, l'importo giocato, la quota offerta dai concessionari, data, ora e luogo di vendita. Il Governo comunque continuerà a mantenere massima attenzione sulla questione e a vigilare sull'applicazione delle regole anche al fine di migliorare la normativa vigente e individuare e adottare gli strumenti più idonei a contrastare le conseguenze del gioco d'azzardo e la ludopatia. In questa direzione il Governo si sta muovendo. Sul punto voglio ricordare anche che, come previsto dalla legge di stabilità 2016, in sede di confronto con le regioni e gli enti locali si stanno discutendo le caratteristiche dei punti di vendita dove si raccoglie il gioco pubblico e i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale proprio allo scopo di garantire il raggiungimento dei migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell'ordine pubblico e della pubblica fede dei giocatori nonché per prevenire il rischio di accesso dei minori di età. Entro il mese di ottobre la questione inoltre sarà l'oggetto di intesa in sede di Conferenza unificata".  
LE RISPOSTE - Simone Valente (M5S), cofirmatario della interpellanza, sottolinea: “Sottosegretario, evidentemente lei è andato completamente fuori tema perché noi mettiamo avanti l'etica e i valori culturali dello sport. Lei ha parlato di tutt'altro tant’è che ormai prendiamo atto che il Governo non ha minimamente intenzione di intervenire sulle sponsorizzazioni e sulla pubblicità indiretta che riguarda il gioco d'azzardo patologico e non la ludopatia come lei ha detto. Evidentemente il Governo non ha capito il fenomeno sociale che sta mandando avanti e allora io proverò a spiegarvelo, proverò a dirvi cosa comporta tutto questo sistema. Il calcio come tantissimi altri sport è sempre di più un fenomeno in grado di influenzare la nostra società e in alcuni casi di anticipare trasformazioni sociali. Numerosi studi, infatti, hanno rimarcato il ruolo incisivo dello sport nell'apprendimento dei valori, attitudini e ruoli culturali. Questa facilità di trasmettere messaggi ai cittadini è stata amplificata in maniera gigantesca negli anni Novanta dall'avvento della pay tv nel mondo calcistico e ha allargato a dismisura il numero di spettatori, platee enormi. Il calcio globalizzato è diventato un mezzo potentissimo con cui le multinazionali sponsorizzano i loro prodotti e cercano di conquistare nuovi mercati. Ormai ahimè ci siamo abituati a vedere le nostre squadre di club italiani con sponsor di note compagnie aeree arabe o case automobilistiche americane: una normalità che spesso oscura i moltissimi valori che lo sport dovrebbe trasmettere soprattutto ai più giovani”.   
Inoltre i deputati pentastellati aggiungono: "Già il governo nel suo intervento è partito con il piede sbagliato, chiamando ludopatia il disturbo del comportamento scientificamente noto come azzardopatia. Successivamente l’esecutivo è andato fuori tema,  descrivendo il contrasto al gioco d’azzardo illegale in Italia. Oggi, 14 ottobre, in discussione non c’erano scommesse illegali, materia di competenza delle forze dell’ordine, ma quelle legali. Il sottosegretario Rossi ha poi sostenuto che la sponsorizzazione di Intralot alla nazionale di calcio non costituirebbe un aggiramento della norma. Una tesi difensiva estremamente debole: la realtà è che i divieti alla pubblicità non sono stringenti, per cui eluderli è molto semplice. Nel frattempo l’azzardopatia manda sul lastrico migliaia di persone e famiglie, con costi sociali che pesano sulle casse dello Stato per miliardi di euro. Nonostante l’operazione della Fgic sia inaccettabile, il governo si sta voltando dall’altra parte e fa finta di non vedere, a dimostrazione del fatto che per Renzi l’etica politica non è un valore. Una timidezza, quella dell’esecutivo nel contrasto all’azzardopatia, rispetto alla quale sarebbe necessario fare totale chiarezza al fine di comprendere se le pressioni esercitate dalla potente lobby dell’azzardo trovino in Palazzo Chigi un terreno fertile”.  

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