skin

Scommesse e Ctd, parla la rete: 'Più controlli e completare allaccio al Totalizzatore'

01 aprile 2016 - 09:17

Dopo l'inchiesta di GiocoNews.it sugli illeciti nei Ctd e in seguito all'operazione 'Jamm Jamm', parola alla rete dei concessionari di scommesse.  

Scritto da Alessio Crisantemi
Scommesse e Ctd, parla la rete: 'Più controlli e completare allaccio al Totalizzatore'

 

Se l'inchiesta portata avanti da GiocoNews.it sugli illeciti commessi sulla rete di raccolta di scommesse a danno degli operatori titolari di regolarmente autorizzati alla raccolta (e al tempo stesso a danno dei giocatori e dell'Erario), ha fatto emergere una serie di irregolarità diffuse sul territorio, l'operazione condotta ieri dalla Guardia di Finanzia a Salerno ha sgominato, confermandoli, gran parte di questi fenomeni. In una situazione che si rivela decisamente critica ma evidentemente non del tutto fuori controllo, come temono alcuni addetti ai lavori, come conferma l'intervento repressivo delle forza dell'ordine. Anche se, probabilmente, servirebbe qualcosa in più per sconfiggere una volta per tutti il fenomeno, come chiedono a gran voce gli addetti ai lavori. GiocoNews.it ne parla con Riccardo Calantropio, gestore di un negozio Sisal ed esperto di lunga data del settore.

Nei giorni scorsi, dalla nostra inchiesta, è emerso come tra i fenomeni illegali diffusi tra i Ctd ci sia anche quello delle giocate Virtuali diverse da quelle attualmente offerte dai concessionari italiani. Per capire la portata del fenomeno e, quindi, del danno da voi denunciato, che ruolo hanno le scommesse virtuali nel budget di una agenzia di scommesse?
“Per quanto riguarda le giocate virtuali, ogni centro scommesse ha una sua percentuale diversa di incidenza sul budget; ma, visto che una delle proteste dei gestori di negozi 'storici' è proprio indirizzata alle scommesse virtuali che fanno, ancora oggi, i Ctd sanati, è logico che dobbiamo distinguere i due casi. Inoltre, bisogna tener presente che il guadagno del gestore sul volume giocato per i virtual è intorno al 5 percento, mentre quello sullo sport può variare annualmente mediamente anche da 7 al 13 percento, in quanto abbastanza aleatorio e in funzione del proprio book di appartenenza. Da un mio breve sondaggio, per i negozi storici, la percentuale di volume di giocate virtuali varia mediamente dal 10 al 40 percento rispetto al volume di giocate sport; mentre per i Ctd sanati, con il loro virtual, che ricalca il campionato italiano di serie A, varia dal 30 percento fino addirittura al 300 percento”.
Calantropio si occupa di gioco e di betting dal 1983, quando fondò una delle prime società sistemistiche computerizzate per il Totocalcio, avendo individuato un metodo scientifico per vincere, basato sui concetti attuali di betting e su quelli delle polizze assicurative (a quanto pare, infatti, una scommessa si potrebbe inquadrare come una polizza assicurativa all’inverso). Va da sé la conoscenza delle abitudini dei giocatori e, quindi, delle esigenze di un rivenditore.
“l giocatore, in genere, si fidelizza nel centro in cui trova un’ampia possibilità di tipologie di giocate, anche se poi gioca per il 90 percento sempre lo stesso genere. E’ naturale, quindi, che trovando nei Ctd sanati delle tipologia di giocate che oggi non si possono fare nei negozi storici, poi gioca anche lo sport, a danno di quest’ultimi. Senza contare anche il fatto di poter giocare nei Ctd sanati sistemi a meno di 0,25 euro a colonna, molto apprezzati, visto che ognuno si può sbizzarrire con la sua fantasia a costi molto ridotti. In conclusione, un Ctd sanato o un Ctd ancora oggi 'punto.com', può guadagnare a parità delle altre condizioni, anche il 70 percento, ovvero il 100 percento in più rispetto a un regolare negozio autorizzato. E questo ha costretto molti miei colleghi a chiudere, per concorrenza sleale”.
Dopo la sanatoria sono diminuiti - secondo i dati in suo possesso - i Ctd completamente illegali attivi sul territorio oppure vede lo stesso numero di punti irregolari di un tempo?
“Tra il 2015 e il 2016, si sono regolarizzati con la sanatoria circa 2570 Ctd (2196 nel 2015, mentre  circa 375 sono i 'sanandi' di quest'anno, Ndr); ma nel frattempo sono nati altri due o trecento  nuovi Ctd illegali, appartenenti ad altri bookmaker. A questi si deve aggiungere la proliferazione massiccia dei cosiddetti Pvr (Punti di Ricarica) che fanno illegalmente scommesse 'da banco', e dei cosiddetti 'sottobanchi' che sembrano essere piuttosto diffusi anche tra gli operatori legalizzati. Tutto questo accresce la concorrenza sleale. Per questo le nostre battaglie, di cui sono uno dei capofila, non si esauriranno fin quando gli attuali Ctd sanati si collegheranno tutti alla rete di Sogei e verrà ristabilita la legalità e le pari condizioni”.Quali sono secondo lei le priorità per intervenire contro il fenomeno degli illeciti?
“Maggiori controlli da parte dei funzionari dei Monopoli e soprattutto dalla Guardia di Finanza che ha le tecnologie informatiche per appurare tutti i tipi di illeciti, analizzando i Pc di banco e di sala e la loro cronologia di collegamenti; e segnalazioni di semplici cittadini e di incaricati del servizio di raccolta (negozi) all’AdM e alle autorità competenti, senza escludere, in certi casi, anche le Procure della Repubblica. In futuro, suggerirei anche di monitorare, a monte, le linee telefoniche, Adsl e Wi-Fi, con sistemi automatici di segnalazioni di possibili anomalie e presunti illeciti. E, inoltre, monitorare le Sim dei gestori, loro familiari e collaboratori; visto che già ora le ricariche dei conti gioco punto.com li fanno con cellulari e tablet. Spesso sottobanchi e conti di gioco sono fatti con le cosiddette 'Skin' che a Malta si possono acquistare con circa 15mila euro; e sono gli stessi master dei book che, a volte, le acquistano e le propongono ai centri scommesse”.Adeguare la normativa per consentire puntate oltre i limiti (sia su sistemi che giocate fisse) e adeguando le possibilità dei concessionari agli standard impiegati nei ctd potrebbe essere una soluzione simile?
“Sicuramente sarebbe molto utile. Mi riferisco soprattutto alla possibilità di fare giocate sistemistiche anche di un centesimo a colonna (so che alcuni concessionari italiani ne hanno fatto da tempo richiesta ai Monopoli) e alle tipologie di giocate virtuali che fanno attualmente i Ctd sanati, che sembra che siano in corso di omologazione. Non toccherei, invece, i massimali di vincita per questioni legati alla ludopatia, che non bisogna mai trascurare”.Oggi, proprio mentre GiocoNews.it propone la sua inchiesta sugli illeciti riscontrati sulla rete di scommesse (ma non a caso), va in scena l'operazione della Guardia di Finanza da cui emergono gran parte dei fenomeni da lei evidenziati. Che idea si è fatto di questa vicenda?
“Riguardo all’operazione 'Jamm Jamm', scattata ieri a Salerno, dalle prime notizie e dalle dichiarazioni della PlanetWin365 e della Betaland, sembrerebbe siano coinvolti i loro domini .com, ma le aziende si dichiarano parti lese ed estranee ai fatti delinquenziali accaduti a danno dell’erario e dei giocatori truffati. Non ho certo motivo di dubitare della loro buona fede, ma non posso non constatare che quanto è successo, è dovuto principalmente al mancato o incompleto collegamento alla Sogei. Sembra che gli autori di questi reati abbiano sfruttato infatti la notorietà e il prestigio di questi due brand per perpetrare le loro truffe, dato che entrambe, come la stessa Goldbet, usano in tutto o in parte ancora piattaforme .com; anche se alcune solo all’estero. Tutto questo ha generato e continua a generare confusione negli scommettitori italiani, che non sono stati in grado di verificare attraverso il sito dei Monopoli, se le loro giocate fossero regolarmente registrate alla Sogei; e, quindi, non hanno potuto denunciare prima i reati. Quest’episodio dovrebbe far riflettere sulla garanzia del collegamento alla Sogei e incentivare le autorità competenti a pretendere, anche per il futuro, il rispetto assoluto dei tempi concessi ai vari bookmaker per collegarsi, anche ai fini della certezza che tutte le giocate effettuate sul territorio italiano vengano ugualmente soggette a tassazione, garantendo quindi una concorrenza leale con i negozi storici”.

Altri articoli su

Articoli correlati