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Tassa 500 milioni, Tar Lazio: 'Rinvio a Corte costituzionale anche per ricorsi gestori'

16 dicembre 2015 - 17:00

Oltre a ledere il principio di libertà economica privata la tassa 500 milioni impone ai gestori di rinegoziare i contratti

Scritto da Francesca Mancosu
Tassa 500 milioni, Tar Lazio: 'Rinvio a Corte costituzionale anche per ricorsi gestori'

 

Dopo le ordinanze inerenti i ricorsi dei concessionari contro la tassa da 500 milioni il Tar Lazio si occupa anche dei gestori di slot e Vlt ribadendo il rinvio alla Corte Costituzionale.

 

Con una serie di ordinanze i giudici amministratori sottolineano che "l’imposizione di una rinegoziazione dei contratti appare ontologicamente incompatibile con la incomprimibile autonomia delle parti di pervenire solo eventualmente ad un nuovo e diverso accordo negoziale, laddove è verosimile ritenere che per realizzare lo stesso obiettivo sarebbe stato sufficiente stabilire una riduzione 'pro quota' ed 'a cascata' dei compensi spettanti a tutti gli operatori di filiera senza imporre una rinegoziazione in via autoritativa".

 

"Con specifico riferimento alla posizione dei gestori nell’ambito della ridefinizione dei loro rapporti con i concessionari, il Collegio ritiene altresì irragionevoli e lesive del principio di liberta dell’iniziativa economica privata le norme sopra richiamate atteso che il nuovo meccanismo disegnato dalla norma determina che l’erogazione del compenso ai gestori, a differenza che per i concessionari, sia rinviato nel tempo, ed è subordinata alla sottoscrizione dei contratti rinegoziati con gli stessi".

 
"I precetti de quibus, quindi, si rivelano irragionevoli e lesivi del principio di libertà economica privata perché impongono autoritativamente ai gestori, in posizione contrattuale di minore forza rispetto ai concessionari esercenti pubbliche funzioni, di rinegoziare i contratti e, quale conseguenza della mancata rinegoziazione, prevedono che nessun compenso possa essere loro erogato, ancorché maturato nella vigenza di un precedente contratto di diritto privato", si legge nelle ordinanze.
 

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