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Farfaneti (Sert Cesena): "evitare atteggiamenti proibizionistici"

15 marzo 2012 - 15:38

Rimini - La ludopatia ha un'incidenza sulla popolazione compresa fra l'1 ed il 3%. Il gioco d'azzardo patologico si configura pertanto come una problematica urgente da trattare ed arginare, non tanto attraverso il proibizionismo, quanto tramite progetti di informazione e prevenzione dei comportamenti a rischio. In prima linea il coinvolgimento nel progetto del SerT di Cesena, con il Dott. Gianluca Farfaneti, specialista in patologie da gioco, e della psicologa e psicoterapeuta Dott.ssa Clelia Angelastri.

Scritto da Sm

Grazie a questa collaborazione sono stati messi in luce tutti gli aspetti di ordine medico, psicologico e sociologico del gioco d'azzardo patologico, puntualizzando le metodologie di intervento sia in fase preventiva che di cura dei soggetti colpiti da questa, che deve essere considerata una vera e propria malattia, sebbene non sia ancora stata riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale. Farfaneti ha illustrato le metodologie di trattamento applicate dal SerT di Cesena sui soggetti che richiedono assistenza (attualmente sono 33, quasi il doppio rispetto a quelli curati nel 2010), facendo presente che "la gran parte di essi si  pone il problema solo nel momento in cui il gioco ha già provocato gravi danni al loro bilancio economico, sottovalutando il fatto di avere una vera e propria dipendenza comportamentale, sulla quale bisogna lavorare molto. Il potenziamento della rete di assistenza territoriale, della promozione del gioco sicuro e responsabile e della ricerca scientifica sono gli elementi di base per ridimensionare la portata di questa patologia. A mio avviso però - conclude Farfaneti - è importante anche evitare atteggiamenti proibizionistici e ridurre e/o disciplinare in maniera più rigida la pubblicità del gioco, come è del resto anche nei propositi di una proposta di legge attualmente all'esame del Senato".

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