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Modifiche new slot, As.Tro spaventata dai costi: “Instabilità per il sistema”

27 aprile 2012 - 10:32

“Tanti operatori stanno contattando l’Associazione per conoscere il contenuto del decreto Aams a mezzo del quale saranno introdotte le modifiche tecniche individuate dall’Amministrazione, per tutelare sicurezza di liceità del gioco e divieto di gioco ai minori. As.tro sceglie di non commentare e di non ipotizzare alcunché sul merito di tali modifiche annunciate dalla stampa, attendendo di conoscere il testo del provvedimento tramite canali esclusivamente istituzionali”. Ministero della Salute interrogato su ludopatia: Quali iniziative si intendano adottare

Scritto da Redazione GiocoNews

È quanto fa sapere As.tro, che aggiunge: “Ciò che si stigmatizza, ma non da oggi,  è la recente proliferazione di emergenze inesistenti nell’ambito del gioco lecito, cui è evidentemente seguita la “pretesa” che la tecnica adotti soluzioni mediaticamente spendibili per comunicare la definitiva “risoluzione” dei problemi della sicurezza e della tutela dei minori. I minori non possono giocare e non esistono statistiche di sospensioni di licenza ad esercenti rei di omesso controllo di una età che, peraltro, sono autorizzati a verificare solo da pochi mesi. I dati, o sono inesistenti o non vengono resi pubblici, nonostante abbiano il ruolo (logico e giuridico) di necessario presupposto “istruttorio” per il confronto con le categorie di operatori interessati. Diamo per scontato, quindi, che alle slot i minori abbiano potuto giocare per intrinseca e invincibile inerzia di esercenti in mala fede, a cui, però, nessuno ha contestato alcunché. La colpa è della slot che “non riconosce l’età” dell’utente e non di chi viola i doveri di vigilanza connessi ad una attività che frutta al bar tanto quanto (se non di più) l’intera “somministrazione”. Tanto per cambiare, quindi, il nostro Paese conferma le sue difficoltà ad adottare il principio di responsabilità dei soggetti tenuti all’osservanza di regole, cui discende il necessario presupposto per la “tenuta” delle società complesse, denominato “affidamento”. Posto che lo Stato moderno e liberale rifiuta la filosofia tecnica del “grande fratello”, ovunque e sempre, le attività istituzionali di controllo e repressione devono potersi contenere ad un numero di fenomeni statisticamente limitati, confidando sul fatto che “il cittadino” è entità diversa dal detenuto (o dalla belva feroce), e che la società è entità diversa dal carcere (o dallo zoo). In Italia questo principio dell’affidamento (come conseguenza del principio di assunzione delle responsabilità), è sospeso. Per gli altri settori della società i media si guardano bene dal rendere evidente questa triste condizione, mentre al gioco lecito si riserva il trattamento di “male del secolo”. Ecco, se si avesse l’onestà di affermare questa verità oggettiva, allora sarebbe più agevole comprendere (ma non di accettare) la necessità di dotare le slot di dispositivi funzionali alla rappresentazione di “sfiducia” in chi gestisce le slot per conto dello Stato, la perdurante assenza di una efficace lotta “integrata” alla illegalità, che si fondi sull’apporto quotidiano della parte sana del settore (cui la legalità fa fare business). Lasciare che i media affermino che le soluzioni tecniche ideate “renderanno sicure le slot”, ed “eviteranno” il gioco ai minori è una gravissima manchevolezza, i cui effetti saranno evidenti quando l’illegalità aumenterà a dismisura, se al gioco lecito sarà comminata una “contrazione” operativa; i medesimi minori di prima (uno ?, mille ?, centomila? ) continueranno a giocare alle slot, cui solo un esercente responsabilizzato potrà inibire concretamente l’accesso all’apparecchio. Per quel tempo, probabilmente, sarà pronta l’opzione “finale”, della chiusura del sistema gioco lecito, oggi rimandata per “esigenze di cassa”, ma di cui già si profila la consequenzialità logica rispetto all’odierno “ultimo tentativo” di mettere in riga il gioco rispetto ai dettami etici che vanno per la maggiore; tentativo, peraltro, della cui inidoneità conclamata già si può confidare, con conseguente annunciato successo per i promotori della “chiusura” del sistema di gioco. E’ dunque la fine? Del buon senso si, del sistema gioco lecito, non è ancora detto, soprattutto se i gestori (con la loro incredibile  ostinazione a non rifiutare mai nessuna sfida) potranno ancora “dire la loro”. As.Tro non è spaventata dall’evoluzione, ma del costo di essa in un momento in cui il credito bancario alle imprese è scomparso dallo scenario economico del Paese. Di sicuro, il Preu al 11.80%  per il 2012 “non copre” grandi potenzialità di intervento, generando solo una teorica disponibilità di risorse in ragione di – al massimo - 350 euro a slot, cui occorre sottrarre gli effetti negativi sui bilanci derivanti da eventuali dismissioni coattivamente anticipate rispetto ai tempi di ammortamento .
Gli eventuali interventi richiesti in misura superiore a tale importo, pertanto, dovranno essere sostenuti da finanziamenti di cui – allo stato – non si intravvede una fonte erogatrice, anche in prospettiva di una raccolta di gioco awp che da oltre 16 mesi non riesce più a raggiungere le medie mensili del 2010. Non si può preventivare nulla in merito al confronto istituzionale, di cui si attende concreto e fruttuoso avvio, ma sulle risorse a disposizione non sarà dato alcun margine per addurre dati difformi dalla realtà”.

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