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Pucci (As.Tro): “Battaglia a tutto campo contro l'illecito, è ora di distinguere”

28 gennaio 2013 - 12:46

La notizia dell’operazione condotta dalla Procura della Repubblica di Bologna è, ormai, di dominio pubblico. As.Tro, oltre ad esprimere il proprio compiacimento per l'efficace attività di repressione del gioco illegale operata dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, ha annunciato di voler passare “dalle parole ai fatti”. A spiegare il significato di questa azione è il presidente dell'associazione, Massimiliano Pucci, intervistato da GiocoNews.it.

Scritto da Ac

“Abbiamo detto di passare dalle parole ai fatti, perché la difesa della legalità non è e non può essere una bandierina da sventolare a seconda delle contingenze ma deve essere un habitus mentale. Perché i furbi e i disonesti di questo settore non hanno paura delle parole che, come noto, lasciano il tempo che trovano. Bisogna, pertanto, intervenire 'dentro' i processi combattendo con ogni mezzo gli episodi di illegalità che stanno compromettendo definitivamente il comparto del gioco lecito. Per questa ragione Astro ha dato mandato ai propri legali per costituirsi come parte offesa nel processo di Bologna, e successivamente come parte civile, affiancando la Procura della Repubblica  mettendo a disposizione degli inquirenti tutte le conoscenze, professionalità tecniche e notizie di settore in nostro possesso”.

Cosa si aspetta da questa 'battaglia' legale? “L'obiettivo, come detto, è quello di combattere in concreto l'illegalità. Una cosa che, come associazione, abbiamo sempre fatto e continueremo a fare, ma ora questa battaglia deve passare anche per ulteriori fronti, come quello giudiziario. In modo da scoraggiare il più possibile ogni attività illecita e per aiutare anche a capire, a chi non lo ha ancora chiaro, che tali atteggiamenti di illegalità compromettono il futuro  delle aziende del gioco e, di conseguenza, dell'intero sistema del gioco lecito e, quindi, dell'Erario e del nostro paese. Senza contare, poi, che da quanto emerge dalle indagini di Bologna, si evincerebbe che questi soggetti truffavano anche e in modo diretto i giocatori”.

Quindi oltre all'obiettivo legalità c'è anche un'operazione che potremo definire di “chiarezza”?
“Spero che questa considerazione venga presa nel modo giusto e che non passi il messaggio contrario di una battaglia a soli scopi mediatici perché altrimenti otterremo l'effetto contrario, ed è quindi bene spiegare a fondo questo aspetto. Vale la pena sottolineare che, ormai da anni, veniamo considerati gli untori della società perché siamo oggi visti come il settore che ammala i cittadini. Tenendo conto che a questa immagine nefasta si aggiunge quella di operatori che rubano ai giocatori che scaturisce dall'indagine di Bologna, ecco che si giunge a una miscela esplosiva. Con il caso Bologna che va quindi a completare la campagna denigratoria contro il gioco che è in corso. Per questo è bene che si distingua nettamente la realtà dall'immaginazione, il lecito dall'illecito, chi produce per il paese e chi sottrae risorse, alla nazione e alla comunità. E questo confine potrà essere marcatamente delineato solo attraverso un impegno in prima persona nel procedimento di Bologna”.

Che risultati vi aspettate, in particolare, da questa battaglia legale?
“Credo che chi vende prodotti illeciti ha sempre un acquirente. Occorre quindi porre in essere atti che rendano impossibile i comportamenti del primo e colpire il portafogli di quei pseudo-imprenditori che con le loro entrate illecite hanno avuto denaro a sufficienza per sottrarre i punti vendita al gioco lecito da noi rappresentato".

Crede davvero di poter riuscire in questo obiettivo?
“La speranza c'è sempre, poi se tra qualche mese ci ritroveremo i soliti personaggi che offrono decine di migliaia di euro per sottrarre i nostri punti vendita vuol dire che il sogno del gioco lecito sarà tramontato. Le nostre città saranno nuovamente invase dal gioco illegale e i molti detrattori del gioco lecito avranno vinto la loro battaglia”.

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