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As.Tro e la questione industriale: “Il problema è la salvaguardia del settore e non la tecnica”

25 marzo 2013 - 13:20

Il concetto di redditività della slot light a moneta metallica è a tutti noto, e quasi tutti gli operatori hanno forme di “reazione” al dato di “basso incasso” di un congegno: il problema è che, aziendalmente, la reazione è spesso peggiore del male.  Marcotti (Sgi): "Su gioco problematico serve tavolo di confronto" Fiorillo (Anci Lazio): "Non si può intervenire su orari sale gioco" Tar Campania, i giudici 'scagionano' i soci di un circolo privato

Scritto da Redazione

Il sistema apparecchi da intrattenimento, già afflitto da problemi di vario genera sin dal tempo della sua creazione, si trova oggi al cospetto di una “questione industriale”, che sta decimando un intero “segmento trasversale” dei gestori, ma che sta altresì costruendo fondamenta fragili a tutto il sistema del gioco lecito. E' la teoria sostenuta dall'associazione degli operatori del gioco lecito As.Tro che spiega in una nota come “il gestore virtuoso, non guarda in assoluto né al dato delle cifre giocate né al numero di awp installate, ma rapporta tutti i suoi 'fondamentali' al suo specifico break even”. Nessuno, ovviamente, compra apparecchi per il solo gusto di farlo, né li installa per il solo piacere di vedere un determinato esercizio “servito” dalla propria azienda. Ma, osserva l'organismo,  “se si domanda al gestore 'medio' qual è il suo break even , solo una piccola parte saprà fornire una risposta idonea a rappresentare la padronanza aziendale del concetto, e una quota ancora minore degli operatori è in grado di esibire un processo imprenditoriale in cui tale criterio è già stato assunto a criterio guida”.


COIN IN MEDIO DA 220 A 190 EURO - Il dato del coin in medio giornaliero delle slot light a moneta metallica è oggi evincibile solo attraverso un “cauto sondaggio” presso i concessionari, ma tutti convergono sul fatto che il vecchio riferimento dei “220-240 euro giornalieri”, si è già abbassato a quota 190-210, mentre altri fattori di costo hanno innalzato la soglia del “break even”.

“Quando As.Tro ha iniziato, tre anni fa, a denunciare la necessità della 'Industrializzazione' dei gestori, non poteva certo prevedere il massiccio crollo strutturale delle condizioni economiche del Paese, ma sicuramente ci si prefiggeva, già all’epoca, di costruire una categoria forte, in grado di rinunciare agli antichi “sfarzi” dei noleggiatori, per concentrarsi solo sulle analisi aziendali.  Oggi la differenza tra chi ha intrapreso quel percorso e chi lo ha snobbato è evidente dalla sola “visita” dei locali aziendali, ma ancor di più dalle priorità che si possono censire dalle richieste di spiegazioni che pervengono in associazione”.

SICUREZZA SLOT NON E' LA PRIORITA' - Oggi – pare – che i problemi più seri siano le schede montate senza cassa o le serigrafie non aggiornate ai titoli di gioco (e le conseguenti sanzioni comminate da parte degli accertatori), piuttosto che la “paura” di dover certificare l’azienda, o ancora, la necessità di non contabilizzare l’incasso dei congegni sulla base di criteri uniformi e generali.
Se queste sono le “emergenze” , la mission di As.Tro è inevitabilmente disallineata” posto che gli Organismi Associativi in questo momento sono concentrati:  sulla “salvaguardia della slot light a moneta metallica” all’interno di punti vendita, anche non dedicati,  sulla rivisitazione del sistema impositivo del Preu,  sul confronto istituzionale finalizzato ad una slot di futura concezione tanto sicura quanto “gestibile” e “alla portata” del gestore,  sulla formazione professionale del personale aziendale addetto ai punti vendita, sulla difesa del settore dagli attacchi mediatici e politici, finalizzati all’azzeramento del sistema pubblico di gioco legale,  sulla reazione ai codici etici bancari contrari al finanziamento delle imprese di gestione, sulla difesa di un contesto di politica della rappresentanza che possa proporsi alle Istituzioni come credibile interlocutore per “fare” qualcosa di importante per il Paese, (e non solo per “raccontare” la positività del gioco legale rispetto a quello illecito).

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