skin

Preu ai Comuni: As.Tro ‘Come devolvere parte della raccolta di gioco a chi espelle le slot dal proprio territorio’

31 ottobre 2013 - 16:57

Come noto, esiste un progetto di legge volto a rendere possibile la devoluzione di una quota del Preu alle amministrazioni comunali. “Il provvedimento – afferma As.Tro - risponde ad una consolidata logica trasversale in virtù della quale esistono molteplici motivazioni che propendono per consentire ai Territori di beneficiare dei proventi erariali che si raccolgono dal gioco lecito.

Scritto da Mc
Preu ai Comuni: As.Tro ‘Come devolvere parte della raccolta di gioco a chi espelle le slot dal proprio territorio’

 

A ciò si aggiunge che un’industria che potesse essere ammessa a generare risorse immediatamente dedicate alle esigenze di prossimità dei cittadini (es servizi scolastici e sociali), riceverebbe una tale ‘good reputation’ da incrementare sicuramente la propria capacità di ‘interagire’ coi territori stessi.

Non tutte le leggi correttamente ispirate si trasformano sempre in perfetti atti legislativi, ma sicuramente l’idea sottostante all’iniziativa incontra condivisioni quasi unanimi, anche tra coloro che spesso si distinguono per un approccio di ‘contrasto’ al gioco lecito.

Ciò che nell’iniziativa legislativa pare non essersi compiutamente affermato, invece, è il c.d. principio di reciprocità, ovvero una clausola che individui l’an e il quantum della ‘devoluzione’ come conseguenza dell’esistenza di un gioco lecito insediato nel territorio e non avversato dalle normative locali, ovvero disciplinato anche localmente tramite il rispetto della normativa nazionale.

Sarebbe infatti ‘singolare’ che un Comune, come ad esempio quello di Genova, potesse beneficiare di una devoluzione attinente il Preu raccolto ‘altrove’, mentre sul proprio territorio provvede ad una progressiva espulsione dei congegni gestiti dall’Amministrazione Finanziaria accompagnata da una immediata riduzione dell’orario di esercizio degli stessi.

Chi pensa di dover fare a meno del gioco lecito, di essere auto-sufficiente nella lotta al gioco illegale, e di dover concentrare i propri sforzi di amministrazione del territorio verso la creazione della disoccupazione indotta dalla rimozione di un settore economico insediato e monitorato quotidianamente dai controlli istituzionali ha già fatto la ‘sua scelta’ relativamente al ‘bene comune’.

Dovrà quindi essere affermata la necessaria corrispondenza tra ‘ospitalità’ del territorio nei confronti del gioco lecito e rispettivo ‘accesso’ alla devoluzione del Preu raccolto in loco (e solo in loco), affinché non si generi un intollerabile incentivo all’incoerenza e alla ‘italica abitudine’ di far pagare agli altri gli scotti delle proprie azioni”.

Le reazioni ‘antagonistiche’ a tale forma di ‘condizione’ non mancheranno (del resto l’antagonismo è portatore di insanabile incoerenza interna laddove pretende di affermarsi legalmente), ma un dato oggettivo si imporrà inesorabilmente a loro carico.

Esisteranno realtà territoriali ‘ricche’ per il solo fatto che avranno cessato di credere al ‘panico morale’ ingenerato dalla campagna mediatica anti-slot, preferendo ‘lavorare’ a fianco dell’industria del gioco lecito per un ‘sano sviluppo’ del settore.

Ci saranno territori ‘poveri’, in cui l’illegalità sarà la sola realtà di gioco messa a disposizione dei cittadini, e ai quali sarà ben difficile fornire una risposta di aiuto e sostegno dopo essere incappati in una rete criminale di giochi illeciti.

Quali di queste due realtà potrà orgogliosamente presentarsi al cospetto della cittadinanza rivendicando i pregi della rispettiva scelta è facilmente intuibile.

Articoli correlati