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Tar Lazio conferma sospensione licenza per videogioco irregolare: “Non prese necessarie cautele”

26 settembre 2014 - 16:08

La Sezione Prima Ter del Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato da un esercente che si era visto sospendere la licenza per cinque giorni di un videogioco ritenuto irregolare da parte della Questura di Roma, ma lo ha accolto limitatamente alla sospensione della licenza di somministrazione di bevande e alimenti.

Scritto da Amr
Tar Lazio conferma sospensione licenza per videogioco irregolare: “Non prese necessarie cautele”

 

LA VICENDA - Il titolare di un esercizio pubblico a Ladispoli si era visto sospendere la licemza per il videogioco in quanto questo era risultato, a un accertamento svolto dalla P.S., corrispondente ad un altro videogioco denominato espressamente vietato dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato perché contraddistinto dalla presenza di elementi aleatori non consentiti dall’articolo 110, comma 7, lettera c) Tulps che ammette, invece, apparecchi per il gioco lecito, cioè, quelli basati sulla sola abilità fisica, mentale e strategica, che non distribuiscono premi e la cui durata può variare in relazione all’abilità del giocatore.

 

LE MOTIVAZIONI DEI GIUDICI - I giudici hanno ritenuto infondate le argomentazioni del ricorrente: “Quanto alla irregolarità del videogioco installato nell’esercizio del ricorrente osserva il Collegio che al di là di quanto statuito dalla Suprema Corte, secondo cui ‘Qualora il pubblico ufficiale attesti nel verbale che i videogiochi installati presso un esercizio commerciale presentano dispositivi a led ottici, tale accertamento è coperto da fede privilegiata’. (Cassazione Civile, sezione VI, n.21202 del 2012) è lo stesso ricorrente, che nei motivi aggiunti proposti riferisce di aver disattivato il gioco, a dimostrare di avere ritenuto il video gioco in questione, irregolare. Né assume rilievo la circostanza dedotta nei predetti motivi aggiunti secondo la quale al momento del controllo (l’apparecchio) era spento e con apposto un cartello recante la scritta ‘in attesa di rimozione’. Secondo quanto accertato, in sede di controllo, dall’Autorità di polizia, infatti, il predetto apparecchio risultava perfettamente funzionante mediante il semplice collegamento di un cavo di alimentazione. Ciò chiarisce che, pur consapevole dell’irregolarità del mezzo, il ricorrente non ha usato le cautele necessarie per evitarne l’utilizzo da parte di avventori. Ne consegue che il provvedimento gravato non si rivela illegittimo nella parte in cui sospende la licenza riguardante il videogioco in questione”.

I giudici evidenziano inoltre che “per quanto riguarda la sospensione della licenza relativa al videogioco, trova la sua giustificazione, secondo quanto prima precisato, nella irregolarità di tale apparecchio e nei provvedimenti conseguenti previsti dal Tulps per fattispecie come quella in esame, mentre la sospensione della licenza di somministrazione di alimenti e bevande non trova nelle medesime norme il suo fondamento”.

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