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Gdf, sequestro da 25 milioni ai Casalesi: imponevano slot in Campania e Lazio

13 aprile 2016 - 09:59

Operazione della Guardia di Finanza contro il clan dei Casalesi, sequestrate 10 società operanti nel settore delle slot, che venivano imposte ad esercenti di Campania e Lazio.

Scritto da Redazione
Gdf, sequestro da 25 milioni ai Casalesi: imponevano slot in Campania e Lazio

Dalle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno dando esecuzione ad un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Roma - Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di soggetti appartenenti al clan dei Casalesi - 'Gruppo Iovine', nonché al contiguo ed autonomo 'Gruppo Guarnera' di Roma-Acilia, per un valore complessivo pari ad oltre 25 milioni di euro fra patrimonio aziendale e relativi beni di 10 società, esercenti l’attività di gestione/concessione di apparecchi da gioco, immobili, auto, attività commerciali e conti bancari.


Secondo quanto si legge in una nota diramata dalla Guardia di Finanza, "le indagini economico-patrimoniali, condotte dagli specialisti del Gico - del Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale, hanno preso spunto dagli approfondimenti eseguiti nei confronti di diversi soggetti per plurimi reati, tra cui associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, usura, estorsione, rapina, illecita concorrenza con minaccia e violenza e detenzione illegale di armi"

 

In quel contesto, "era stata monitorata una vera e propria 'joint-venture' tra esponenti di vertice della criminalità organizzata campana e noti appartenenti alla criminalità organizzata romana, a loro volta in contatto con soggetti della Banda della Magliana: obiettivo comune era la spartizione del remunerativo settore delle slot machine, la cui installazione veniva 'imposta', sul territorio di Acilia, agli esercizi commerciali abilitati ed autorizzati dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli".

Più in particolare, continua la nota, "veniva accertato come il boss Mario Iovine detto 'Rififì' stesse progressivamente estendendo le sue illecite attività nel settore delle slot machine dalla Campania al Lazio, coinvolgendo persone locali che 'avevano il gioco in mano'. In tal senso, quindi, dopo l’arresto dello Iovine, avvenuto nel dicembre 2006 - secondo ipotesi d’indagine, peraltro attualmente al vaglio dei Tribunale di Roma - i fratelli Guarnera promuovevano ed organizzavano un autonomo gruppo associativo mafioso, creato a perfetta imitazione della consorteria criminale casertana e ricalcante le medesime logiche delittuose: al fine di mantenere ed estendere il loro potere criminale ed economico, i Guarnera si sono avvalsi addirittura di un vero e proprio braccio armato e violento, composto da un nutrito e pericoloso gruppo di cittadini albanesi, definiti 'i pugilatori', tra cui un pugile già campione italiano ed europeo dei pesi medio-massimi".

"Elementi sintomatici della 'pericolosità sociale' dei Guarnera venivano acquisiti nell’ambito dell’ulteriore operazione denominata 'Vento dell'Est, condotta sempre dal Gico di Roma, che, nel luglio 2015, portava all’esecuzione di ulteriori 9 ordinanze di custodia cautelare per estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza e traffico internazionale di sostanze stupefacenti, aggravati dalle modalità mafiose. In tale contesto investigativo, veniva accertato un grave episodio estorsivo, posto in essere nei confronti del titolare di un centro scommesse di Guidonia Montecelio, esercitato attraverso ripetute minacce di violenza fisica", concludono i finanzieri.
 

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