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Riordino giochi, gli operatori: 'Proposta che danneggia i piccoli imprenditori'

11 novembre 2016 - 10:12

Gli operatori dei giochi commentano la proposta di riordino presentata dal Governo in Conferenza unificata Stato-Regioni ed enti locali.

Scritto da Fm
Riordino giochi, gli operatori: 'Proposta che danneggia i piccoli imprenditori'

 

All'indomani della presentazione in Conferenza Unificata della proposta di riordino del settore del gioco da parte del Governo, non si fanno attendere i commenti degli operatori del settore.

 

CURCIO (SAPAR): RIORDINO SIA VALIDO PER TUTTI - Particolarmente negativa la posizione di Raffaele Curcio, presidente dell'associazione Sapar. "E' una proposta del tutto ingannevole, non è la soluzione del problema, anzi lo complica sia per i giocatori che per il settore. Al settore serve una riforma organica che prenda tutta l'offerta di gioco italiana, è riduttivo pensare di risolvere il problema solo riducendo gli apparecchi, i locali dove sono collocati e prevendo nuove aperture di sale e punti gioco". Per Curcio, si continua a occuparsi di questo settore "in modo molto approssimativo durante la legge di Stabilita, qundi è arrivato il momento di fermarsi, non si può  modificare il settore a colpi di piccone. Bisogna aprire un tavolo di confronto serio dove il Governo ascolti tutta la filiera e sia disponibile ad avere un confronto equilibrato".

 

"COSI' SI TORNA INDIETRO" - "Queste norme produrranno danni enormi a tutti: siamo d'accordo sulla riduzione del numero delle macchine ma non sul togliere il  baluardo della legalità del gioco in Italia. Così invece si torna indietro, per offrire il gioco solo in locali dedicati: ma basta fare un giro nelle sale  dedicate già aperte per capire che non solo locali sicuri, quindi serve un approccio diverso. Siamo completamente in disaccordo con questa proposta, sarebbe meglio e più veloce tornare al vecchio contingentamento, che porterebbe a una riduzione del 30percento degli apparecchi ma mantenenendo le location. Il  riordino per essere davvero organico deve avvenire su tutte le offerte di gioco, non basta dire togliamo le Awp dai bar quando in Italia vendiamo i gratta e  vinci negli uffici postali. Questo è un blitz per favorire le lobby del gioco e distruggere il tessuto economico delle aziende, regalando il gioco  all'illegalità. Se gli italiani vogliono aderire al motto 'occhio non vede cuore non duole' va benissimo, ma se vogliamo essere più maturi serve un approccio diverso. Le Vlt sono state date in materia proporzionale al numero delle Awp, quindi la riduzione dovrebbe essere altrettanto proporzionale altrimenti è un inganno, non è una legge a tutela del giocatore né del settore. Il Governo deve dimostrare che non vuole favorire nessuno ma riequilibrare davvero il settore e tutelare i giocatori. Quanto agli stringenti controlli promessi, ricordo che in 12 anni non è riuscito a far chiudere centri scommesse irregolari: quale  azione di controllo può fare se non quella fatta finora, cioè controllare macchine in via telematica? E un ragionamento assurdo. Cercheremo di sensibilizzare  il settore su questo argomento", conclude Curcio.
 
 
PARLATI (ACMI): "FARE PRESTO" - Più possibilista Gennaro Parlati, presidente dell'Acmi. "In linea generale l'Acmi ha una posizione chiara: è necessario fare uin fretta, cercando di fare meno danni possibili. Si toglieranno macchine che di fatto si stanno togliendo da sole in funzione della crisi, siamo fermi da mesi, l'assenza di risposte dalla politica ha bloccato il mercato sia sul fronte produttivo che distributivo. Capire con estrema urgenza dove andremo a finire, specie per la parte produttiva serve una programmazione a lungo termine. Trattandosi al momento di proposte, tutte sono al momento modificabili, valuteremo quello che si deciderà. Chiaro che Acmi svolgerà il proprio compito per quanto riguarda gli apparecchi futuri. Saremo all'avanguardia per la progettazione e realizzazione delle nuove macchine".
 
 I DUBBI DI UGHI (OBIETTIVO 2016) - Per Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, "in un certo senso qualsiasi proposta è condivisibile. Ci lascia perplessi la classificazione A e B. Cosa vuol dire? Da una parte si entra solo con il riconoscimento dei clienti, dall'altra no, perciò qui non si tutela il giocatore. Anzi, magari chi è dipendente e non può entrare nelle sale certificate A va nei punti B. Questo, ad esempio, andrebbe chiarito. Altra cosa, che non è scritta nella proposta del Governo ma che sento dire, a proposito di un possibile ritorno del contingentamento regionale: è una soluzione attraverso cui siamo già passati, ed è stata abolita dalla Corte di Giustizia europea. Riproporla sarebbe una cosa 'blasfema', perché sarebbe un'attività discriminatoria e soggetta a revoca. così come è stato revocato dalla Corte di Giustizia europea il regolamento concessorio sulla cosiddetta 'gara Bersani', presa per Comuni". Ughi poi commenta l'ipotesi di prevedere nelle caratteristiche delle nuove Awp da remoto, interventi tecnologici a salvaguardia del giocatore e di prevenzione e contrasto agli effetti del Gap. "Il controllo da remoto degli apparecchi dovrebbe essere utilizzato per non dare la possibilità di accettazione dei giocatori fuori dagli orari consentiti. Se la messa in rete e il controllo da remoto anche delle slot serve per questo è condivisibile, se invece serve solo per controllarlo non serve a nulla. E' un vantaggio per i grandi concessionari e un tentativo di distruzione dei piccoli imprenditori, dei noleggiatori, che sono quelli che davvero conoscono il prodotto e i clienti. Ridurre il tutto ad un semplice sistema elettronico impoverisce il settore, e lo allontana dalle esigenze del giocatore". In ultimo l'amministratore unico di Obiettivo 2016 parla di tassazione. "Per ridurre le slot più che la tassazione a consumo per ogni giocata sarebbe meglio una percentuale a forfait sulle slot installate. Chi, ad esempio, ne ha otto, di cui quattro in funzione e quattro 'da arredo', di certo ne toglierebbe la metà proprio perché non gli conviene tenerle".

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