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Cassazione: 'Non serve esporre tabella giochi proibiti in magazzino'

15 giugno 2017 - 08:50

La Corte di Cassazione dà ragione ad esercente per non aver esposto la tabella dei giochi proibiti nel magazzino sede della sua ditta.

Scritto da Fm
Cassazione: 'Non serve esporre tabella giochi proibiti in magazzino'

 


"L'articolo 110, comma 1, Tulps, sanziona la mancata esposizione, in tutte le sale da bigliardo o da giuoco, della tabella, vidimata dal questore, nella quale sono indicati, oltre ai giuochi d'azzardo, anche quelli che l'autorità stessa ritenga di vietare nel pubblico interesse.
Secondo quanto ritenuto dalla giurisprudenza di questa Corte, la terminologia 'sale da biliardo o da gioco' va intesa in senso comune e cioè come luogo ove, oltre alle varie attività consentite, possa giocarsi anche al biliardo o ad altri giochi leciti e non già, in senso specifico, e cioè esercizio pubblico destinato esclusivamente allo svolgimento di quei giochi. Ne deriva che í due precetti - della esposizione della tabella e della visibilità della stessa nell'esercizio - vanno rispettati in tutti i pubblici esercizi autorizzati allo svolgimento dei giuochi".

 

Lo ricorda la Corte di Cassazione annullando la sentenza con cui il Tribunale di Trapani ha condannato un esercente autorizzato all 'attività di distribuzione e gestione di apparecchi da gioco a 120 euro di ammenda per non aver esposto la tabella dei giochi vietati, rilasciata dalla Questura di Trapani, nel magazzino in cui aveva sede la sua ditta.
 
 
La difesa del ricorrente aveva dedotto "che la responsabilità dell'imputato sarebbe stata affermata a partire da una erronea interpretazione della norma incriminatrice, posto che sarebbe illogico sanzionare la mancata esposizione di una tabella in un luogo che, in quanto non aperto al pubblico, non avrebbe potuto essere vista da nessuno. L'art. 110 del Tulps, infatti, non sarebbe stato applicabile all'esercizio dell'imputato, atteso che in esso non sarebbe stato esercitato il gioco d'azzardo", si legge nella sentenza.
 
I giudici hanno quindi rinviato al Tribunale di Trapani.
 

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