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Gioco, Tar Calabria: 'Interdittiva antimafia per legami con ndrangheta'

04 settembre 2017 - 15:55

Il Tar Calabria conferma l'interdettiva antimafia per un gestore di sala gioco con comprovati legami con la ndrangheta.

Scritto da Fm
Gioco, Tar Calabria: 'Interdittiva antimafia per legami con ndrangheta'

 

"Vanno respinte tutte le censure di eccesso di potere, poiché – con una motivazione ed una istruttoria adeguate e in assenza di profili di illogicità manifesta – il contestato provvedimento ha specificamente individuato gli elementi oggettivi posti a sua base, giungendo alla conclusione che si sia trattato di un nucleo familiare talmente coeso, da far considerare più che probabile un reciproco legame tra i relativi comportamenti".

E' quanto si legge nella sentenza con cui il Tar Calabria ha respinto il ricorso del gestore di una sala gioco contro il Comune di Reggio Calabria e l’Utg di Reggio Calabria per l'annullamento della nota emessa dalla Prefettura di Reggio Calabria, relativa all'informazione antimafia, a carattere interdittivo ex. art.91 e 100 D. lgs 159/2011 , emessa nei suoi confronti, e della determina emessa dal Comune di Reggio Calabria di revoca della Scia.


Secondo quanto si legge nella sentenza, a carico del ricorrente "sono emersi rilevanti precedenti di polizia. Egli risulta, infatti, interessato da più procedimenti penali nei quali è stato indagato per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso essendo ritenuto affiliato ad una cosca di ‘ndrangheta; destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere; indagato per favoreggiamento personale aggravato per aver agevolato la latitanza di un altro soggetto, alla cui omonima cosca di ‘ndrangheta è ritenuto contiguo; destinatario di applicazione di misure di prevenzione della confisca dei beni (per un valore di circa sette milioni di euro) con applicazione contestuale della misura della sorveglianza speciale; indagato per reati comuni contro il patrimonio e contro l’ordine pubblico".
 

Il fratello del ricorrente, scrivono ancora i giudici, "è stato destinatario di un provvedimento di diniego di iscrizione nella white list di cui all’art. 1, comma 52, L. 6 novembre 2012 n.190, in quanto tutte le aziende appartenenti al gruppo e formalmente intestate, operavano secondo l’interesse del padre e ciò in ragione delle evidenze emerse da molteplici atti compiuti dall’uno a favore dell’altro.
Il ricorrente ed il genitore sono stati più volte fermati con soggetti controindicati.
Sulla scorta degli esposti elementi, la Prefettura di Reggio Calabria, ritenendo sussistente il pericolo di infiltrazione mafiosa, ha adottato il provvedimento interdittivo ed il Comune di Reggio Calabria ha adottato i provvedimenti di revoca delle Scia".
 

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