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As.Tro: 'Riflettere su spesa pubblica per lotta al Gap'

19 settembre 2017 - 11:09

L'associazione As.Tro prende spunto dal Piano della Regione Piemonte per promuovere una riflessione sulla spesa pubblica per la lotta al gioco patologico.

Scritto da Redazione
As.Tro: 'Riflettere su spesa pubblica per lotta al Gap'

 

Tengono banco le politiche per il contrasto al gioco patologico della Regione Piemonte, che in attesa della scadenza delle autorizzazioni in essere prevista per il 1° dicembre ha appena detto il primo sì - da parte della Giunta - al varo del Piano socio-sanitario previsto dalla normativa vigente, per uno stanziamento complessivo di 6,8 milioni di euro. A tornare sul tema è l'associazione As.tro.

 

"Facciamo parlare i dati: a) 6,8 milioni di euro stanziati per attività di cura / prevenzione / informazione /sensibilizzazione, ovvero per impedire che i piemontesi giochino troppo, che gli stessi si ammalino della patologia Gap, e per curare chi, infine, si ammala di Gap b) 3,7 milioni dal 'Fondo statale' (ovvero dai famosi 50 milioni stanziati per tutta Italia), 3, 1 già stanziati dalla Regione Piemonte.
c) 2,1 milioni sono destinati al settore 'prevenzione', 4,7 milioni al settore 'cura'.
d) 1.400 malati di Gap sono i pazienti delle strutture sanitarie piemontesi, e che quindi vanno curati.
e) 2.000 euro è il costo-base-annuo per la loro cura (ovvero 2,8 milioni), importo che però aumenta se c’è bisogno di internamento o cura farmacologica, anche se in nessuna documentazione ufficiale è dato reperire costi e statistiche di accesso dei pazienti sia ai farmaci sia all’internamento in struttura (1,3 milioni di euro in ballo, ovvero potenzialmente in esubero).
f) Tanti di più dovrebbero essere i 'malati che non si curano', posto che tutti i sanitari piemontesi hanno stimato, attraverso la proiezione del Cnr (adattata alla rispettiva popolazione), una incidenza epidemiologica (benché 'a-tecnica' e non sanitaria visto che è riferita alla problematicità e non al Gap conclamato) oscillante intorno all’aliquota dello 0,5 percento della popolazione (percentuale sostanzialmente veicolata anche dell’Oms come ineludibile quota di utenza problematica suscettibile di tramutarsi in Gap). Se ci si ferma qui si applaude all’iniziativa di devolvere risorse molto ingenti alla cura dei malati, e nulla osta, francamente, al farlo veramente", si legge nella nota dell'associazione.
 

"Tuttavia, posto che il Gap, per quanto 'serio', non è comparabile a fumo – alcool – cibo in eccesso, cibo dannoso, e altre dipendenze da sostanze, che in Italia creano 50mila morti l’anno, vediamo quanto si è statisticamente sempre speso in Italia per fare la famosa prevenzione nei confronti di quei fenomeni che causano così tanti morti e così tante malattie gravi e infermità.
A fronte di una spesa media sanitaria di 2400 euro complessiva per cittadino (150 miliardi di euro l’anno), la prevenzione a tutto tranne il Gap si assesta sullo 0,5 percento di detta spesa (750 milioni).
In tutta Italia, quindi, si spendono 750 milioni di euro per prevenire 50 mila morti all’anno, e decine di migliaia di casi di altre affezioni da malattie gravi, mentre si spendono mediamente 24 milioni all’anno di risorse statali (la differenza tra i 50 milioni del fondo e i 2000 euro che costano i 13mila pazienti Gap), più altre decine di milioni di euro di risorse regionali (ai 3,1 del Piemonte, ai 5 del Lazio, ai 3 della Lombardia, si sommano gli stanziamenti regionali dei restanti 11 Piani Regionali anti-gap finanziati) solo per scoraggiare e disincentivare al gioco lecito con cui lo Stato pareggia il bilancio, evitando il default", ricorda As.Tro.
 
 
"Nella presente nota l’etica è, come si vede, assente, e parimenti non vi è traccia di polemica, ma da un punto di vista strettamente funzionale è chiaro che in Italia si sceglie di combattere solo le battaglie di prevenzione di nicchia, quelle che si candidano a risolvere una piccola cosa, ma soprattutto quelle nuove, con nuovi finanziamenti e anonimi che diventano famosi esperti.
Quelle vecchie, oramai sono date per andate, e nessuno si sente con la coscienza a posto nel promuovere – in tempo di crisi - l’abolizione di uno zucchero che oggigiorno molti medici chiamano veleno, oppure a disincentivare cibi che aumentano il rischio cancro.
Però è incoraggiante che, almeno, al cospetto di un apparecchio da gioco lecito che garantisce allo Stato 13.500 euro l’anno di 'solo Preu', non si badi a spese per combatterlo", conclude l'associazione.
 

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