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Rusciano (As.Tro): 'Stimare il reale impatto del Gap'

25 ottobre 2017 - 15:28

Alla luce della recente sentenza del Tar Lazio che blocca i fondi ministeriali, l'avvocato Isabella Rusciano del Centro studi As.Tro analizza il fenomeno del Gap.

Scritto da Redazione
Rusciano (As.Tro): 'Stimare il reale impatto del Gap'

 

"Apprendiamo dai media che la dipendenza da gioco d’azzardo patologico occupa l’ottava posizione all’interno della classifica italiana delle dipendenze ma è al primo posto come ‘rilevanza mediatica’ (ovvero ciò che i media vogliono far percepire come emergenza).
Con 500 servizi giornalistici (tra i vari canali) allestiti nel solo periodo giugno 2016- luglio 2017, il problema del gioco in Italia occupa una ribalta mediatica da vero e proprio allarme nazionale, nonostante ci siano sette dipendenze che precedono il Gap (in termini di persone stimate di esserne afflitte sulla base delle varie fonti considerate)".

Esordisce così una nota a firma dell'avvocato Isabella Rusciano del Centro studi As.Tro che analizza il fenomeno del gioco patologico.

 

"La notizia segue alla recente decisione del Tar Lazio di fermare l’erogazione dei 50 milioni di euro alle Regioni per le iniziative di prevenzione e contrasto al Gap, fondata su una censura apparentemente formale ma, in realtà, di profondo concetto: troppi soldi spesi senza poterne verificare l’idoneità a generare effetti positivi e verificabili.
In questo contesto, il compito dell’Associazione degli operatori del gioco lecito non può che essere quello di: ricercare e comprendere il 'perché' si perpetui una così profonda distanza tra i problemi che hanno gli italiani e i problemi che i media vogliono far percepire agli italiani: lo si farà anche accedendo ad incrociate indagine demoscopiche che svelino tutti i percorsi ed i profili che 'portano' a voler far percepire un problema (come tanti) in termini di emergenza prioritaria rispetto a tutti gli altri (o come se gli altri non ci fossero più);  evidenziare quanto sia negativo e pericoloso indurre la percezione di un fenomeno problematico ma non eccezionale (e che, peraltro, in tutto il resto del mondo è affrontato da sempre, senza mai essere stato una emergenza) in termini di allarme", sottolinea l'avvocato.
 

"Sicuramente possiamo affermare che aver 'dipinto' il gioco lecito diversamente da quello che è, ha concorso ad allontanare il corretto equilibrio legislativo-industriale, offuscando il giusto contemperamento tra competenze statali e prerogative locali.
Quando la percezione mediatica distorce la realtà (e tutto sommato è distorsione parlare di allarme prioritario per un fenomeno che impatta complessivamente meno della dipendenza da smatphone), il condizionamento ‘penetra’ nei processi legislativi, nei quotidiani percorsi politici e sociali, ma non ottiene nulla in termini di ‘tutela privilegiata’ anzi, arreca solo danno.
Un dato è evidente per tutti: ad oggi (e al netto della pronuncia del Tar Lazio che impedisce l’uso non 'ottimizzato' dei fondi statali per la lotta alla ludopatia), nessun attore sociale ha beneficiato dell’esposizione mediatica che ha interessato il gioco lecito.
L’industria è al collasso, stretta tra le maglie della fiscalità e le espulsioni programmate dalle leggi regionali, con migliaia di lavoratori e addetti che si ritroveranno – di mese in mese – a perdere il loro posto di lavoro; i malati di gioco aumentano di anno in anno, aumentano le strutture recettive per accoglierli, ma aumenta anche l’impossibilità di fornire loro un trattamento sanitario efficace e controllato;  i territori non riceveranno più un solo euro per la prevenzione al Gap finché non dimostreranno l’efficacia delle loro iniziative, e sarà dura dimostrare di poter risolvere la prima emergenza sanitaria del Paese; lo Stato rischia di tornare all’epoca in cui la criminalità gestiva il soddisfacimento della domanda di gioco che 30 milioni di persone avevano 20 anni fa e ancora hanno, con ricadute evidenti per l’ordine pubblico e l’Erario.
Recuperare il Gap tra realtà e percezione mediatica non è solo funzionale alla mission industriale di un’associazione imprenditoriale, ma costituisce la base di partenza per la ricollocazione del gioco in un contesto di normalità dei processi. Giuste leggi, giuste tasse e giusto mercato per un prodotto che è funzionale allo Stato e che deve urgentemente essere migliorato, ma non per 'risolvere il dramma nazionale', bensì per ridurre l’incidenza delle criticità fisiologiche che genera ai livelli 'universalmente' censiti ed accettati", conclude Rosciano.

 

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