skin

Iaccarino (As.Tro): 'Gioco, più formazione e apparecchi intelligenti'

21 giugno 2018 - 09:08

Armando Iaccarino, presidente del Centro Studi As.Tro, offre la sua ricetta per la futura regolamentazione del gioco lecito.

Scritto da Redazione
Iaccarino (As.Tro): 'Gioco, più formazione e apparecchi intelligenti'

 


"Il mercato del gioco è stato significativamente ridisegnato in particolare negli ultimi due anni da una serie di interventi normativi e regolatori, che nella loro numerosità e disomogeneità, hanno fatto venir meno la necessità principale di qualsiasi attività industriale, vale a dire un quadro di regole certo e stabile nel tempo.
Questo quadro di instabilità ha riguardato sia i riferimenti produttivi e distributivi che le
grandezze economiche che usualmente influenzano i piani di business imprenditoriali, vanificando ogni possibilità di pianificazione e di investimento, ed ha interessato prevalentemente, se non  esclusivamente, il contesto del gioco fisico, cioè offerto in esercizi pubblici, con pochi o nulli riflessi sull’offerta del gioco a distanza".

Queste le parole con cui Armando Iaccarino, presidente del Centro Studi As.Tro, torna sui nuovi scenari per la regolamentazione del gioco dopo le proposte del Governo Di Maio-Salvini.

 

"Non vi è dubbio che il 'gioco fisico' sia più direttamente percepibile e più facilmente aggredibile,  meno scontato è che presenti un livello di pericolosità superiore a quello del 'gioco online'.
Rimandando ad altro momento l’approfondimento di questo tema ed un’analisi dei livelli di rischio che caratterizzano le diverse tipologie di gioco, proviamo a riflettere sull’attuale e futuro assetto della rete distributiva del gioco offerto in esercizi pubblici. Occorre premettere che le considerazioni che seguono riguarderanno principalmente il settore degli apparecchi con vincita in denaro, le cosiddette Awp, visto che è questo il settore che è stato maggiormente oggetto di interventi regolatori limitativi, a partire dalla introduzione di un numero massimo di apparecchi installabili sul territorio nazionale", sottolinea Iaccarino.
 

"Di recente, e a macchia di leopardo, sono state introdotte limitazioni all’apertura di sale che non offrano solo slot machine, mentre alcuni giochi 'fisici' non sono stati oggetto di alcun intervento limitativo.
Nel 2017, con norma primaria, è stata disposta una riduzione delle slot machine installabili in Italia pari al 35 percento di quelle esistenti a fine 2016. Pertanto, con carattere di progressività, il numero massimo di apparecchi dovrà attestarsi sulle 265.000 unità, a fronte delle 407.000 censite al 31 dicembre 2016.
Ad oggi si è già realizzata una riduzione di circa 100.000 apparecchi ed il processo è in via di completamento.
Analogamente le campagne antislot hanno prodotto una riduzione degli esercizi presso i quali erano presenti gli apparecchi. Ma ciò è avvenuto senza una logica coerente ed omogenea.
Il tentativo di avviare un percorso logico di razionalizzazione della distribuzione effettuato in sede di Conferenza Unificata non ha avuto successo. In disparte le questioni giuridiche, che pure hanno un peso rilevante quando, per la prima volta si interviene su attività economiche legittime ed autorizzate in chiave limitativa, senza certezze di ricollocazione stabile, senza previsione di indennizzi e con fumosi richiami a improbabili riconversioni (in un paese in cui la cultura della riconversione è praticamente assente), proviamo a disegnare una strada percorribile con il consenso di tutti ed idonea a favorire il bilanciamento di tutti gli interessi in gioco. Proponiamo, cioè, un piano di interventi che vedano il coinvolgimento organico degli operatori del settore basato su: organizzazione congiunta di seminari di informazione sugli aspetti giuridici, amministrativi, economici e metodiche di contrasto ad ogni forma di illegalità, per far conoscere il modello di 'gioco pubblico', per capire perché è nato e quali sono gli effetti degli interventi e dei correttivi possibili; realizzazione di corsi di preparazione degli operatori sul fenomeno della dipendenza dal gioco d’azzardo e dei comportamenti che la caratterizzano, per far sì che gli operatori del gioco pubblico siano il primo presidio di conoscenza della diffusione del fenomeno, prevedendo sinergie operative con gli organismi sanitari competenti; codici di comportamento idonei ad assicurare la tutela del 'decoro' urbano, sia dal punto di vista urbanistico che della compatibilità sociale, al fine di mutare la percezione del gioco come 'disturbo' alla collettività, restituendogli, anche nella presentazione esteriore, il senso profondo di 'gradimento'; offerta di un prodotto che garantisca sicurezza e tutela del giocatore sia sotto il profilo della buona fede che della 'rischiosità', accogliendo tutte le raccomandazioni dei vari Osservatori sulla dipendenza dal gioco circa l’attivazione controllata dell’apparecchio, la presenza di avvertenze sulla durata e la spesa di gioco, la ricostruzione delle sessioni di gioco, la programmazione degli orari di funzionamento e lo spegnimento da remoto, metodologie di controllo che non richiedono l’apertura dell’apparecchio. Insomma, un 'apparecchio intelligente' che, riducendo in misura significativa la rischiosità del gioco, costituisca in se uno strumento di contrasto a forme di dipendenza; la revisione delle regole di distribuzione degli apparecchi sui territori comunali, nel rispetto del numero degli stessi e degli esercizi autorizzabili, con l’intento di evitare eccessive concentrazioni, ma anche aree completamente prive di offerta lecita. Ciò con particolare riferimento alla progressiva introduzione dei nuovi apparecchi. Alle Autorità competenti a livello centrale chiediamo, infine, di predisporre un provvedimento sul numero di apparecchi installabile nelle diverse categorie di esercizi pubblici - il cosiddetto contingentamento- coerente con il numero complessivo di apparecchi stabilito dalla legge e di individuare procedure idonee a favorire la più rapida introduzione dei nuovi apparecchi. Con ogni tempestività, perché i tempi della vita reale non coincidono con quelli della politica", conclude il presidente del Centro Studi As.Tro.
 

Articoli correlati