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Piemonte, operatori del gioco: 'Tempi delocalizzazione, presa in giro'

21 novembre 2018 - 09:36

Dopo il voto del Consiglio del Piemonte su modifiche alla legge sul gioco, con norme su delocalizzazione in caso di nuovi luoghi sensibili, ecco i commenti degli operatori e dei sindacati.

Scritto da Fm
Piemonte, operatori del gioco: 'Tempi delocalizzazione, presa in giro'

“Il consiglio regionale piemontese continua la strada intrapresa nei riguardi del settore del gioco con i paraocchi e paraorecchie. Diverse audizioni in consiglio, in commissione e tre manifestazioni non hanno sortito nessun effetto Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Gli operatori del gioco lecito in Piemonte non hanno pari possibilità di operare come nel resto d'Italia. Evidentemente discriminare la libertà di impresa a qualcuno può sembrare lecito e a qualcun altro addirittura utile”.

 

Comincia così il commento di Alessia Milesi, delegata dell'associazione Sapar per il Piemonte, raccolto da Gioconews.it all'indomani del voto del Consiglio regionale al decreto Omnibus della seduta del 20 novembre, che ha sancito la bocciatura di tutti gli emendamenti di Luca Cassiani (Partito democratico) e Andrea Tronzano (Forza Italia) che chiedevano di bloccare la retroattività della normativa, di rivedere il distanziometro, omogeneizzare gli orari di esercizio degli apparecchi, e l'approvazione dell'articolo 89 che regola i trasferimenti delle attività di gioco in caso di introduzione di nuovi luoghi sensibili dopo il maggio 2016.
 
 
MILESI (SAPAR): "UN SETTORE DISTRUTTO" - “Abbiamo chiesto mille volte un tavolo di confronto ma non è mai stato concesso, forse hanno timore del confronto, perché dalla loro, non avevano e non hanno i dati che supportino tanta ingerenza in questo settore senza intervenire con pari rigidità e proibizionismo anche su altre problematiche che hanno numeri molto più interessanti dal punto di vista socio-sanitario. Ad un anno dall'entrata in vigore della legge non mi sembra che qualcuno possa fregiarsi di risultati degni del sacrificio di centinaia di imprese sane e lecite e dei loro lavoratori. I tribunali nel frattempo macineranno sentenze e vedremo se loro troveranno una soluzione ad uno scontro che si poteva evitare utilizzando semplicemente il buonsenso.
Ringrazio i consiglieri Tronzano e Cassiani che si sono sforzati di fare un po di chiarezza e aprire una strada, purtroppo per guardare ci vogliono occhi e per sentire orecchie e per valutare e confrontarsi ci vuole coraggio e intelligenza. Tutti organi e qualità che in Piemonte sono venute a mancare. Peccato un settore distrutto e sacrificato per nulla.
I giocatori patologici (perché ricordiamoci che è di quelli che si sta parlando) non hanno smesso di giocare o rovinarsi che dir si voglia, sono semplicemente migrati verso altre forme di gioco sicuramente più aggressive.
Da parte mia e degli associati che rappresento rimango disponibile con chiunque voglia confrontarsi realmente senza pregiudizi e con la volontà di capire chi e cosa si vuole salvare e in che modo poterlo fare, nel rispetto di lavoratori e imprenditori che hanno pari diritti di tutti gli altri e questo un assessore regionale all'istruzione, lavoro e formazione professionale lo dovrebbe sapere come dovrebbe sapere che il confronto è crescita, rifiutare di sedersi ad un tavolo e snocciolare i problemi per trovare soluzioni condivise ed efficaci al raggiungimento dell'obiettivo, tutto questo continuare a negarlo non è dignitoso per chi ha scelto un lavoro al servizio dei cittadini, lavoratori nel comparto del gioco legale compresi".
 
 
IL NODO DELL'ARTICOLO 89 – Per Alessia Milesi, “l'articolo 89 è una presa in giro perché obbliga chi ha trovato una location con le dovute distanze dai punti sensibili, se dovessero aprirgli uno dei molteplici punti sensibili a distanza ravvicinata, a spostarsi un altra volta e per fare questo gli concedono del tempo. Da imprenditore posso commentare l'approvazione di un articolo del genere? Pensano di averci messo sopra una scacchiera e di far muovere le pedine a comodo loro? Un imprenditore fa scelte in base ad un business plan basato su dati e condizioni che non possono cambiare di continuo”.
 
 
ROSSI (AS.TRO): “RIPRENDERE IL DIALOGO” – Luciano Rossi in rappresentanza dell'associazione As.tro agigunge. “La Regione prosegue sulla strada del proibizionismo del gioco legale e esulta per i primi dati sulla riduzione della spesa di gioco e della diffusione del Gap che ha diffuso: analizzeremo tali dati e risponderemo nel merito. È forte la preoccupazione per le aziende e per le migliaia di lavoratori che ora davvero rischiano di ricevere una serie infinita di lettere di licenziamento.
Ci aspettavamo delle vere riflessioni sul tema e credevamo fosse giunto il momento di affrontarlo in modo concreto. Ci auguriamo di riprendere quanto prima il dialogo e poter fermare quella che porebbe diventare una delle più gravi crisi occupazionali della regione Piemonte degli ultimi tempi".
Sull'articolo 89 Rossi conclude: “A questo punto l'articolo dice agli imprenditori di delocalizzare ma di tener presente che in qualsiasi momento potrebbero essere di nuovo espulsi in caso si apertura di un luogo sensibile successivo al loro inserimento. È una caccia alla streghe, una presa in giro.
Nonostante tutto trovo un forte accanimento contro questa tipologia di attività”.
 
 
PASTORINO (STS): “STOP ALLE AUDIZIONI” - “La Regione dà solo un altro segnale di non saper come uscire dal distanziometro e dalle scelte che ha fatto. Non capisco se non si interessa delle sorti delle imprese o se proprio non sanno come funzionano”, si domanda Giorgio Pastorino, presidente del Sindacato totoricevitori sportivi.
"Davvero credono che qualcuno investa pensando che il proprio investimento potrebbe volatilizzarsi da un momento all'altro con l'arrivo di un nuovo luogo sensibile? Tutti sanno che un investimento si fa a lungo termine, e che non è così semplice cercare un altro posto e ricominciare da capo.
Inoltre, l'investimento non viene fatto solo sul locale o sui macchinari, ma anche sulla zona commerciale, quindi si porrebbe il problema di ricominciare da capo, ammesso che ci sia un altro posto disponibile lontano da zone critiche, visto che l'elenco dei 'luoghi sensibili' è già interminabile.
Tutto ciò crea un'ulteriore distorsione della concorrenza e mi sembra solo un tentativo di trovare soluzioni ad una legge insensata per non voler toccare un distanziometro il cui effetto è notorio.
Non ho più il tempo né la voglia di discutere con la Regione Piemonte: in oltre un anno ci sono state tante parole ma nessuna apertura. Se l'intenzione è arrivare alle elezioni con quella legge in piedi continuando a girare intorno al discorso senza entrare nello specifico, non vedo la ragione di parlare ancora.
Secondo me la Regione Piemonte per coerenza dovrebbe proprio bloccare le audizioni e dire agli operatori di parlarne con il prossimo governo regionale”.
 
 
MONTAGNINI (FISASCAT CISL): “ULTERIORI DANNI PER OCCUPAZIONE” - Critico anche Cristiano Montagnini della Fisascat Cisl regionale. “Non è stato assolutamente tenuto conto dell'impatto occupazionale e questo risultato di voto di conseguenza recherà un'ulteriore danno all'occupazione. Si è persa un'importante occasione per bilanciare la tutela della salute con quella occupazionale. La Regione Piemonte ha assunto una decisione senza tenere conto che dietro a oltre i 3000 lavoratori dipendenti del comparto gioco legale e pulito sono coinvolte intere famiglie”.
 

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