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Distante (Sapar) a Nencini (Psi): 'Gap, inutile osservatorio parlamentare'

12 marzo 2019 - 10:30

Il presidente di Sapar, Domenico Distante, critica proposta del senatore Riccardo Nencini (Psi) su osservatorio parlamentare sul Gap.

Scritto da Redazione
Distante (Sapar) a Nencini (Psi): 'Gap, inutile osservatorio parlamentare'

“Vorremmo conoscere da Riccardo Nencini, autorevole esponente del Psi, da quando il suo partito si occupa di contrasto alle ludopatie. Vorremmo anche conoscere concretamente quali a suo giudizio possano essere le azioni e i provvedimenti da mettere in campo per limitare il 'vizio del gioco'. Ciò che osserviamo sulla scorta delle ultime dichiarazioni volte ad attirare l’attenzione dei media è che il senatore Nencini evidentemente ha le idee confuse, non conosce la differenza tra gioco di Stato e gioco d’azzardo”.

Lo rimarca, in una nota, il presidente dell'associazione Sapar Domenico Distante, commentando la proposta lanciata qualche giorno fa dal senatore Nencini per l'istituzione di un Osservatorio parlamentare contro la ludopatia.

 

“Nencini sembra sia tornato da un lunghissimo viaggio all’estero oppure che abbia indossato i panni della bella addormentata nel bosco quando propone di stabilire delle distanze minime di sicurezza del gioco d’azzardo dai centri sociali. Fino a questo punto si potrebbe dire che è perfettamente allineato ad altri suoi colleghi al governo i quali non intendono recepire studi scientifici e statistiche al riguardo. Ciò che è più grave è che Nencini oltre a proporre l’istituzione dell’ennesimo e inutile osservatorio, si è perso gli ultimi sviluppi del decreto Dignità e della legge di Bilancio che hanno letteralmente massacrato un settore composto da 150mila lavoratori e da migliaia di piccole e medie imprese che insieme ai gestori sono la categoria sulla quale il reiterato aumento della tassazione si è trasformato in una sorta di accanimento terapeutico che rischia di generare il fallimento delle imprese e creare ulteriore disoccupazione”, afferma ancora Distante.
 
GAP, SERVONO MAGGIORI RISORSE - Il presidente Sapar poi torna anche sulle dichiarazioni del prefetto di Firenze Laura Lega fatte nel corso del convegno “Non t’azzardare, eh!”, organizzato da Regione Toscana e Anci Toscana con il contributo dell'Osservatorio regionale sulla dipedenza da gioco d'azzardo, alla fine di febbraio, in cui ha ribadito che la dipendenza da gioco si intreccia al tema della sicurezza, sono necessari maggiori controlli di polizia sugli esercizi.
“Tali dichiarazioni ci convincono sempre più a proseguire la nostra azione orientata ad ottenere una normativa nazionale in grado di regolamentare il settore del gioco di Stato.
Ci conforta, diversamente da altri esponenti del governo, sentire dire quello che come Sapar sosteniamo ripetutamente da tempo: immaginare che i disturbi da Gap si possano risolvere con il proibizionismo o che le limitazioni imposte alle sale da gioco e a tutti gli esercizi commerciali o attività che ospitano macchine da intrattenimento attraverso l’inasprimento di misure introdotte in diversi Comuni e Regioni, non solo tendono ad espellere il gioco legale dal sistema produttivo delle imprese ma favoriscono esclusivamente la diffusione della illegalità.
Il contrasto al Gap come più volte sostenuto può e deve essere affrontato in un quadro di totale riorganizzazione dei servizi sanitari e di prevenzione che richiede necessariamente lo spiegamento di risorse adeguate e soprattutto mirate per contrastare il fenomeno. Condividiamo il parere del prefetto di Firenze secondo il quale la chiusura delle sale da gioco e da intrattenimento non risolve il problema, ma rende il sistema più opaco e impenetrabile trasferendo nelle mani della criminalità organizzata un settore non più controllabile alla luce delle innovazioni tecnologiche e dell’utilizzo sempre più diffuso delle piattaforme online.
Subentra in questo caso il fenomeno del sommerso e aggiungiamo, della impossibilità di garantire il gettito erariale. Un argomento che dovrebbe destare l’interesse del governo che alimenta il reddito di cittadinanza attraverso un sistematico accanimento nei confronti delle imprese e dei gestori che operano nel settore”.
 

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