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Basilicata e Campania, operatori: 'Bene leggi sul gioco, rivedere fasce orarie'

11 febbraio 2020 - 10:27

C'è soddisfazione fra gli operatori per le nuove leggi sul gioco approvate in Basilicata e Campania, che tutelano le attività esistenti. Esempio da seguire anche per Piemonte ed Emilia Romagna.

Scritto da Fm
Basilicata e Campania, operatori: 'Bene leggi sul gioco, rivedere fasce orarie'

La tendenza, forse, si è finalmente invertita.

Dopo l'ondata di leggi restrittive copia-incolla fra il 2013 e il 2014, e le prime avvisaglie di dietrofront fra il 2018 e il 2019, con Liguria e Puglia, sembra essersi aperta una nuova stagione per la tutela delle attività di gioco vessate dai distanziometri regionali approvati in questi ultimi sette anni.

Proprio la tutela degli esercizi e degli occupati del settore è infatti al centro delle due nuove leggi approvate in Basilicata e Campania nella giornata di ieri, 10 febbraio.

Una data che resterà storica, come sottolineano i rappresentanti degli operatori intervistati da Gioconews.it.

"Quando trovi persone che usano buonsenso, che ascoltano, capiscono i problemi, che non hanno il preconcetto di dire 'no' a prescindere, tutto diventa più facile", esordisce Domenico Distante, presidente dell'associazione Sapar. "Per questo, do il mio plauso a entrambi i consigli regionali, peccato in Basilicata per la spaccatura della maggioranza, che si è divisa per degli emendamenti al testo. Ma, alla fine, dopo sei ore di discussione la salvaguardia delle attività esistenti è stata portata a casa.
Spero che il fatto che due consigli abbiano avuto il coraggio di cambiare possa essere da sprone per il Piemonte, dove l'iter per il voto alla Pdl di modifica è stato avviato, e per l'Emilia Romagna, dove tante piccole e medie imprese hanno chiuso perché il governo regionale non ha voluto ascoltare. Speriamo che Bonaccini riveda la sua posizione e riapra il tavolo di confronto con gli operatori. Ci sono ancora i margini per farlo, per poter arrivare a una legge sana, concreta per la salvaguardia di tutte le parti in causa, lo invito ad un confronto pubblico sulla normativa, visto che quella attuale non ha fatto del bene a nessuno. I comportamenti di chiusura non giovano a nessuno, il tempo ci darà ragione, spero anche altri prendano esempio", rimarca ancora Distante.
 
Quanto ai limiti orari, il presidente di Sapar ricorda che in "Basilicata entro 60 giorni la Giunta è chiamata a fissare degli orari uniformi sul territorio come in Veneto. Purtroppo lì sono stati fatti male, spezzettati in tre fasce".
 
 
Gli fa eco Claudio Bianchella, responsabile nazionale per i territori dell'associazione As.Tro, che dice sulla Campania. "Valutiamo positivamente i criteri di ragionevolezza contenuti nel Testo unico sul gioco approvato dal consiglio regionale della Campania, soprattutto nella parte riguardante la non retroattività dei divieti di apertura in prossimità di luoghi sensibili - quali chiese, scuole e ospedali - come dovrebbe avvenire in uno Stato di diritto. Sono salvi, dunque, gli esercizi già esistenti sul territorio, a differenza di ciò che sta accadendo in altre regioni italiane come Piemonte ed Emilia Romagna dove stanno chiudendo numerose aziende e dove migliaia di lavoratori stanno andando a casa".
 
L’associazione ritiene però migliorabili le limitazioni orarie: per gli esercizi pubblici, la norma prevede uno stop al gioco per 12 ore giornaliere complessive (di cui 10 ore consecutive nella fascia notturna e di ingresso scolastico, dalle 23 alle 9, e 2 ore nella fascia diurna di uscita dalle scuole, dalle 12.30 alle 14.30), mentre per le sale specializzate le ore di pausa sono 8, dalle 2 alle 10 di mattina. "Una decisione che non rispetta l’intesa raggiunta tra Stato ed Enti Locali – dice Bianchella – e supera l’interruzione massima di 6 ore giornaliere. Come ricordiamo sempre, ogni forma di proibizionismo del gioco legale, sui territori, non fa che lasciare spazio e terreno fertile all’illegalità".

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