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Lockdown gioco a Bolzano: Provincia 'Necessario', As.Tro: 'Arbitrario'

10 luglio 2020 - 10:50

Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, difende la scelta di 'chiudere' il gioco fino al 14 luglio. Pronta la replica di Isabella Rusciano (Centro studi As.Tro).

Scritto da Redazione
Lockdown gioco a Bolzano: Provincia 'Necessario', As.Tro: 'Arbitrario'

Prosegue il “dialogo” a distanza fra l'associazione As.Tro e la Provincia di Bolzano, in merito alla riapertura delle sale gioco del territorio altoatesino solo a partire dal 15 luglio, in netto ritardo rispetto al resto d'Italia.

Alla lettera inviata all'inizio del mese dall'avvocato Isabella Rusciano, del Centro Studi As.Tro è infatti seguita la risposta del presidente provinciale Arno Kompatscher, che qui riportiamo.

LA RISPOSTA DI KOMPATSCHER - “La decisione di individuare per la riapertura di sale giochi, sale bingo e sale scommesse la stessa data prevista per la riapertura delle discoteche deriva dalla particolarità delle attività che si svolgono tipicamente in questi locali, in cui si possono trovare molte persone al chiuso che si muovono liberamente, almeno per parte del tempo”, esordisce il capo della giunta altoatesina.
“Pur essendo l’infezione da sars-cov-19 un fenomeno ancora relativamente nuovo, su cui la letteratura scientifica è solo all’inizio, molti studi hanno confermato che negli ambienti chiusi il rischio del contagio è di gran lunga superiore a quello presente all’aperto. Si è ritenuto opportuno, pertanto, disporre una ripresa dilazionata delle varie attività, in modo da poter valutare nel medio periodo il variare della situazione epidemiologica in corrispondenza delle varie riaperture. Le misure di sicurezza per la riapertura, che non si discosteranno di molto da quelle suggerite nelle schede tecniche allegate al Dpcm dell’11 giugno 2020, saranno rese note a breve”.
Per poi rispondere anche in merito alla decisione di anticipare la riapertura dell'ippodromo di Merano rispetto alle sale gioco. “Per quanto riguarda le corse dei cavalli con il pubblico – precisa - è stato possibile autorizzarle in primo luogo perché esse sono pubblici spettacoli, e quindi appartengono a una categoria di attività la cui ripresa è stata disposta in precedenza, ma soprattutto perché esse si svolgono all’aperto, in uno spazio molto esteso, o comunque in spazi molto areati, in cui è possibile mantenere ampie distanze interpersonali”.
 

LA REPLICA DI RUSCIANO – Alla risposta di Kompatscher oggi si aggiunge la replica dell'avvocato Rusciano, con una nuova lettera inviata al presidente della Provincia di Bolzano.
Secondo l'esponente del Centro studi As.Tro, continuano a permanere delle “forti perplessità” sulle ragioni che hanno spinto la Giunta “a decretare un lockdown prolungato delle attività di gioco pubblico, nonostante il nulla-osta per la ripresa sia stato sancito dal Dpcm dello scorso 11 giugno: non è un caso, infatti, che quasi tutte le Regioni si siano adeguate immediatamente dopo, ritenendo compatibile la ripartenza delle suddette attività con il quadro epidemiologico del territorio di riferimento.
Nella Provincia di Bolzano - di contro - non si comprende come mai, nonostante nell’ordinanza n.32/2020 a sua firma si legga 'che la situazione epidemiologica è costantemente migliorata e risulta attualmente stabile', la Giunta da lei presieduta non abbia ritenuto superata positivamente quella ‘valutazione di compatibilità’ che era l’unica rimessa al vostro esame.
In altre parole, non si trattava di valutare in astratto ed isolatamente il grado di pericolosità dell’attività (essendo questo un giudizio già effettuato dal Governo), ma quanto lo stesso fosse compatibile con il concreto quadro epidemiologico del territorio della Provincia autonoma, nulla di più.
Accostando, poi, le attività di gioco alle discoteche, ancora la sua scelta alla 'particolarità delle attività che si svolgono tipicamente in questi locali, in cui si possono trovare molte persone al chiuso che si muovono liberamente, almeno per parte del tempo'.
A prescindere dal fatto che sembra singolare l’assimilazione delle attività di gioco con le discoteche per ovvie ragioni (tra le altre, afflusso di gente e rischio di assembramento), faccio fatica a comprendere allora come sia stato possibile consentire la ripartenza dei centri benessere, centri termali, ristoranti, palestre, pub che pure sono attività che si svolgono al chiuso e, potenzialmente, presentano rischi uguali (o forse maggiori) rispetto alle attività di gioco dove il contingentamento degli ingressi ed il mantenimento delle distanze appare essere più facilmente realizzabile (considerate anche le linee guida indicate nelle schede tecniche allegate al Dpcm dell’11 giugno 2020 che, tra l’altro - leggo sempre nella sua lettera - si appresta a breve a recepire). Posticipare al 15 luglio la ripresa delle attività di gioco pubblico, nonostante una situazione epidemiologica stabile (ed in linea con gli altri territori), equivale ad assumersi la responsabilità per una scelta politica arbitraria e discriminatoria che non può trovare spazio nell’elaborazione dei provvedimenti amministrativi legati all’emergenza sanitaria, rischiando solo di innescare ‘facili’ contenziosi ad opera delle aziende di gioco pubblico danneggiate da questo periodo di ulteriore inattività (che per qualcuna di esse potrebbe essere senza ritorno)”.
 

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