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Tassa 500 milioni, i legali: 'Accolte nostre tesi, violato principio affidamento'

31 agosto 2020 - 16:11

Lino Barreca e Federico Tedeschini, legali di alcuni concessionari di slot e Vlt, commentano le ordinanze del Consiglio di Stato sulla 'tassa dei 500 milioni'.

Scritto da Fm
Tassa 500 milioni, i legali: 'Accolte nostre tesi, violato principio affidamento'

A poche ore dalle ordinanze con cui il Consiglio di Stato ha rinviato alla Corte di giustizia europea i ricorsi dei concessionari di slot e Vlt contro la cosiddetta "tassa dei 500 milioni", istituita dalla legge di Stabilità del 2015, arrivano i commenti di alcuni dei legali degli operatori coinvolti.

"Queste ordinanze sono la prova che i giudici amministrativi, come tutti i giudici nazionali degli altri Paesi europei, cominciano a dare il giusto valore alle prescrizioni del diritto europeo. Non c'è dubbio che questa iniziativa fiscale italiana viola il principio di affidamento, visto che come previsto dalla convenzione di concessione i prezzi erano stati stabiliti, e che lo Stato non può cambiare le carte in tavola nel corso del gioco", rileva l'avvocato Federico Tedeschini a Gioconews.it.

"Il principio di affidamento è uno dei principi su cui si regge l'Europa, a prescindere dall'Unione e dalla Convenzione europea per i diritti dell'uomo, quindi sarebbe stato singolare che il giudice amministrativo non tenesse conto di questo anche alla luce di precedenti provvedimenti.
Mi sento di stigmatizzare il fatto che nessuno dei membri del Governo che ha istituito questo balzello abbia pensato che potesse violare tale principio.
Non resta che aspettare che i giudici europei si pronuncino e poi il giudice nazionale deciderà.
D'altronde, l'alternativa sarebbe stata rivolgersi alla Corte costituzionale", conclude Tedeschini.
 
Sui ricorsi interviene anche il collega Lino Barreca. "Sono molto, molto soddisfatto, perché i giudici del Consiglio di Stato hanno accolto in pieno le censure proposte, basate sulla contrarietà del prelievo imposto al diritto comunitario.
La contrarietà deriva dal fatto che il presupposto che consente di fare questo tipo di interventi sulla convenzione di concessione deve essere la sussistenza di motivi imperativi di interesse generale, come la tutela dell'ordine pubblico, la lotta al Gap o il contrasto all'illegalità, ma di certo non delle mere 'esigenze di cassa'.
In questo caso, l'intervento oggetto del ricorso è scaturito solo da questo: la volontà di 'fare cassa'.
Secondo noi è illegittimo il presupposto che consente questo tipo di interventi.
Il Tar Lazio (che ha bocciato il ricorso dei concessionari nel 2019, Ndr) si era concentrato solo sulla proporzionalità del prelievo, visto che l'intervento è solo per il 2015 e che è stato spalmato su tutti i concessionari.
Ma a monte, prima di valutare se è proporzionato o meno, deve esserci la sussistenza di motivi oggettivi, e proprio su questo punto il Consiglio di Stato ha fatto la rimessione alla Corte di giustizia Ue.
Un altro aspetto importante è che lo Stato avrebbe dovuto imporre la tassa a tutto il settore dei giochi, non solo al comparto degli apparecchi: questo è illegittimo ed è in contrasto con il principio di legittimo affidamento.
Il Consiglio di Stato ha accolto interamente tutte le nostre prospettazioni e auspichiamo un giudizio favorevole dalla Corte di giustizia europea, che si è già espressa in senso positivo in provvedimenti simili".
 

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