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Tar Campania: 'Sì a raccolta gioco se certificato di agibilità lo prevede'

03 settembre 2020 - 10:57

Il Tar Campania accoglie il ricorso di una società contro il rigetto dell'istanza di autorizzazione all'installazione di Vlt e alla raccolta scommesse, previste dal certificato di agibilità.

Scritto da Redazione
Tar Campania: 'Sì a raccolta gioco se certificato di agibilità lo prevede'

“Il certificato di agibilità dei locali rilasciato alla locatrice, richiamato peraltro nel contratto di locazione, allegato all’istanza presentata al Suap, prevede fra le destinazioni d’uso una sala giochi. Tale certificazione abilita (in modo netto) a realizzare attività commerciali e di entertainment, senza correlazione con attività di pratica sportiva, legittimando dunque la prospettiva interpretativa sostenuta dalla ricorrente. Dell’esistenza di tale certificato non poteva non essere a conoscenza il Comune, che del resto lo ha adottato, e non poteva il Comune disconoscerne gli effetti, anche in relazione alla vicenda de qua, se non eventualmente ricorrendo all’istituto dell’autotutela ai sensi della L.n.241/90 (in presenza dei relativi presupposti)”.

 
Ad evidenziarlo sono i giudici amministrativi del Tar Campania in una sentenza con cui accolgono il ricorso di una società titolare di una sala gioco contro  il Comune di Monteforte Irpino (Av) al fine di ottenere l’annullamento, previa sospensiva, del provvedimento di rigetto dell’istanza presentata al Suap volta all’autorizzazione per l’installazione degli impianti da gioco (videolottery) e scommesse e della successiva ordinanza con la quale il responsabile del III Settore (urbanistica- sicurezza del lavoro- suap- ricostruzione) del predetto Comune ha ordinato la cessazione ad horas dell’attività di scommesse e videolottery presso i locali in questione, nel 2018.
 
A ribadire l'erronea ratio dei provvedimenti oggetti di ricorso, il Collegio ricorda nelle sentenza che “secondo quanto affermato dalla stessa difesa comunale nella memoria depositata il 28 novembre 2019 (pag.6), in allegato all’istanza inoltrata al Suap, poi denegata, era presente tale contratto, in cui detto certificato era menzionato”.
 

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