Cassazione: 'Apparecchi non conformi sanzionabili anche se non danno denaro'

L'articolo 110, coma 9, lett. c) del Tulps punisce gli esercenti che consentono l'uso delle macchine non
rispondenti alle prescrizioni di legge ed amministrative, anche in caso di mancato ritrovamento di denaro all'interno degli apparecchi e della mancanza di cavi di alimentazione.

Il principio viene ribadito dalla Corte di Cassazione, che rigetta il ricorso di una società contro i Monopoli di Stato per una sanzione pecuniaria e la confisca degli apparecchi inflitta per violazione dell'art. 110, coma 9, lett. c), Tulps dopo un accertamento della Guardia di Finanza che aveva rinvenuto nell'esercizio commerciale sei apparecchi per videogiochi con caratteristiche non conformi a quelle per cui era stato chiesto il nulla osta, del tipo 'a rulli virtuali'.

Nella stessa sentenza, i giudici della Cassazione ribadiscono al ricorrente che "non risulta pertinente il richiamo operato alla sentenza n. 16928 del 2007 della terza Sezione penale di questa Corte, che ha esaminato e fatto applicazione della giurisprudenza della Corte di giustizia (sentenza della Grande Camera, in data 6 marzo 2007, Placanica e. Italia) in tema di compatibilità con gli artt. 43 e 49 del Trattato CE di una normativa nazionale che esclude dal settore dei giochi d'azzardo gli operatori costituiti sotto forma di società di capitali le cui azioni sono quotate sui mercati regolamentari, e che impone una sanzione penale ai soggetti che hanno esercitato un'attività di scommesse in assenza di concessione o di autorizzazione di polizia richieste dalla normativa nazionale allorché questi soggetti non abbiano potuto ottenere le suddette autorizzazioni a causa del rifiuto dello Stato membro".