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Tar Toscana annulla limiti orari Grosseto: 'Atto sproporzionato'

23 giugno 2017 - 15:47

Il Tar Toscana torna ad annullare la disciplina sui limiti orari al gioco del Comune di Grosseto in quanto non supportato da dati scientifici sul Gap.

Scritto da Fm
Tar Toscana annulla limiti orari Grosseto: 'Atto sproporzionato'

 

"Dalla documentazione depositata in atti dalla difesa comunale per l’udienza di merito si evince che 'i giocatori problematici o patologici costituiscono circa l’1,5 percento del campione' mentre il documento della Caritas non fornisce dati in proposito. Tale percentuale di diffusione di fenomeni socialmente problematici legati al gioco non giustifica una così drastica limitazione autoritativa che riduce gli orari di apertura delle sale gioco autorizzate a mezza giornata e quello di funzionamento degli apparecchi con vincita in denaro a sole quattro ore giornaliere".


Questo è quanto si legge nella sentenza con cui il Tar Toscana è tornato ad annullare la disciplina degli orari di esercizio delle attività di gioco del Comune di Grosseto, dopo la pronuncia analoga del 12 giugno

"Si tratta di attività lecite e disciplinate da leggi statali, in cui l’intervento dell’Autorità deve rispettare canoni di proporzionalità e ragionevolezza poiché anch’esse sono espressione di valori rilevanti costituzionalmente come la libertà di iniziativa economica. L’incisione in tale bene giuridico deve essere giustificata da reali e pressanti necessità di tutelare altri valori costituzionali, e non sembra che il diritto alla salute venga messo in discussione così fortemente stando a dati forniti dalla stessa Amministrazione. Sotto questo profilo, il provvedimento appare viziato anche da difetto di proporzionalità come correttamente rappresentato nel ricorso. Inoltre una regolamentazione diversa da Comune a Comune può determinare il fenomeno di trasferimento di utenti dall’uno all’altro e, pertanto, lo stesso appare inefficace rispetto allo scopo che si propone e, un’altra volta, affetto da intrinseca irragionevolezza", concludono i giudici.
 

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