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Come salvare le imprese del gioco durante l'epidemia da Covid-19

14 marzo 2020 - 11:06

Cosa fare per salvaguardare le aziende in attesa di superare l'emergenza in atto? Ecco i consigli degli esperti e le linee guida per gli operatori di raccolta.

Scritto da Francesco Scardovi, Consulente fiscale e revisore contabile
Come salvare le imprese del gioco durante l'epidemia da Covid-19

L’emergenza epidemiologica in corso ha bloccato la maggior parte delle attività economiche, comprese le aziende degli operatori di raccolta. E le sue conseguenze, sia da un punto di vista sanitario che economico, sono sempre più drammatiche.

Tutti i settori dell’economia italiana stanno vivendo una situazione surreale, e fra le attività più colpite ancora una volta ci sono gli operatori di raccolta di giochi pubblici ed in particolare i gestori di apparecchi, i più esposti della filiera quali primi attori della raccolta sul territorio oltre che fortemente esposti finanziariamente per la necessità di investire continuamente nell’aggiornamento degli apparecchi oltre che di dotarli delle necessarie provviste di cassa per garantirne il funzionamento.

Come per tanti altri comparti economici, le aziende del gioco hanno dovuto cessare le proprie attività, per cause di forza maggiore, azzerando improvvisamente le proprie entrate e dovendo fare i conti con il carico di impegni finanziari conseguiti agli investimenti effettuati, ai debiti correnti oltre al versamento ai concessionari del prelievo erariale e dei canoni concessori.
A oggi sono usciti i primi provvedimenti di sostegno alle imprese, altri sono in fase di studio, con l’auspicio che possano essere veramente determinanti per consentire alle aziende di resistere per il tempo necessario al superamento del grave stato di emergenza.
 
COSA FARE PER LE AZIENDE FERME - Nel frattempo, agli operatori di raccolta, non resta che adottare i pochi accorgimenti possibili per cercare di “mettere in quarantena” anche le proprie aziende con i minori pregiudizi possibili ai propri equilibri economici e finanzairi. In primo luogo dovranno recuperare e “mettere in sicurezza”, per quanto possibile, la liquidità presente negli apparecchi, nei cambiamonete e presso i locali, con pieno diritto a transitare per questioni di lavoro quali operatori di pubblico servizio (di raccolta di introiti erariali), compilando le relative autodichiarazioni prestando naturalmente tutte le precauzioi sanitarie del caso. Ove possibile dovranno essere messi in blocco gli apparecchi e recuperate le schede di gioco, fermo restando che, dall'8 Marzo 2020, gli addebiti di forfait non saranno pià applicati per disposizione dell’Amministrazione.
Una volta raccolto quanto possibile, dovranno forzatamente essere chiuse le aziende, mantenendo in funzione (possibilmente in home-working) le sole attività ritenute più strategiche ed indifferibili (amministrative e di tesoreria, oltre che di “contatto” con Concessionari e terzi esercenti convenzionati). Il personale quindi sarà congedato, utilizzando le ferie disponibili in attesa che diventino operativi gli interventi annunciati in materia di cassa integrazione estesa a tutte le aziende, con l’auspicio che gli ammortizzatori sociali siano questa volta riservati anche agli operatori di raccolta, nell’evidenza che, in caso contrario, le ricadute occupazionali coinvolgerebbero migliaia di dipendenti su tutto il territorio. 
Possono essere richieste le moratorie per mutui e leasing in corso (immobiliari e mobiliari), come già indicato dalla circolare Abi del 10 marzo scorso, auspicando che gli Istituti di credito, su impulso del Governo, possano ulteriormente supportare le imprese di gioco legale in difficoltà, magari ripristinando linee di credito in precedenza revocate per “presunto” codice etico.
Dovranno essere concordati con i Concessionari di riferimento, per quanto possibile, i piani di rientro nel versamento di quanto effettivamente raccolto fino alla data di chiusura delle aziende. Si potrà richiedere una moratoria anche per i canoni di locazione degli immobili strumentali da convenirsi con i locatori e definire più in generale, nuovi piani dilatori con gli altri fornitori di beni e servizi.
Il versamento di imposte, tasse (tra cui l’Isi per gli altri apparecchi da intrattenimento in scadenza al 16.03) e contributi potranno essere rinviati sempre per il grave stato di crisi ed inattività delle aziende, nel rispetto dei decreti annunciati dal Ministero dell’Economia.
Gli adempimenti fiscali ed amministrativi, compresa l’approvazione dei bilanci chiusi al 31.12.2019 potranno essere differiti quantomeno per i maggiori termini civilistici vigenti (180 giorni dalla chiusura dell’esercizio), così come già risultano sospesi i termini connessi ad eventuali contenziosi tributari in corso. Poi non resterà che attendere, a casa, rispettando sempre le indicazioni del Ministero della Sanità, con l’auspicio che con il contributo di tutti, il virus possa essere presto debellato e si possa ripartire in un clima di rinnovato entusiasmo e voglia di rinascita.

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