Genova dice basta al gioco pubblico: via alla petizione per fermare le sale slot e vlt
- Scritto da Vincenzo Giacometti

La petizione, che è una promessa mantenuta da parte del primo cittadino - va presentata ad associazioni e partiti servirà per chiedere un cambiamento legislativo con la modifica della legge 220 del 2010 “che ha consentito la diffusione di questo tipo di attività commerciali, a cui Genova non era abituata e che non ha previsto alcun ruolo dei Comuni”. In un anno, a Genova, sono nate 59 sale di ogni tipo, tutte concentrate in determinati quartieri.
“Il collegamento con la criminalità mafiosa non è immediata, ma la relazione dell’antimafia deve fare innalzare il livello di attenzione – ha sottolineato la sindaco – le autorizzazioni sono obbligatorie, date dalla Questura e nulla possono fare i Comuni se non restringere le norme nel Puc”. Strumenti deboli, non previsti dal legislatore. A questo proposito la petizione vuole dire alle camere che “i Comuni devono poter difendersi dalla riduzione di alcuni quartieri a un insieme di attività commerciali che ne cambiano l’identità e poter dire no con molta più forza”.
La giunta Vincenzi proporrà inoltre di verificare la possibilità di incentivare la dismissione delle slot machines, attraverso una riduzione dell’Imu per la parte che riguarda il Comune. “Potrebbe essere un aiuto – ha concluso Vincenzi – le sale sono attività visibilmente brutte, ma su quelle macchinette di cui sono pieni bar e tabaccherie, c’è gente a tutte le ore e a tutte le età”.