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Ludopatia: As.Tro, “Problema per imprese e società, serve approccio di sistema e fidelizzazione al gioco lecito”

19 aprile 2012 - 09:35

Per un intervento serio e concreto nei confronti del gioco patoligco, la strada maestra non è quella di “tenere lontano il gioco dalla popolazione”, ma, al contrario, tenere i soggetti affetti da patologia compulsiva “lontano dal gioco lecito”, al fine di preservare l’utilità sociale ed economica di un “gioco di sorte a premio”che lo Stato possa controllare, tassare, gestire tecnologicamente e tecnicamente, attraverso selezionati operatori. E' questa la posizione espressa dall'associazione As.Tro – parafrasando i dettami delle gambling commissions anglosassoni per evidenziare il danno che il Gap provoca anche all’industria del gioco  lecito - nella relazione depositata in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati all'interno del ciclo di audizioni sul gioco e la tutela dei consumatori avviata dalla stessa Commissione.

Scritto da Redazione GiocoNews

Nel corposo documento di As.Tro (15 pagine di riflessioni e proposte sui temi 'caldi' oggetto delle audizioni), vengono scardinati pregiudizi e cattive informazioni riguardo al gioco patologico offrendo tuttavia possibili soluzioni per risolvere un problema che non viene affatto negato, ma ricondotto nei criteri di valutazione oggettivi e lontano dal condizionamento del momento. “Il problema del gioco d'azzardo patologico (in breve, 'Gap')  merita attenzione in quanto fenomeno insito allo stesso fatto che ai cittadini sia permesso di accedere al gioco di sorte con premio in denaro, scrive l'associazione. “Il fenomeno pertanto esiste, anche in Italia, ma non da oggi, né da quando lo Stato Italiano ha deciso di avviare un rigoroso percorso di tutela della cittadinanza, attraverso il controllo pubblico del gioco di sorte e l’introduzione di un sistema che riconosca liceità ai soli prodotti asseverati e controllati dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Si premette che le 369.769 apparecchiature da gioco della tipologia slot-awp, unitamente ai 38.482 videoterminali – Vlt, in esercizio effettivo sul Territorio Nazionale, costituiscono il risultato di un percorso istituzionale ultra novennale (peraltro finalizzato alla eliminazione degli 800.000 videopoker, tecnologicamente anarchici sotto il profilo delle modalità di esercizio, nonché sostanzialmente sconosciuti al fisco, che negli anni 20001 venivano censiti dal Ministero del Tesoro, Ministro pro tempore il Prof. On.le Vincenzo Visco, come fenomeno di emergenza per l’ ordine pubblico), che ha coinvolto Aams., investitori accreditati e quotati in borsa, società, aziende  e imprese, con indotto occupazionale raggiunto in ragione di oltre 100 mila addetti (oltre a consentire la non-chiusura di migliaia di pubblici esercizi dediti ad un servizio di somministrazione dichiaratamente insufficiente – da anni - a sostenere gli oneri dell'attività commerciale)”.

 

Da sempre, quindi, esiste il problema, “ma è corretto impostare -oggi - una riflessione sul ruolo delle pubbliche Istituzioni in ordine al Gap, al cospetto di un mercato del gioco che, per fortuna degli utenti, delle casse erariali, e delle capacità di monitoraggio delle Forze dell'Ordine, è, per la maggior parte, collocabile nell'alveo del Gioco lecito pubblico".

 


Sulla base di questa premessa, integrabile con un ulteriore assunto di carattere generale, si declineranno i punti sensibili per un approccio “di sistema” che possa consegnare alla società civile, da un lato, e all'industria del gioco lecito , dall’altro, un percorso rispettoso delle proprie posizioni, ovvero la fruibilità tendenzialmente innocua di un prodotto “pubblico”nell’ambito del diritto costituzionale di fare impresa.
Giova ricordare, infatti, che il giocatore patologico, rappresenta un problema  non solo per la società, ma anche per la stessa industria del gioco lecito, la cui funzione economica, emergente dal combinato disposto delle previsioni convenzionali sottoscritte con Aams. e delle vigenti normative fiscali e tributarie, non è il “depauperamento”dell’utenza, bensì la sua costante e perdurante fidelizzalizzione al gioco lecito, nell’ambito di una consapevole e responsabile  scelta di spesa, che abiuri l’offerta illegale di gioco, e e approccio faziosamente etico allo stesso.
Il sistema sanitario di “quello” Stato, pertanto, non censisce il “depresso”(o l’alcolista), che a causa di tale patologia spende tutto al gioco, ma cura la depressione (o l’alcolismo) e annovera tale incidenza morbosa sul capitolo epidemiologico delle malattie collegate allo stile di vita concesso dalla società. A costui, benefici e conseguenze (esempio  il T.S.O. piuttosto che il ritiro della patente di guida), derivanti dal trattamento farmacologico, sono collegati alla depressione e non al gioco, la cui deriva in patologico, comporterà eventualmente solo interdizione giudiziaria al soggetto di accedere alle sale autorizzate (che in quanto tali devono essere protette da tale utenza). All’industria del gioco sono imposte regole ferree (informazione nel punto vendita, informazione promozionale controllate, controllo professionalizzato di sala, obblighi di allerta a forze di polizia, e di segnalazione ai servizi sociali), al rispetto delle quali scattano le tutele”.

SCELTA CULTURALE, IMPORTANTE RUOLO DELLA COMUNICAZIONE - E' chiaro che colmare il “gap” che separa l'Italia da una cultura secolare del gioco di sorte non è impresa facile – scrive ancora l'associazione - ma il percorso deve essere avviato, e la pubblicità deve essere al centro del ragionamento di 'sistema', in forza della sua intrinseca capacità di penetrazione psicologica.
Regolamentare il contenuto del messaggio pubblicitario è quindi necessario per escludere: l'uso incauto e smodato dei testimonials, l'abbinamento tra gioco ed “elevazione” della personalità, l'attenuazione del principio costituzionale del lavoro lecito come percorso di vita prioritario per la creazione della propria indipendenza economica.  Oltre che per “notificare” alla società: modalità corrette di fruizione del servizio – gioco pubblico, anche a fine di coinvolgere l’utenza nel “controllo”di tali modalità di fruizione; rischi derivanti dalla inosservanza delle cautele, le conseguenze derivanti dalla fruizione di gioco non regolare; l’esistenza di strutture che possono intervenire per non fare generare il gioco problematico in G.A.P. la destinazione d’uso dei proventi erariali derivanti dalle attività di gioco pubblico.

I DATI RELATIVI ALLA 'LUDOPATIA' - Per gestire un fenomeno occorre conoscerlo, e non si può chiamare malattia ciò che non è studiato e statisticamente censito dall’Istituto Superiore di Sanità, cui compete l'approvazione del relativo protocollo di cura farmacologica.
Uno degli aspetti meno “encomiabili” relativo all’attenzione che, in questo momento, si pone al problema del G.A.P. è l’assoluta assenza di scientificità relativamente alle c.d. indagini statistiche o epidemiologiche sul fenomeno. Le fonti a cui si accede per abbozzare dati (tutti di proiezione) non sono aggregate, non sono tutte istituzionalmente riconosciute, non rispondono ad un protocollo unitario e asseverato.
Per l’industria del gioco lecito anche un solo malato di G.A.P. basta e avanza per legittimare uno “step industriale”che si proponga di capire dove “il sistema”deve intervenire per evitare recidive e come curare il soggetto. Ma se all’industria basta un soggetto, ad altre entità servono numeri per sostenere finanziariamente i propri progetti”.

LE PROPOSTE DI AS.TRO - “La proposta è di assegnare all’Istituto superiore di Sanità apposito incarico per la ricognizione del fenomeno, con specifica attenzione alle c.d. patologie collegate, ovvero facilitanti l’insorgenza “cumulativa” del G.A.P. in capo a soggetto già affetto da altro. Solo tale indagine, infatti, potrà chiarire alla cittadinanza e alla politica (come già successo nei Paesi Anglosassoni), che è il soggetto di un certo tipo che cade nel G.A.P. e non è il gioco lecito a poter far cedere chiunque all’interno di una patologia, evitando così che le strutture sanitarie siano obbligate a munirsi di centri di cura psicologica per assistere persone a patologia principale di natura psichiatrica (o di dipendenza psicotropa o alcolica)”.
Ma il tema rilevante sostenuto dall'associazione è quello dell'adozione dello 'strumento' del gioco lecito per combattere il gioco illegale – non autorizzato – non tassato – non controllato. Aspetto da non dimenticare mai e da non sottovalutare quando si parla di interventi nei confronti del gioco pubblico.
“Se si rinuncia a questo strumento ri-emerge quella illegalità il cui fatturato è stato dimezzato a beneficio dell’Erario in questi ultimi nove anni, e la cui forza di aggressione sarebbe oggi devastante in un Paese dalle capacità di reazione sanzionatoria effettiva non ottimali. Se tale strumento viene “avversato” a livello di politiche territoriali, a livello mediatico e morale, a livello di legislazione tributaria, il gioco illecito mantiene la capacità di abbassare “la resa”industriale del business lecito, attraverso l’illecita concorrenza che può mantenere in essere, rendendo il comparto pubblico sempre meno dotato di quelle risorse necessarie per affinare il proprio sistema sul fronte della sicurezza generale e specifica per l’utenza.
Se tale strumento viene “tutelato”, allora il “sistema” può investire in modo trasparente per testimoniare l’esistenza di “convergenza di mission” tra l’industria legale e tutte le Istituzioni che si prefiggono di tutelare le fasce deboli della popolazione dal rischio di un accesso non responsabile e non consapevole al prodotto gioco”.

Questi, in estrema sintesi, le proposte avanzate dall'associazione:
Pubblicità - Definizione di contenuti essenziali ed eliminazione dei contenuti di mera propensione al gioco.
Comunicazione Informativa - Obbligatorietà della stessa sia all’interno della pubblicità, sia attraverso campagne curate dal settore con supervisione istituzionale.
Indagine Sanitaria demandata all’I.S.S. - Acquisizione dei dati e individuazione del rapporto tra patologie o affezioni pregresse e insorgenza di condotte di G.A.P.
Tutela della legalità e contrasto all’illegalità - Rivalutazione dell’immagine e della funzione del gioco lecito pubblico, con repressione effettiva di ogni fenomeno di elusione o evasione delle regole nazionali vigenti per l’esercizio delle attività di gioco.
Rivisitazione dell’imposizione tributaria - Abbassamento della voracità erariale e tassazione dell’attività sul net-win.
Rivisitazione delle procedure di ampliamento dell’offerta dei giochi pubblici - Introduzione di procedure di verifica di impatto per nuovi prodotti di gioco.
Destinazione di scopo per i proventi erariali derivanti dal gioco pubblico.

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