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B Plus: "Mai chiesto finanziamento a Intesa Sanpaolo, maxi multe riguardano tutti concessionari"

20 giugno 2012 - 07:33

Non è mai stata richiesta da BPlus alcuna istruttoria in ordine a pratiche di finanziamento con banca Intesa Sanpaolo. Al contrario B Plus ha avuto ed ha rapporti  da vari anni con svariate banche, tra cui Unicredit, Banca Federiciana, Fortis Banque, Credit Suisse, etc  (con vari e rilevanti affidamenti). Inoltre, varie banche si erano altresì interessate a fare da advisor a BPlus per una possibile quotazione in borsa. E' quanto precisa il concessionario di rete in relazione ad alcune notizie apparse sulla stampa.

Scritto da Redazione GiocoNews

Il titolare di BPlus, Francesco Corallo, ribadisce di non aver mai promesso, proposto o erogato somme all’ex presidente di BPM Massimo Ponzellini per alcunché e pertanto non può esistere nessun documento redatto da B Plus che descriva alcuna di tali fattispecie.  

"I rapporti tra Ponzellini e Corallo sono stati assolutamente sporadici, non esistono né contatti telefonici né contatti personali, ad eccezione dei tre incontri descritti di seguito: il primo su richiesta di Ponzellini finalizzato a conoscere l’azionista di riferimento di BPlus, il secondo, sempre su richiesta di Ponzellini, per presentare la documentazione che era stata richiesta dalla banca comprovante il suo ruolo di beneficiario finale di BPlus, e il terzo per lamentarsi del cattivo trattamento ricevuto in relazione all’imminente scadenza del termine per approntare la documentazione di gara per il rinnovo della concessione, posto che Bpm ritardava il rilascio dell’impegno all’estensione della fideiussione già approntata e ha denegato il rilascio di una semplice  cauzione di partecipazione richiesta da Aams per requisiti il cui possesso era assolutamente  noto a Bpm.

Non vi è stato alcun interessamento di favore da parte dell’On Milanese, anzi  la legge sulle VLT è stata fatta chiaramente in danno di B Plus, dato che  la richiesta di esborso di 180 mln di euro (per l’esercizio di un diritto da ritenersi già acquisito in capo a BPlus in quanto già previsto in concessione) era correlato al fine di mettere in difficoltà il concessionario nel dover reperire tale ingente cifra e di farlo fuori dal mercato (tali aspetti ed altri sono stati oggetto di una circostanziato esposto depositato già parecchio tempo addietro alla Procura della Repubblica di Roma)  

A ciò ha fatto seguito il susseguirsi di successive norme adottate da Aams e dal Ministero delle Finanze – come ampiamente confermato dall’ex Direttore Generale Raffaele Ferrara - quali quelle che hanno imposto il trasferimento di sede della controllante da St. Marteen a Cipro e quelle che pretendevano di inserire cause di decadenza dalla concessione per il semplice status di indagato, poi esteso anche ai parenti ed affini sino al terzo grado (norme chiaramente incostituzionali)", aggiunge.

Ribadisce nuovamente che "la vicenda delle cd “maximulte” della Corte dei Conti riguardava tutti i 10 concessionari ed era ben nota anche al legislatore e tutti gli altri concessionari sono stati finanziati. Si tratta non di accertamenti fiscali ma di penali contrattuali".

Ribadisce che "la seconda tranche di finanziamento Bpm, di ben 45/mln è stata interamente pagata, e che sul primo finanziamento residuano ancora solo circa 30 mln. Inoltre in relazione all’art. 2635 cc oggetto di contestazione da parte della Procura di Milano ed alla querela presentata da Bpm,  non solo Bpm non ha subito alcun nocumento, posto che ha guadagnato oltre 7 mln tra commissioni, fee e tassi d’interesse;  al contrario è  B Plus che ha subito un danno essendo stata mal informata sulle regole delle obbligazioni “convertendo”, perdendo una cifra molto rilevante". 

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